Dal 2019 Berlino ospita il Light Art Space, fondazione no-profit che sostiene e promuove il dialogo sempre più prolifico tra arti, scienza e tecnologia secondo una visione interidisciplinare e sperimentale, portando questa nuova frontiera di ricerca artistica a contatto con l’esperienza del pubblico. La luce come focus di indagine – sottolinea la direttrice Bettina Kames – e la progressiva applicazione di media tecno-scientifici in ambito artistico impongono nuovi modelli di ricerca e configurazione artistica e quest’approccio innovativo si rende esplicito nel programma espositivo e culturale di LAS, che si presta a modalità non solo in presenza ma anche in maniera virtuale, ampliando le soglie della scoperta, dell’immaginazione e della percezione.
A inaugurare la nuova stagione è il progetto Berl-Berl commissionato all’artista danese Jakob Kudsk Steensen che da anni persegue un approccio ecologico e ambientale con l’obiettivo di delineare, attraverso le scoperte scientifiche e l’innovazione tecnologica, le cornici di un nuovo immaginario artistico. Per la sua prima personale in Germania l’artista attinge all’etimologia della parola slava Berl (palude) per rivisitare il mito fondativo della città di Berlino attraverso una mappatura specifica degli ambienti lacustri che caratterizzano il circondario della città realizzata con il supporto di scienziati e biologi in collaborazione con il Museo di Storia Naturale. Ne risulta il complesso installativo Berl-Berl che si presenta come una palude virtuale, un paesaggio immersivo che trova luogo e contesto specifici presso la Halle am Berghain, ex centrale termoelettrica e oggi luogo iconico della scena artistica berlinese, parallelamente alla piattaforma digitale Berl Berl World – Jakob Kudsk Steensen
Il progetto Berl-Berl pone una serie di riflessioni sull’Antropocene ripensando il binomio tra natura e cultura in termini di continuità e interdipendenza. Secondo il commento critico della guest curator, Emma Enderby, l’elaborazione di una teoria delle paludi portata avanti da Steensen consente un nuovo sguardo nei confronti della materialità, della storia e della tradizione di questi luoghi, offrendo strumenti utili per ripensare la relazione uomo-ambiente-tecnologia-scienza anche in relazione a una dimensione digitale, immersiva e virtuale. In questo senso, la pratica dell’artista si pone al centro di un discorso che rievoca la mitologia, nello specifico la figura di Triglav, divinità slava creatrice del cielo, della terra e del mondo sottomarino, per suggerire ulteriori modi poetici di sentire ed esperire il virtuale. In questo senso, Berl-Berl guarda alla storicità in termini di flusso, ciclicità e rinnovamento, in cui emergono i diversi tratti di decadimento e crescita della natura e della civiltà, traducendosi in termini di coesistenza, competizione e cooperazione. Attingendo contemporanemente alla teoria dei rizomi, utilizzata originariamente in botanica e in seguito assunta come paradigma postmoderno, Steensen definisce la sua pratica secondo un approccio ecologico che nell’opporsi alle strutture gerarchiche intende esplicitare la compresenza di fattori eterogenei e molteplici coesistenti in uno stesso habitus. Nei suoi lavori ciò si traduce esponenzialmente in una fusione tra reale e virtuale secondo la cifra stilistica di una simulazione in tempo reale.
Alla Halle am Berghain, in particolare, Berl-Berl definisce un paesaggio virtuale composto da una serie di simulazioni audio-visive e installative di ambienti lacustri della città in cui convergono evocazioni mitologiche, narrazioni, fotogrammi, scansioni 3D e immagini virtuali dell’ambiente (visibile o invisibile) circostante. Le immagini iperrealistiche e immersive della flora e della fauna di questo fertile eco-sistema fitto di mangrovie e di specchi lacustri, restituiscono dettagli della morfologia intricata e interdipendente di un paesaggio sotterraneo secondo immagini cristalline e in movimento mai percepibili simultaneamente per più di due volte. Le immagini simulate di Steensen sono supportate e amplificate dalla definizione di un paesaggio sonoro, pensato in collaborazione con l’artista del suono Matt McCorkle e del musicista Arca, attraverso la rielaborazione di registrazioni in situ e narrazioni d’archivio degli anni ’60 in cui si ripetono i vari nomi con cui Berlino è stata chiamato nel corso dei secoli fino a Berl-Berl.
Fondamentale in questo senso, si rivela il punto di vista liminale dell’artista in quanto diviene il punto privilegiato da cui coniugare un discorso tra mitologia, arte, scienza e tecnologia che sta alla base delle soglie del virtuale. Questi elementi si estendono all’esperienza dello spettatore che acquisisce una prospettiva globale attraverso la piattaforma Berl.Berl.World., dove la simulazione in tempo reale di Steensen esiste in parallelo, rendendo esplicita la configurazione rizomatica di un wood-wide-web e di un archivio permanente del paesaggio da lui considerato. Con Berl-Berl, Steensen invita ad alzare la soglia della percezione per un sentire più acuto, fino ad affacciarsi a un mondo virtuale, del tutto necessario e stringente. Il progetto si avvale di una serie programmata di visite guidate, eventi ed incontri, culminando nella pubblicazione di un catalogo con contributi di critici, curatori coinvolti nel progetto espositivo.
Info:
Jakob Kudsk Steensen, Berl-Berl
10 July – 26 September
Halle am Berghain, Berlin
LIGHT ART SPACE (LAS)
Berl Berl World – Jakob Kudsk Steensen
Jakob Kudsk Steensen, Berl-Berl, installation view at Halle am Berghain, 2021. © Timo Ohler, courtesy LAS, Berlin
Jakob Kudsk Steensen, Berl-Berl, 2021. Live simulation (still). Courtesy of the artist
Jakob Kudsk Steensen, Berl-Berl,2021. Live simulation (still). Courtesy of the artist
Jakob Kudsk Steensen, Berl-Berl,2021. Live simulation (still). Courtesy of the artist
È interessata agli aspetti Visivi, Verbali e Testuali che intercorrono nelle Arti Moderne Contemporanee. Da studi storico-artistici presso l’Università Cà Foscari, Venezia, si è specializzata nella didattica e pratica curatoriale, presso lo IED, Roma, e Christie’s Londra. L’ambito della sua attività di ricerca si concentra sul tema della Luce dagli anni ’50 alle manifestazioni emergenti, considerando ontologicamente aspetti artistici, fenomenologici e d’innovazione visuale.
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