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Jason Dodge al Macro di Roma: una grande opera site-specific

Il Museo per l’immaginazione Preventiva di Roma vuole rappresentare una nuova idea di museo che si allontana dall’usuale ambiente espositivo per essere teatro di un programma che libera gli artisti dalle convenzioni e consente al pubblico di essere agente attivo. Non più un’educazione didascalica e guidata, ma progetti polifonici che smantellano il ruolo di museo-vetrina come luogo fruibile solo da pochi e lo trasformano in spazio inclusivo, che evolve la nuova e necessaria identità di questa istituzione.

In questo ricco programma, configurato come un singolo progetto espositivo che si protenderà fino alla fine del 2022, si inserisce la mostra Cut a Door in the Wolf dell’artista americano Jason Dodge, realizzata per la sezione SOLO\MULTI. Il fare artistico di Dodge ha sempre osservato una rigorosa connessione fra la percezione visiva e tattile, come a voler creare uno scarto dalla realtà apparente, per indurre a un’interrogazione che diventa riflessione personale. La ripetitività dei materiali e degli oggetti utilizzati dall’artista, che diventa ridondanza, provoca una sensazione di estraniamento e avvolge lo spettatore in un vortice, che seppur a volte stridulo, lo obbliga ad arrivare fino in fondo. Le sue opere, che hanno la capacità di estendersi in ogni angolo e acquisire totalmente lo spazio impregnandolo di significato e significanti, cancellano le tracce di ciò che è stato prima e si impongono come una magnetica presenza.

Negli spazi del Macro, estraniati da qualsiasi orpello, con la maestria di un unico respiro, Dodge ha lavorato armonizzando i dettagli apparentemente confusi che creano la grande opera site-specific. Piume, ritagli di carta, brandelli di stoffa, plastica, pezzi di spugna e materiali disparati che si distendono, a volte ammucchiati lungo il perimetro, per tutta la sala: un panorama che sovrasta lo spettatore e che potrebbe spaventarlo perché camminando, egli stesso altera l’opera.

Superando la razionale paura di “rovinare” e perdendo la percezione del luogo, istintivamente, si cerca di osservare smaniosamente da ogni prospettiva, per cogliere una visione generale e l’apparente significato di quegli strani oggetti, che non sono altro che mera materia in metamorfosi. Al centro grandi foglie di palma, che diventeranno con il passare dei giorni sempre più secche, sovrastano dei tavoli, accompagnate da piccoli rettangoli bianchi ben incartati di sapone Ivory. Dodge ha così cancellato, rimodulando lo spazio, il confine che separa l’ambiente espositivo dall’opera per farlo essere parte della stessa installazione.

Cut a Door in the Wolf  non cerca di esplicitare i significati nascosti di oggetti e materiali comuni, ma piuttosto si configura come un approccio all’organico e all’inorganico che mette il fruitore al centro dell’opera, consentendogli di interpretare liberamente più narrazioni tramite un’azione corporea che richiama inevitabilmente il coinvolgimento dei cinque sensi. La mostra, che accoglierà la mano di differenti artisti, è quindi un work in progress ma non è il fine dell’esperienza, piuttosto è il mezzo capace di veicolare sensazioni e narrazioni differenti che ribaltano il modo di vedere la banale realtà, poiché anche in quello che sembra insignificante possiamo trovare tutto. Un vero e proprio organismo vivente quindi, che muta e che si alimenta dalle trasformazioni che gli vengono apportate.

Claudia Pansera

Info:

Cut a Door in the Wolf
11/10/2021-23/01/2022
Museo d’Arte Contemporanea Roma, Macro
Via Nizza, 138, Roma
www.museomacro.it

Jason Dodge, Cut a Door in the Wolf, Exhibition view. MACRO, 2021. Courtesy l’artista e Franco Noero, Torino. Ph. Piercarlo Quecchia , DSL StudioJason Dodge, Cut a Door in the Wolf, exhibition view. MACRO, 2021.Courtesy l’artista e Franco Noero, Torino. Ph. Piercarlo Quecchia, DSL Studio

Jason Dodge, Cut a Door in the Wolf, dettaglio. MACRO, 2021. Courtesy l’artista e Franco Noero, Torino. Ph. Piercarlo Quecchia, DSL Studio

Jason Dodge, Cut a Door in the Wolf, dettaglio. MACRO, 2021. Courtesy l’artista e Franco Noero, Torino. Ph. Piercarlo Quecchia, DSL Studio


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