Gears (Ingranaggi) è il nome di un progetto site-specific ideato dall’artista barese Michele Giangrande. Non è la prima volta che l’installazione ambientale creata dall’artista nel 2011 è presentata al pubblico. Negli ultimi anni è già stata esposta a Roma, poi a Ekaterinburg in Russia, e infine a Reggio Calabria, prima di approdare a Parma, in occasione del PARMA 360 Festival della creatività contemporanea.
L’installazione trova oggi in questa città, nella navata del Ponte Nord in vetro e acciaio, uno spazio vitale particolarmente interessante in cui articolarsi e riattivarsi in un nuovo contesto tanto spaziale quanto simbolico. Gears è infatti costruita e assemblata di volta in volta con il supporto di volontari del luogo in cui è presentata ed è proprio questo dettaglio che rende il progetto un esempio efficace di installazione relazionale, pubblica e partecipativa.
Per questa operazione l’artista predilige cartoni da imballaggio che assembla generando ruote e ingranaggi dalle dimensioni monumentali in armonia con l’identità volumetrica del contesto.
La scelta dei materiali è da sempre fondamentale per Giangrande. La materia è sostanza ma anche segno da interrogare, sondare incessantemente, e infine caricare di un senso energetico, molto spesso recuperato dall’archivio mnemonico e simbolico dell’umanità.
L’apparato simbolico qui esplorato è composto da molteplici ingranaggi visivi e simbolici, primo fra tutti quello della circolarità incarnata metaforicamente dalla ruota, simbolo di inventio e ingegno. Tali strutture evocano naturalmente non solo la circolarità-meccanica dei progetti di Leonardo Da Vinci ma anche la circolarità-perfezione di moltissime opere realizzate dall’essere umano nel corso della storia, dalla ritualità dei fenomeni culturali della preistoria, sino alla più attuali operazioni di Land Art.
Il cerchio è geometria, compiutezza, funzionalità, ma anche profonda sintesi spirituale. Ricorrendo così al cerchio come unità formale, è possibile costruire architettonicamente un valore che è spaziale ma anche temporale, alimentato costantemente dall’esperienza dello spettatore che ri-vive l’opera.
Si genera così un microcosmo perfettamente funzionante composto da una meccanica accurata dove materia, simbolo, memoria contribuiscono alla definizione di un senso estetico e percettivo autosufficiente e formalmente equilibrato.
La generazione e propagazione dei significati non è affidata qui al potere espressivo del colore bensì all’assemblaggio dei materiali, ed è proprio la neutralità cromatica degli elementi che compongono l’installazione che finisce per enfatizzare il livello simbolico incorporato dalle forme rendendo la loro comprensione immediata e diretta.
Il progetto Gears di Michele Giangrande, a cura di Chiara Canali sarà visitabile dal 6 aprile al 19 maggio 2019 nell’ambito della IV edizione del PARMA 360 Festival della creatività contemporanea.
Michele Giangrande, Gears (Ingranaggi), 2015, Terza Industrial Ural Biennial Ekaterinburg Russia © 2015 Aleksey Vatolin GEOMETRIA.RU
Michele Giangrande, Gears, 2019 Courtesy of the artist
Storico dell’arte, critico e curatrice indipendente. Lavora attivamente in progetti dedicati alle arti visive occupandosi in particolare di scrittura critica e comunicazione. Attualmente vive in Messico dove lavora come docente universitario di Gestione delle Arti Visive. Parallelamente al suo percorso di studi in Storia dell’arte, archeologia e curatela di eventi culturali, si é diplomata in canto jazz presso il Conservatorio di Bari N. Piccinni. Al centro dei suoi interessi si incontrano le manifestazioni artistiche connesse alla relazione tra musica, voce e suoi aspetti rituali e iconografici.
NO COMMENT