L’evento di questo ottobre è stato lo sbarco di Art Basel a Parigi. Dopo Miami e Hong Kong ecco Paris+ par Art Basel, la nuova fiera d’arte moderna e contemporanea aperta al pubblico dal 20 al 23 ottobre presso la sede temporanea del Grand Palais, il Grand Palais Éphémère, sul Champ-de-Mars.
In questo contesto, oltre allo spiegamento delle migliori gallerie del mondo, abbiamo avuto modo di apprezzare il nuovo progetto site-specific sponsorizzato dalla Sanlorenzo Arts, la piattaforma del gruppo Sanlorenzo, dedicata all’’arte. Si tratta del lavoro di Anna Franceschini dal titolo The Lady Vanishes. L’artista basa il suo processo creativo sul movimento e sul superamento della dicotomia tra arte oggettuale (che fissa in immagine il suo messaggio) e arte sequenziale (che ha bisogno di uno svolgimento narrativo). Le sue macchine si muovono e ci coinvolgono, ci portano a seguire un racconto fatto di riflessi, carezze, esposizioni, messe in scena. Il titolo stesso, La signora scompare, ci avverte che qualcosa succede, si manifesta, ci fa sorgere domande su una presenza che c’è e non c’è.
È interessante che in un luogo in cui la messa in scena delle opere d’arte (tutte di grande livello) è quasi prioritaria rispetto alle opere stesse, ci sia un’artista che rifletta proprio sul concetto di mostrare, far scomparire come faceva Melies, scomporre il corpo come nel montaggio cinematografico, giocare col riflesso degli specchi come accade spesso nei film, creare movimento.
Per Sanlorenzo, Anna Franceschini ha concepito un lavoro inedito che vuole provare a espandere il concetto di “animazione” in termini scultorei, partendo da un punto di partenza cinematografico. “Il legame tra Sanlorenzo e l’artista – spiega l’azienda – evidenzia il reciproco impegno per un design unico e innovativo.
(Nella foto Anna Franceschini con Sergio Buttiglieri, Style Director di Sanlorenzo S.p.a., grande promotore dei progetti di collaborazione dell’azienda con designers e artisti, ph. courtesy Sanlorenzo Arts)
Emanuele Magri insegna Storia dell’Arte a Milano. Dal 2007 scrive dall’estero per Juliet art Magazine. Dagli anni settanta si occupa di scrittura e arti visive. Ha creato mondi tassonomicamente definiti, nei quali sperimenta l’autoreferenzialità del linguaggio, come “La Setta delle S’arte” nella quale i vestiti rituali sono fatti partendo da parole con più significati, il “Trattato di artologia genetica” in cui si configura una serie di piante ottenute da innesti di organi umani, di occhi, mani, bocche, ecc, e il progetto “Fandonia” una città in cui tutto è doppio e ibrido.
NO COMMENT