Extension, il nuovo edificio progettato da David Chipperfield Architects, ha raddoppiato gli spazi a disposizione della Kunsthaus di Zurigo, trasformando questa istituzione nel più grande museo d’arte svizzero. La spesa complessiva di questo intervento sfiora i 206 milioni di franchi svizzeri, di cui circa metà è stata coperta dal contributo di privati cittadini, mentre il resto dalla città e dal cantone di Zurigo. Il nuovo edificio si collega con una galleria sotterranea di settanta metri alla sede storica della Kunsthaus, costruita sull’Heimplatz nel 1910 (un po’ come nel Museo Ebraico di Berlino il cui accesso è consentito con corridoio sotterraneo dalla biglietteria del Berlin-Museum). Da allora la Kunsthaus si è ampliata diverse volte, a partire dal progetto di Karl Moser del 1925, poi nel 1958 con la galleria espositiva, auditorium e ristorante su progetto dei fratelli Pfister, infine, nel 1976, con un ulteriore ingrandimento firmato da Erwin Müller. L’Extension di Chipperfield permette di esporre il 20% delle collezioni, circa il doppio di quanto era possibile fino a oggi. La suddivisione degli spazi si focalizza su quattro macro aree: l’esposizione delle collezioni dagli anni Sessanta in poi, la Collezione Emil Bührle, lo spazio per le esposizioni temporanee e la hall centrale pensata come una sorta di agorà per la fruizione dell’arte.
Come risultato di questa riorganizzazione, gli spazi “storici” del museo avranno più sale da dedicare alla pittura antica e alla valorizzazione degli artisti svizzeri, in particolare Ferdinand Hodler e Alberto Giacometti. I materiali usati per gli interni della Extension sono il cemento a vista, il legno di quercia leggermente colorato e il marmo bianco per i pavimenti. Ottone per la decorazioni di pareti, porte, corrimano, ascensori, segnaletica. La facciata, elegantemente segnata da pilastri, è modellata da pietra calcarea del Giura.
Di libero accesso sarà il giardino dell’arte situato a nord dell’edificio di Chipperfield. Insieme al Teatro di Zurigo, altra presenza di forte valore simbolico della città, il nuovo assetto urbanistico sottolinea la funzione di hub culturale della Heimplatz, che è anche porta di ingresso al quartiere universitario.
Un ruolo importante nel progetto di rinnovamento di questa parte di città lo svolge Tactile Lights, l’installazione di luci e video realizzata da Pipilotti Rist nel 2016, in occasione della sua mostra alla Kunsthaus e poi rimasta come installazione stabile sulla Heimplatz. Fulcro dell’opera è un’asta disegnata dall’artista che nelle sere dei mesi più bui dell’anno, da ottobre a marzo, proietta macchie di colore sulle facciate degli edifici circostanti e sul terreno.
Al momento Kunsthaus Zurich accoglie la mostra “Earth Beats. Naturbild im Wandel” (visitabile fino al 6 febbraio 2022) e una megainstallazione di Walter De Maria.
Walter De Maria (1935 – 2013) è stato uno dei grandi interpreti della cosiddetta neoavanguardia americana. La sua opera più famosa rimane The Lightning Field del 1977: dopo aver conficcato su un’area di circa tre km, in un angolo remoto del New Mexico, quattrocento pali metallici appuntiti, questi, fungendo da parafulmini, in occasione di temporali ne moltiplicano gli effetti di luce. Il suo lavoro, perciò, a pieno diritto si inscrive nella corrente della Land Art, senza però dimenticare quella dimensione purista propria della scultura minimalista, tipica dei lavori di Carl Andre, e che ha caratterizzato in maniera molto forte anche la sua opera.
“The 2000 Sculpture” risponde a pieno titolo a queste sue radici, ed è una delle più grandi sculture al mondo progettata per uno spazio chiuso e a sviluppo orizzontale. L’opera, in effetti, progettata per il Kunsthaus Zürich ben venti anni fa, viene ora riproposta. Questo allestimento si compone di un totale di duemila barre di gesso bianco, ciascuna lunga 50 cm e alta da 11.8 a 12 cm. I singoli parallelepipedi, sebbene nella vista d’insieme e a distanza, sembrino tutti uguali, in realtà hanno le facce laterali di cinque, sette o nove lati. Sono disposti su un’area di cinquecento mq, in un totale di venti file da cento barre, come tanti soldati disposti per l’ispezione. La disposizione segue un ritmo specifico: 5–7–9–7–5–5–7–9–7–5. Questo crea una sorta di motivo a spina di pesce e, a seconda di dove si trovano i visitatori, le barre sembrano muoversi verso di loro o allontanarsi da loro, secondo una percezione di tipo gestaltico che gioca con la luce e l’ombra. Da visitare per finirci coinvolti.
Fabio Fabris
Info:
Walter De Maria, The 2000 Sculpture
fino al 20/2/2022
Kunsthaus Zürich
Heimplatz
8001 Zürich
+41 44 253 84 84
info@kunsthaus.ch
Kunsthaus Zürich, Chipperfield-Bau Garten. Foto: Juliet Haller, Amt für Städtebau, Zürich
Fischli / Weiss, Flughafen (Panam), 1989. Farbfotografie, 120 x 180 cm. Kunsthaus Zürich, Vereinigung Zürcher Kunstfreunde, Gruppe Junge Kunst, 1989. © Peter Fischli und David Weiss (opera esposta a “Heart Beats. Naturbild im Wandel”)
Vaughn Bell, Growing Hills, 2021, Acrylglas, Edelstahl, Substrat und Pflanzen Foto: Franca Candrian, Kunsthaus Zürich © Vaughn Bell (opera esposta a “Heart Beats. Naturbild im Wandel”)
Walter De Maria, The 2000 Sculpture, 1992, plaster and hydrocal. Walter A. Bechtler Stiftung, Installation view Kunsthaus Zürich 2021 Foto: Franca Candrian, Kunsthaus Zürich, © Estate of Walter De Maria
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