Kunstmuseum Magdeburg

Il Kunstmuseum Magdeburg ha una collezione di arte contemporanea di tutto rispetto e tra gli autori che da un punto di vista italico vanno segnalati non possiamo esimerci dal ricordare i nomi di Enrico Castellani e Jannis Kounellis. Inoltre, nota caratteristica di questo museo è il parco delle sculture che circonda l’edificio museale e la cui sistemazione è stata avviata alla fine degli anni ‘80: gli spazi aperti, e che si estendono da Breite Weg all’Elba, sono stati concepiti con lo scopo di offrire sia l’opportunità di una amena passeggiata tra alberi e prati e sia di permettere una percezione di opere d’arte senza dover affrontare un più impegnativo percorso tra le mura di uno spazio chiuso.

Maurizio Nannucci, Von soweit her bis hierhin / Von hier aus noch viel weiter, 2007/08, neon. © Kunstmuseum Magdeburg. Photo: Hans-Wulf Kunze, courtesy Kunstmuseum Magdeburg

Le circa cinquanta sculture disseminate nel parco sono state realizzate dalla metà del XX secolo fino ai giorni nostri. Oltre all’inventario storico delle opere in bronzo rappresentative della DDR e precedenti al 1989 (ad esempio di Gustav Seitz, Fritz Cremer, Waldemar Grzimek, Jenny Mucchi-Wiegmann, Wieland Förster, Werner Stötzer e molti altri), l’attenzione si è in seguito concentrata su opere di arte contemporanea internazionale, ad esempio di Ian Hamilton Finlay, Alicia Paz, Nathan Coley, Gloria Friedmann, Auke de Vries, Schang Hutter, Heinz Breloh o Susan Turcot. Secondo lo spirito pertinente alla collaborazione tra curatore e artista (che ci è stata insegnata da Harald Szeemann), queste opere non sono calate in maniera astratta, ma sono state pensate per stabilire un connubio perfetto col luogo in cui sono state allestite e sono pertanto il frutto di un progetto dialogico costruito nel tempo e con lo spazio.

Jenny Holzer, Two Benches, 1999, sandstone. © Kunstmuseum Magdeburg. Photo: Hans-Wulf Kunze, courtesy Kunstmuseum Magdeburg

Lo si può vedere, ad esempio, nei testi di Jenny Holzer incisi su due panchine di arenaria del 1999 collocate nel chiostro inferiore, o nella scultura “Chrysalis”, 1996/2007, di Ian Hamilton Finlay con il suo poetico riferimento alla diminuzione del traffico marittimo sull’Elba. Nell’opera “For other People and other Works” di Nathan Coley, due rettangoli, uniti tra loro a formare una superficie, definiscono una costruzione geometrica che riflette il carattere del parco nel suo insieme: come luogo di accoglienza dell’arte, ma anche come luogo dove poter riposare, fermarsi, meditare. La monumentale opera al neon di Maurizio Nannucci, con la doppia scritta “Von soweit her bis hierhin / Von hier aus noch viel weiter”, 2007/2008, con una lunghezza di 2 x 90 metri, collocata su un ponte sull’Elba, appena oltre il parco delle sculture, si erge come simbolo dei tempi e dei cambiamenti ed è di grande efficacia soprattutto con una percezione notturna che ne riflette le luci del testo nello scorrere dell’acqua e conclude il percorso della passeggiata nel parco.

Hito Steyerl, After the Crash, 2009 © Kunstmuseum Magdeburg, photo: Hans-Wulf Kunze

Ma il museo ha una concezione vitale della propria collezione e dei tempi di cui è chiamato a farsi testimone. E siccome dalla fine del secolo scorso, il video è diventato un mezzo artistico con diritti pari a quelli dei mezzi più tradizionali, la collezione di media (video/film) del Kunstmuseum è stata avviata a partire dal 2005, con esempi che spaziano dai pionieri degli anni Sessanta fino alle testimonianze più recenti, con le opere di John Smith, Dagmar Varady, Sigalit Landau, Sean Snyder, Andrea Fraser, Beat Streuli, Annika Kahrs, Nan Hoover e Hito Steyerl.

Cemile Sahin, It Would Have Taught Me Wisdom, 2021, exhibtion: Looking for Humanity. © Kunstmuseum Magdeburg, photo: Hans-Wulf Kunze, courtesy Kunstmuseum Magdeburg

Sull’onda di questa consapevolezza il Kunstmuseum Magdeburg ospita fino al 24 settembre la mostra “Looking for Humanity”, dove vengono messe a confronto le posizioni internazionali nei campi della fotografia, della video arte e delle installazioni che sono attualmente coinvolte nel dibattito sul potere e sui suoi effetti e che prendono posizione nell’ottica di un’umanità che in maniera responsabile comprende di dover vivere in un mondo fragile e frammentato in molti ecosistemi. Di conseguenza, la costante rinegoziazione tra arte e vita, tra attività politiche e i loro risultati, viene presentata come un argomento da legare alle esperienze artistiche del nostro tempo e ponendoci delle domande ineludibili: come vogliamo vivere nel futuro? Come e dove andiamo alla ricerca dell’umanità?  Il potere nelle mani degli artisti sta nel confondere i confini tra il certo e l’incerto, nel ridistribuire le relazioni tra spazi e tempi, tra realtà e finzione. Gli artisti pongono dubbi, esplorano i confini fisici, emotivi ed estetici e quindi prendono di mira anche le pratiche e le logiche della stessa azione politica. Si tratta della fragilità degli organi rappresentativi e dei limiti della democrazia parlamentare, della guerra e della pace, della libertà e del desiderio di autodeterminazione di ogni essere umano. Il focus è sull’impegno personale, che di conseguenza si volge contro una politica che pretende di propagare la segregazione e l’esclusione.

Jonas Englert, Declaration of Principles, 2022, installation, Heussenstamm-Frankfurt. Photo by Elias Michael

Le opere della mostra “Looking for Humanity” possono essere, quindi, lette come sismografi dell’attività politica odierna e invitano le persone a confrontarsi con le domande del futuro che ci riguardano come esseri umani. Ecco gli artisti che sono stati coinvolti nel progetto: Yael Bartana, Pauline Boudry/Renate Lorenz, Sergey Bratkov, Chto Delat, Johanna Diehl, Jonas Englert, Jochen Gerz, Manaf Halbouni, Robert Kunec, Anna Malagrida, Cemile Sahin, Nasan Tur, Silke Wagner, Tobias Zielony. La mostra è accompagnata da una serie di conferenze, Let’s Talk, che si svolge in collaborazione con il Centro statale per l’educazione civica della Sassonia-Anhalt.

Fabio Fabris

Info:

AA.VV., Looking for Humanity
14/05 2023 – 24/09/2023
KMd (Kunstmuseum Magdeburg)
Regierungstr. 4-6
39104 Magdeburg
kontakt@kunstmuseum-magdeburg.de
kunstmuseummagdeburg.de


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