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Jonas Ng. Emozioni in dissolvenza

Jonas Ng. Emozioni in dissolvenza

Nel lavoro della freelance make up artist Jonas Ng si incontrano due universi normalmente considerati separati: il regno dell’effimero e dell’apparenza, a cui solitamente si tendono a collegare le professionalità che operano nel campo della moda, e la storia dell’arte, in particolare il fauvismo e l’espressionismo, movimenti che all’inizio del Novecento hanno contribuito a liberare la pittura dal vincolo della rappresentazione della realtà oggettiva per inaugurare una nuova idea di figurazione intesa come cassa di risonanza delle emozioni umane. Queste due anime, solo apparentemente contraddittorie, trovano un’interessante simbiosi nella nuova serie di dipinti dell’artista, quasi tutti realizzati come riflessione e reazione esistenziale al profondo disagio che accomuna le persone di tutto il mondo a causa della drammatica pandemia che stiamo attraversando. Ciò che è stato vissuto, percepito, sentito e sperimentato dall’artista, nei suoi quadri sovrasta e vince le dimensioni finite del tempo e dello spazio soggettivi per esprimere il respiro universale di un’umanità che, mai come ora, è (o dovrebbe essere) unita nella lotta a un comune nemico invisibile.

Jonas Ng dipinge ritratti femminili su larga scala usando una vivace tavolozza di colori a olio. I volti umani la affascinano per la loro complessità, che deriva dalle molteplici storie nascoste in una ruga o in un’espressione facciale. Originaria di Hong Kong, città frenetica e iper contemporanea in cui spesso le persone si sentono sole e alienate in una continua corsa all’efficienza, l’artista esercita la sua sensibilità osservando con attitudine empatica le centinaia di volti anonimi che incontra per strada o sui mezzi di trasporto. Il suo obiettivo è proprio quello di squarciare questa patina di anonimato, penetrare oltre la cortina di indifferenza che li rende tutti simili tra loro e restituire a ciascuno una caratterizzazione non fisiognomica ma emotiva, cogliendo l’attimo in cui le difese si abbassano e il volto lascia trapelare la fiamma interiore della persona. La bellezza è una forma di cattura e l’artista trasforma gli attimi di abbandono dei passanti che osserva in potenti archetipi della condizione umana. Il simbolico, il reale e l’immaginario si compenetrano in un continuum visivo ed emozionale che esplora le diverse gradazioni degli stati d’animo della persona come se in essi risiedesse la vera matrice identitaria dell’essere umano, più stringente di qualsiasi caratterizzazione fisiognomica.

I volti femminili di Jonas Ng appaiono modellati dal colore e nella sapienza con cui l’artista ne individua le sfaccettature, le zone d’ombra e i punti di luce ritroviamo la sua dimestichezza professionale con i volti reali che nel suo lavoro di make up artist è avvezza a “scolpire” e “dipingere”. Anche le preziosità della gamma cromatica utilizzata in pittura ricordano la raffinatezza dei colori cosmetici: viola traslucidi, verdi iridescenti, azzurri lattiginosi, tonalità solitamente associate al trucco degli occhi, vengono qui utilizzate per imprimere sulla tela la delicatezza di un pensiero sospeso o di un arrossire dell’anima appena accennato, mentre la rossiccia profondità delle terre porta in superficie sensazioni più dolorose e viscerali. L’artista racconta di essere rimasta stupita, quando ha iniziato a dipingere in maniera non convenzionale, nel realizzare come le emozioni vengano espresse spontaneamente dai colori, senza necessità di ulteriori mediazioni formali o concettuali.

L’interesse di Jonas Ng nel catturare le espressioni e le emozioni si è ulteriormente approfondito durante la pandemia, sotto l’influenza della quale ha introdotto nella sua pittura un rapporto molto più stringente tra il soggetto e lo sfondo che lo accoglie. Come ciascuno di noi, in questi tempi difficili, sente di essere inghiottito da un dramma di proporzioni globali che condiziona in modo determinante la nostra esistenza privata nell’impossibilità di separare l’individualità del singolo dalle circostanze ambientali in cui vive, così anche i ritratti di Jonas Ng sono un tutt’uno con lo strato pittorico retrostante da cui sembrano essere generati ma allo stesso tempo anche inghiottiti. Il fondale astratto, in cui si possono riconoscere di volta in volta reminiscenze di rocce, acqua, foglie o petali di fiore, è espressione di un nuovo legame di interdipendenza tra idee, cose e persone e manifesta una padronanza ancora non del tutto esplorata nel dominio dello spazio da parte dell’artista. Questi brani di pittura astratta, per l’artista, sembrano assumere una consistenza più vera del reale, perché sono la diretta emanazione di una condizione interiore che trova consonanza e origine nel mondo in cui si dissolve. È impossibile mentire o scappare da un’emozione che, agita e riverberata nell’intimità, impronta di sé lo spazio pittorico circostante.

Le pennellate gestuali dell’artista non sono avulse dalla natura ma, al contrario, traggono forza dal confronto con essa: in accordo con l’estetica aristotelica, l’imitazione dell’andamento delle forme naturali [mimesis] acquista qui il significato di imitazione della forma ideale della realtà, per cui l’operare dell’artista viene assimilato all’operare della natura. La pittura di Jonas Ng si ispira quindi alla perfezione organica per tradurre nel modo più armonico e spontaneo possibile le caleidoscopiche sfumature di un’emozione che fluisce dalla figura al suo ambiente in un infinito scambio circolare. L’artista entra in sintonia con la sfera emotiva dei soggetti che osserva e del pubblico che a sua volta guarda il quadro attraverso l’uso seduttivo dei colori: le opere non aggrediscono lo sguardo con violenza, ma lo attirano dolcemente con l’armonia dei toni, le trasparenze delle velature, i chiaroscuri tonali, le ombre colorate, la dissolvenza di un colore nell’altro. La pittura innesca un continuo processo di attraversamento dei limiti, come se ci fosse uno scambio continuo tra interno ed esterno in un ambiente carezzevole dove i sentimenti si traducono in pura luce e l’angoscia dell’ignoto può finalmente trovare riposo.

Nel 2020 le opere “A working day in the airport”, “Can you hear me”, “Waiting for a cure”, “Please come quickly” e “You are not alone” di di Jonas Ng sono state selezionate come finaliste ad Arts Dot 2020 a Karlskrona, Sweden, mentre “You are not alone” e altri tre lavori sono stati inclusi nella mostra +VE/-VE (Art in Time of Pandemic) a Hong Kong.

Info:

www.jonasngart.com/p/home.html

Jonas Ng-When will coronavirus endJonas Ng, When will coronavirus end, oil on canvas, 2020

Jonas Ng, Waiting for a cure, oil on canvas, 2020

Jonas Ng, What can I do, oil on canvas, 2020


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