Paesaggi arcaici e naturali o forse artificiali e urbani, punti di vista da vedute multiple. Sono luoghi reali o sono luoghi della memoria: questa è una curiosità interrogativa. Veduta ingannevole, un trompe-l’œil tridimensionale, la materia nasconde un ritratto più squisito, se si sa guardare con attenzione, se si sa cercare nel profondo.
L’arte dell’illusione ottica alla fine è solo un espediente mediatico per Eva Jospin – artista parigina classe ‘75 – un’arte plastica con cui passato, presente e futuro vengono letti in chiave paesaggistica. Un paesaggio naturale influenzato dall’uomo, con i suoi artifici, con le sue tradizioni da tramandare, con le sue tracce e le sue rovine, in ascesa e in decadimento. L’artista francese è affascinata dalla compresenza fisica e intellettiva che una veduta, all’apparenza traslata dall’occhio, può rivelare: boschi, grotte, scogliere, foreste, sono luoghi penetranti col corpo e con la mente. In essi è possibile osservare come il passaggio del tempo ha mutato il suo assetto naturale, le erosioni delle rocce, l’inerpicarsi della vegetazione, la violenza umana. Di conseguenza questi aspetti sottolineano la vita dell’uomo, la sua storia, i suoi miti, il suo inconscio, le sue paure. Jospin indica una possibile via per un viaggio mentale, immaginifico e forse d’allontanamento dall’altro, per perdersi e ritrovarsi, un viaggio relazionale o futuristico. Ed ecco che la proiezione immaginaria si fa illusione materica. I legnosi boschi, con i rami e le radici, sono sculture in cartone alveolare; gesso e cemento si sostituiscono alla antica roccia; i disegni architettonici vengono fatti con fili di seta. Eva agisce per sottrazione e addizione di materia con un lavoro minuzioso, che risulta libero e potenzialmente espressivo. Sotto certi aspetti c’è anche del riuso creativo grazie alla dualità degli elementi da lei prediletti: una coscienza ecologica che trascende questioni contemporanee.
L’universo naturale e simbolico di Jospin trova per la prima volta la sua veduta nella storica sede di Galleria Continua a San Gimignano. In una delle tre location della città collinare senese, in Arco dei Becci, l’esposizione s’intitola (per l’appunto) Vedute e vede inseriti nove lavori realizzati appositamente per la stessa. La Forêt è una scultura in cartone grezzo e puro, senza colori, scenografico per quanto ritagliato con cura. In esso la vegetazione è la protagonista sotto i riflettori, ma le sensazioni e le suggestioni sono lì nei meandri artificiali. Al suo fianco l’opera Galleria è affissa alla parete in contrasto cromatico e in contiguità materiale: la seta colorata e ricamata sulla tela è racchiusa come un quadro da una cornice in cartone. L’immagine che Eva presenta ha collegamenti evidenti con periodi e influenze artistiche per essa fonte di ispirazione ed esperienza. Il disegno così cucito è il risultato di ricerche e studi grafici molto cari perché sottintendono una creazione attuale, dei riferimenti passati e i progetti futuri. Calchi di gesso e cemento danno vita al trittico Stratificazioni, in cui l’ineluttabile tempo si ammassa e bucherella la materia grigiastra.
La parigina Eva Jospin racconta con la sua arte la fragilità della natura, la contaminazione instabile dell’uomo, la sensibilità di entrambe che si interconnette in fantastiche vedute. L’ambiguità materica delle sue opere genera suggestioni reali e illusorie, ingannando l’occhio senza cambiare la percezione di ciò che essenzialmente è.
Info:
Eva Jospin. Vedute
27/05 – 10/09 2023
Galleria Continua
Arco dei Becci 1, San Gimignano (SI)
Art Curator e Art Advisor, laureato in Arti Visive e Mediazione Culturale, con Master in Pratiche Curatoriali, classe ’95, vive a Napoli. Collabora con Gallerie e Spazi Indipendenti, la sua ricerca è incentrata principalmente sulla Pittura Emergente, con uno sguardo attento e propenso anche su altre forme di linguaggio estetico.
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