OTTO Gallery Arte contemporanea ospita, fino al 27 marzo 2024, la mostra Evocations. A Nomadic Exhibition Project, percorso espositivo itinerante a cura di Lóránd Hegyi, condiviso con l’editore cuneese Nino Aragno. Dopo Budapaest, Napoli, Parigi e Salisburgo l’esposizione è approdata negli spazi della galleria bolognese, in occasione di Arte Fiera. Diversi gli artisti e le tipologie di opere esposte, da cui emerge ritratta, disegnata, meditata un’inquietudine contemporanea, quell’inquietudine che fa da filo conduttore alla riflessione dei singoli provenienti dalle più differenti nazioni. Un viaggio all’interno dell’animo umano, le cui emozioni vengono rivelate a volte con immaginazione e talvolta con allucinazioni.
Il progetto espositivo è ambizioso e lo dimostra la complessità organizzativa e di concetto sostenute dal curatore, che si pone come obiettivo non solo quello di far conoscere i nuovi volti operanti sulla scena artistica contemporanea, ma soprattutto presentare le potenzialità espressive attive in campo internazionale, che si manifestano con differenti tecniche e sensibilità. E più dettagliatamente, come riportato dal curatore stesso: «In parte risultato di appassionate discussioni tra artisti, galleristi, curatori, collezionisti, critici e appassionati d’arte, in parte frutto di considerazioni a lungo meditate riguardanti i giorni nostri, dopo la pandemia e i fatti di guerra più recenti e le crisi politiche, osservando gli accadimenti in tutto il mondo e condividendo sensazioni, dubbi, speranze e paure causati dagli eventi, questa idea di mostra itinerante è nata con l’obiettivo di creare un format di presentazione e promozione dell’arte contemporanea facilmente realizzabile».
Il disegno contemporaneo è il protagonista indiscusso del progetto Evocations, grazie al quale sono esposte le opere su carta di trenta artisti invitati, di cui sono stati selezionati con meticolosa attenzione i lavori. Oltre all’inquietudine, si percepisce lo sviluppo di una poetica “dell’intimità, della fragilità”, come indicato nel comunicato stampa della mostra, che enfatizza ulteriormente i temi sviluppati dagli artisti, portavoce del tempo presente vissuto. La peculiarità di Evocations, inoltre, è la diversità di allestimento nelle singole sedi espositive, che consente ancor di più di percepire la continua evoluzione delle opere esposte, dei linguaggi contenuti all’interno del medesimo progetto e del medesimo messaggio artistico di base. Al centro di ogni mostra è comunque sempre la condizione umana e la sua interiorità, con le proprie fragilità, esperienze psichiche, sensibilità emozionali e la capacità di creare narrative personali profondamente sofisticate che non hanno la pretesa di riflettere sistemi monumentali e universali di pensiero ma si focalizzano su risorse nascoste di valori. Le opere selezionate «lasciano trasparire la ricchezza di micro-narrazioni che tematizzano un rapporto empatico e sensibile con le realtà umane, senza mai suggerire alcuna tendenza ideologica, alcun rigido sistema di pensiero, al contrario mostrano apertura e sensibilità». (Lóránd Hegyi)
Visitando il percorso espositivo, si nota la presenza, sulla parte superiore dell’accesso a ciascuna sala, di una frase, che conduce lo spettatore nel tema e negli ambiti di riflessione sviluppati nei singoli spazi della galleria. Per la sala 1 viene indicato: Paradigmi di oggetti, spazi, posto, luoghi. Protagonisti gli artisti: Nir Alon, Marco Tirelli, Lello Lopez, Elzevir, Wang Yu Ping. Per la sala 2: Metafore di fragilità, vulnerabilità, debolezza, incertezza, per cui in mostra Ruth Barabash, Melanie Daniel, Maria Pogorzhelskaya, Anya Belyat-Giunta, Andrea Fogli, Ugo Giletta, Amir Nave, Marina Paris. Tema della sala 3 è: Paesaggi interiori, immaginari, allucinanti, improbabili, caratterizzato dalle opere degli artisti: Soyoung Um, Tinus Vermeersch, Denica Lehocka, Aron Gàbor, Christoph Mayer, Fabrice Souvereyns, Michael Ziegler, mentre per la sala 4 troviamo Trasfigurazioni del corpo tra apoteosi e distruzione, con le opere di Gianni Dessì, Luca Caccioni, Fabien Verschaere, Marine Joatton.
Dalle tematiche trattate, si evince in modo chiaro, come la poetica della mostra non voglia assolutamente discostarsi dal trattare le inquietudini e le incertezze contemporanee, dominanti il tempo presente, ma come ne vada a ricercare le radici, valutando e andando a conoscere, in particolar modo, la risposta degli artisti, derivante da una profonda rielaborazione interiore. Le tecniche utilizzate, disegno e acquerello, portano a riflettere sull’immortalità di questi antichi mezzi, anche nell’arte del nostro tempo, ove capita di imbattersi in differenti media espressivi dalle caratteristiche più disparate. Evocations. A Nomadic Exhibition Project, dunque, porta un grande contributo internazionale a Bologna, che si conferma essere una delle città protagoniste per l’arte contemporanea e punto di riferimento nello sviluppo di una poetica artistica di ampio respiro, con uno sguardo rivolto all’Europa e al mondo.
Info:
Evocations. A Nomadic Exhibition Project
Artisti: Nir Alon, Ruth Barabash, Anya Belyat-Giunta, Luca Caccioni, Melanie Daniel, Gianni Dessì, Elzevir, Andrea Fogli, Aron Gàbor, Ugo Giletta, Marine Joatton, Denica Lehocka, Felice Levini, Lello Lopez, Christoph Mayer, Amir Nave, Marina Paris, Maria Pogorzhelskaya, Maurizio Savini, Fabrice Souvereyns, Marco Tirelli, Soyoung Um, Tinus Vermeersch, Fabien Verschaere, Wang Yu Ping, Michael Ziegler
a cura di Lóránd Hegyi
27/01 – 27/03/2024
OTTO Gallery Arte contemporanea
Via D’Azeglio 55, 40123 Bologna
www.otto-gallery.it
Di formazione scientifica, ma con grande passione per l’arte, che ama raccontare, ammirandone tutte le sue espressioni.
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