Stills of Peace è la rassegna di arte e cultura e cultura contemporanea curata da Giovanna Dello Iacono che Fondazione Aria promuove in Abruzzo, in collaborazione con il Comune di Atri (TE) e il Comune di Pescara. Nel 2023 la Fondazione celebra la decima edizione dell’iniziativa, sviluppando cinque mostre e una rassegna di Cinema Neorealista Italiano, nel segno di una tematica estremamente attuale: la non violenza. Nelle edizioni precedenti l’Italia ha incontrato nove paesi del mondo, instaurando un dialogo, per uno scambio di tradizioni e linguaggi differenti attraverso l’arte. Per il decennale di Stills il team curatoriale riunisce più di venti artisti provenienti dai nove paesi già ospitati, all’interno di tre diverse sedi espositive, tra Atri e Pescara.
Purity, curata da Antonio Zimarino, ambienta le folte e leggere sculture di carta di Jukhee Kwon, insieme agli impalpabili tessuti di Kaori Miyayama all’interno degli archi delle Cisterne di Palazzo Acquaviva, poco distanti dalle installazioni luminose e dalle carte di Ignacio Llamas o dalla tuba con il drappo rosso di Gino Sabatini Odoardi. Anche nel video Dance with Frequency di Mohammad Alì Famori (2021) il focus della mostra è definito in modo chiaro, nella necessità di guardare a lungo per comprendere, dove la comprensione è l’essenza del concetto di non violenza: l’individuo che vuole scoprire con purezza di sguardo l’altro davanti a noi.
Nelle navate sotterranee adiacenti si susseguono in Chiunque tu sia, a cura di Mariano Cipollini, le opere di cinque artisti che con i loro lavori di impatto evidenziano la necessità di continua condivisione di valori, per assecondare la trasformazione della società e trovare nuovi punti di riferimento, per orientarsi nella contemporaneità. Tutti possiamo essere parte di questo percorso in divenire, attraverso l’esperienza delle sculture dinamiche di Wang Youngxu e di Barbara Uccelli, che ci sottopongono a diverse identità coesistenti, o tramite le sospensioni di Massimo Ruiu e le ritualità sacre e politiche di Navid Azimi Sajadi e Jean Gaudaire-Thor.
Il Museo Archeologico racconta invece due storie differenti, che a modo loro stabiliscono un contatto affine o contrastante con la natura del luogo. Survivors, a cura di Paolo Dell’Elce, raccoglie gli scatti di Nazik Armenakyan per un progetto che recupera scampoli di vita e di memoria, rimasti dopo un genocidio, quello del popolo armeno, con tutta la crudezza e la semplicità atroce che ne deriva. La fotografia è il medium visuale di tutte le emozioni, le vicende e le riflessioni che si svelano passando da un’immagine all’altra. Polvere di stelle, curata da Eva Comuzzi, invece, solleva come un velo sull’esistenza umana, tracciando vie significanti tra quei concetti cardine che la caratterizzano, a partire da vita e morte (Banafsheh Rahmani, The river of roses, 2023), passando per classico e contemporaneo (T-Yong Chung, F2315, 2023), ma anche superstizione (Anna Galtarossa, Feticci, 2020) e identità (Randa Maroufi, La Grande Safae, 2014; Aryan Ozmaei, Chant for the fire, 2023).
A Pescara Stills of Peace entra nella nuovissima Fondazione La Rocca, con la mostra La vita è un’altra cosa a cura di Simone Ciglia, una selezione dalla collezione di Gianni e Giuseppe Garrera che include molti grandi nomi dell’arte, da Yoko Ono a Cesare Pietroiusti. La ratio della scelta risiede nell’individuare un nucleo ben preciso rispetto al tema portante della rassegna, cercando quei materiali che spesso possono sfuggire al circuito principale del sistema dell’arte, ma ne costituiscono una parte radicale, in virtù dei messaggi veicolati velocemente e con forza. Manifesti, volantini, libri o spille, prodotti dagli anni ‘60 del Novecento ad oggi, e in particolare negli anni Settanta, esplorano con la parola scritta esplicitamente (o sottesa) quegli spazi lasciati liberi nel tessuto concreto, per sovvertire e sottolineare lo stato di disagio in cui la società si trova.
La precarietà e l’incertezza sono elementi che da sempre accompagnano l’individuo e la sua natura, che tende a non accontentarsi, a non rimanere fermo, perché ricerca, scava e si interroga sulla realtà, e per farlo protende se stesso verso l’ignoto, creando relazioni. Nella contemporaneità il diritto alla conoscenza talvolta viene negato da eventi e contingenze: il ruolo dell’arte che traspare da ciò che osserviamo in questi allestimenti è riattivare la necessità di contatto con l’esterno, rompere l’isolamento, in una concezione non violenta che consiste nell’apertura e nella possibilità dell’incontro, senza barriere.
Cecilia Buccioni
Info:
Stills of Peace and Everyday Life – Edizione 10
8/07/2023 – 10/09/2023
Cisterne di Palazzo Acquaviva, Museo Archeologico – Atri (TE)
Fondazione La Rocca – Pescara
stillsofpeace.com
Dopo la laurea in Beni Culturali si trasferisce a Milano e termina il suo percorso di studi all’Università IULM, dove si specializza in arte contemporanea e comunicazione. Attualmente vive a Pescara e lavora in un’associazione culturale, collabora con una galleria d’arte ed è contributor per Juliet Art Magazine e Rivista Segno. É in costante esplorazione della contemporaneità artistica e delle sue molteplici letture.
NO COMMENT