“Nicturia”, personale di Beatrice Gelmetti presso la galleria 10&zero uno di Venezia, a cura di Chiara Boscolo e con un testo di Francesco Liggieri, sarà visitabile fino al 28 ottobre 2023. Nicturia è quella condizione naturale che consiste nell’avere uno stimolo frequente alla minzione durante le ore notturne e che porta inevitabilmente all’interruzione del sonno. È lo stadio tra la veglia e il sonno che interessa all’artista, quel momento di passaggio che veniva considerato dai surrealisti, in particolare da Salvador Dalì, come il più rivelatore, poiché riteneva che in quell’istante si manifestassero ai suoi occhi delle immagini che lui poi avrebbe utilizzato per la composizione delle sue opere.
Beatrice Gelmetti, Nicturia, exhibition view, ph Filippo Molena, courtesy 10 & zero uno
Nell’opera “Il piccolo Noah” Beatrice Gelmetti descrive visivamente la Nicturia e rivela quante immagini possono far capolino nella nostra mente quando entriamo in uno stato di confine tra il razionale che determina e regola il mondo reale e l’irrazionalità che costruisce i nostri sogni. Come nelle opere presenti in galleria, in questi momenti la nostra mente mescola sensazioni fisiche e visioni oniriche provenienti dal nostro inconscio: forme, luci e colori si mescolano senza sosta per lasciarci, infine, disorientati e intontiti. Nelle sue tele l’artista ci fa riprovare questa sensazione e con grande capacità tecnica racconta storie e sogni mescolando elementi reali che descrivono le sue giornate quotidiane ed elementi immaginifici provenienti dal suo universo onirico.
Beatrice Gelmetti, Nicturia, exhibition view, ph Filippo Molena, courtesy 10 & zero uno
Tempo e spazio si interrompono e si fondono nelle opere in esposizione e l’artista ci catapulta in un mondo surreale in cui non vi è una netta distinzione tra il prima e il dopo. Il tempo si dilata, così come lo spazio, e non ci è dato sapere l’ordine di successione delle cose, tutto accade nello stesso istante prolungato e nello stesso luogo. Ogni pennellata nella tela si muove, per così dire, liberamente, con un andamento che ci fa comprendere che non è soggetta a nulla, a nessuna legge dinamica, nessuna gravità: i colori vanno dove vanno esprimendo un’originaria condizione di moto che è propria e presente solo nella dimensione onirica.
Beatrice Gelmetti, Nicturia, exhibition view, ph Filippo Molena, courtesy 10 & zero uno
A differenza del grande maestro surrealista, Beatrice Gelmetti non mostra questi momenti in modo nitido, non presenta una fotografia, ma al contrario presenta un’opera astratta, invitando l’osservatore a fermarsi davanti alla tela per cercare gli elementi che la compongono. Le pennellate sono fresche, decise e apparentemente casuali, in realtà sono frutto di un attento studio di codici e segni che hanno l’obbiettivo di creare un linguaggio astratto che parli alla sensibilità e al sentire dell’osservatore. La pittura non è altro che un continuo cogliere e sentire attraverso il coinvolgimento di tutti i sensi e l’astrattismo è sicuramente il linguaggio migliore per esprimerli ed ascoltarli.
Beatrice Gelmetti, Nicturia, exhibition view, ph Filippo Molena, courtesy 10 & zero uno
Le immagini che ritroviamo all’interno delle sue opere sono sovrapposte e mescolate con materiali, forme e colori accesi che creano un codice visivo che non si rivela al primo sguardo, ma necessita di tempo. Mentre la società richiede tempi più stretti, veloci, ritmi di lavoro sempre più frenetici e quasi insostenibili l’artista suggerisce all’osservatore di concedersi dei momenti di pausa per fermarsi, contemplare e comprendere. Il lavoro ci assorbe al suo interno, richiede attenzione e tempi fortemente dilatati, non è di certo una pittura da visionare sui social, dove l’utente medio è disposto a concedere non più di qualche secondo a contenuto.
Info:
Beatrice Gelmetti. Nicturia
08.09.2023-28.10.2023
10 & zero uno
Castello, 1830, via Garibaldi, Venezia
www.10zerouno.com
Laureata all’accademia di Belle Arti di Venezia, ha frequentato successivamente la School for Curatorial Studies di Venezia. Collabora scrivendo di arte contemporanea con uno sguardo particolare verso artisti emergenti e progetti di ricerca sperimentali.
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