Jeff Koons: inossidabile e luccicante

Di Jeff Koons, figura imprescindibile del panorama culturale contemporaneo, basterebbe dire: è nato nel 1955 a York, Pennsylvania, ha studiato al Maryland Institute College of Art di Baltimora e alla School of the Art Institute di Chicago, vive a New York, ed è molto famoso. Tuttavia, ci soffermiamo ulteriormente sul suo lavoro per merito di due iniziative che celebrano la sua storia.

La prima è una grande mostra che gli viene dedicata (dal 2 ottobre al 30 gennaio 2022) da Palazzo Strozzi, a Firenze, la città che non ha avuto la capacità di accogliere (non molto tempo fa) la donazione di un’opera gigantesca di Koons perché la richiesta vincolante era quella del luogo dove la si doveva posizionare, e cioè nei pressi di piazza della Signoria (e in questo senso bisogna dire che Parigi è stata più astuta nella trattativa per la collocazione definitiva dell’opera “Bouquet of Flowers”).

Jeff Koons è indiscutibilmente una delle figure più importanti dell’arte contemporanea a livello globale e allo stesso tempo bisogna dire che ogni suo gesto, opera o dichiarazione muove spesso le acque del silenzio torbido nel quale sguazza la modernità.

A cura di Arturo Galansino e Joachim Pissarro, la mostra porta a Firenze una selezione delle opere più celebri di questo artista che, a partire dagli anni Ottanta a oggi, ha rivoluzionato il sistema dell’arte internazionale, convogliando sul suo lavoro una attenzione mediatica non facilmente eguagliabile. In questo senso, il suo stesso “laboratorio” artistico, dove squadre di assistenti lavorano alla realizzazione delle mostre e poi al montaggio delle stesse, è un segno di affermazione che ovviamente oltre a trovare esempi consimili nelle botteghe medioevali, nell’età contemporanea vede possibili confronti solo in quegli artisti che riescono a competere su un palcoscenico di portata globale, come Damien Hirst e Marina Abramović.

Sviluppata in stretto dialogo con l’artista, la mostra fiorentina (Jeff Koons. Shine) ospita prestiti provenienti dalle più importanti collezioni e dai maggiori musei internazionali, proponendo come originale chiave di lettura dell’arte di questo incredibile e giocoso artista il concetto di “shine” (lucentezza) inteso come elemento di ambiguità tra splendore e bagliore, essere e apparire.

Autore di opere entrate nell’immaginario collettivo grazie alla capacità di unire cultura alta e popolare, dai raffinati riferimenti alla storia dell’arte alle citazioni del mondo del consumismo, Jeff Koons trova nell’idea di “lucentezza” (shine) un principio chiave delle sue innovative sculture e installazioni che mirano a mettere in discussione il nostro rapporto con la realtà ma anche il concetto stesso di opera d’arte. Le opere dell’artista americano pongono lo spettatore davanti a uno specchio in cui riflettersi e lo collocano al centro dell’ambiente che lo circonda. Come afferma lo stesso Koons: “Il lavoro dell’artista consiste in un gesto con l’obiettivo di mostrare alle persone qual è il loro potenziale. Non si tratta di creare un oggetto o un’immagine; tutto avviene nella relazione con lo spettatore. È qui che avviene l’arte”.

La mostra è promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi, con il sostegno di  Comune di Firenze, Regione Toscana, Camera di Commercio di Firenze, Fondazione CR Firenze, Comitato dei Partner di Palazzo Strozzi; main partner Intesa Sanpaolo.

Il secondo appuntamento (di poco successivo) è con Jeff Koons: Lost in America: una bella mostra e un bel libro/catalogo pubblicato da Skira. Il libro fa un riepilogo di circa sessanta opere arrivando a toccare anche le sue produzioni più recenti, ed è costruito con un lungo dialogo tra l’autore e il critico Massimiliano Gioni, per essere poi supportato anche da schede e dalle testimonianze di Dodie Kazanjian e Sophia Al Maria.

Il volume (60,00 euro, 248 pp, 22,5 x 28,5 cm, cartonato, con testi in inglese, Skira editore, www.skira.net) funge da supporto alla grande mostra a Doha (Al Riwaq Gallery, Doha, Qatar), curata da Massimiliano Gioni con la collaborazione di Madeline Weisburg e Ivana Dizdar.

Materiali originali, ricordi personali e narrazioni biografiche rendono questa pubblicazione indispensabile per poter leggere il lavoro di Koons che deve essere considerato a tutti gli effetti una star del sistema dell’arte contemporanea, una star le cui proposte sono sempre di grande coinvolgimento estetico.

Bruno Purek

Info:

Jeff Koons, Shine
02/10/2021 – 30/01/2022
Palazzo Strozzi
piazza Strozzi, Firenze
tel: +39 055 2645155
prenotazioni@palazzostrozzi.org

Jeff Koons, Lost in America
20/11/2021 – 30/03/2022
Qatar Museum Gallery Al Riwaq
QM Torre
Doha – Stato del Qatar
tel: + 974 4402 8888 I

Jeff Koons, String of puppies, 1988, legno policromo, 106,7 x 157,5 x 94 cm, AP from an edition of 3 plus 1 AP. Private Collection, courtesy Hauser & WirthJeff Koons, String of puppies, 1988, legno policromo, 106,7 x 157,5 x 94 cm, AP from an edition of 3 plus 1 AP. Private Collection, courtesy Hauser & Wirth

Jeff Koons, Play-Doh, 1994-2014, alluminio policromo, 315 x 386,7 x 348 cm, one of five unique versions. Private Collection

Jeff Koons, Balloon Venus (Orange), 2008-2012, acciaio inossidabile lucidato a specchio con rivestimento in colore trasparente, 259,1 x 121,9 x 127 cm, one of five unique versions. Collection of the artist


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