Sguardo in basso, raso terra, conica visione del “dove”, del “come”, incuriosendosi e domandandosi soprattutto: “chi”. Espressione di personalità, oggetto d’uso, adattabile a situazioni e conforme alle occasioni. Di natura differente, materiali e forme che portano il passo nella quotidianità. Nuove, vecchie, consumate, sporche, feticismo di alcuni, compulsioni di altri, normalità di tutti: scarpe.
Rappresentare le scarpe può significare diverse cose, tipo un vissuto, un lavoro, che sia in maniera pubblicitaria per la vendita oppure per emblemi storici come i passi sulla luna, il segno che lascia è visivo quanto fugace come l’impressione della sua forma. In arte questo soggetto può esser categorizzato come “natura morta”, un oggetto fermo, posto lì nel tempo e nello spazio, ma per Kyveli Zoi – artista ateniese nata nel 1993 – la scarpa è più una natura viva. Una pittura colorata, scostata da canoni quali prospettiva e proporzione, in favore di gesti, linguaggi e interpretazioni. Più che aspetti analitici, è un’arte che lascia pezzi bibliografici, di un andare giornaliero verso un conosciuto ignoto.
Riti ed esistenze personali diventano letture collettive, i dettagli fanno la differenza tra passato, presente e futuro. Ed è qui che per Zoi la figurazione di un oggetto diventa mezzo per esprimere vitalità, dinamismo di una scena ferma, immaginazione di movimentati ambienti, fermando il suolo e camminando tra le esperienze. Il cromatismo della sua arte è sinonimo delle emozioni trasportate, di pari passo con la realtà circostante ed è attento alla categorizzazione del distinto qui e ora. In questo modo l’artista greca cerca di argomentare culture e altri mondi per manifestare la sua identità, la sua duttilità estetica, senza togliere una sorta di potere creativo al contatto con gli altri, con possibili variazioni, “errori”, sperimentazioni.
In occasione della sua seconda personale, galleria Acappella a Napoli metaforicamente (e letteralmente) diventa spazio espositivo per le scarpe di Kyveli Zoi. Shoe Shop è il titolo della mostra di ciò che un oggetto tanto quotidiano quanto ricercato può comunicare vita se visto sotto altri aspetti. Come se fossero esposti su un ripiano singolo, gli oli della pittrice si dispongono allineati sulle mura bianche della galleria. Ogni paio di scarpe si distingue principalmente nel colore e nella forma, come sneakers, pantofole, ballerine, tacchi di varia grandezza e fantasia. Nel loro essere variopinte, le protagoniste assumono un ruolo ben differente da pittura a pittura, descrivendo tante realtà quotidiane che raccontano altrettante storie.
Studio in Brooklyn è uno spaccato di vita dell’artista nella sua patria di adozione, l’America; At Home è il suo trasandato racconto casalingo; Staying Alive rievoca le lunghe notti tra disco-music e luci scintillanti. Questo biografismo estetico può esser letto anche dall’esterno, con una compagine interpretativa che appartiene allo spettatore. Ciò che è visibile può appartenere a tutti. Un esempio singolare sono gli oli di medie dimensioni Modern Art Collection, Museum Goers e Private Art Collection. Nonostante il ripetersi della visione dal basso di scarpe, l’ambientazione si scorcia verso pareti allestite come un quadro dentro il quadro, ma soprattutto come il contenuto reale della galleria napoletana con il contenuto immaginifico dello spazio espositivo della pittura di Zoi. Come scatole cinesi, ognuna dentro l’altra apre a mondi e visioni già conosciute, ma pur sempre da scoprire.
Il “negozio” che Kyveli Zoi presenta – accompagnato da riproduzioni in ceramica di scarpe dal singolare aspetto, poste negli angoli della galleria e su un tavolo all’ingresso – è un invito a guardare e sbirciare, a provare come “calzano” per trarne un’emozione, a celebrare un oggetto d’uso quotidiano che racconta la natura viva dell’essere umano. Non c’è ambiguità nelle pitture dell’artista, perché puri e semplici frammenti di un’esistenza che può appartenere a tutti.
Info:
Kyveli Zoi. Shoe Shop
27/09 – 10/11 2024
Galleria ACAPPELLA
Vico S. M. A Cappella Vecchia 8/A, Napoli
www.museoapparente.eu
Art Curator e Art Advisor, laureato in Arti Visive e Mediazione Culturale, con Master in Pratiche Curatoriali, classe ’95, vive a Napoli. Collabora con Gallerie e Spazi Indipendenti, la sua ricerca è incentrata principalmente sulla Pittura Emergente, con uno sguardo attento e propenso anche su altre forme di linguaggio estetico.
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