Ci voleva un microrganismo per farci prendere coscienza di una realtà malata e stimolare riflessioni sui valori umani autentici e su un modello di sviluppo sostenibile.
Nell’attuale contesto catastrofico l’Arte sembra divenuta ‘inutile’, quindi gli operatori del settore reagiscono per riaffermarne le potenzialità almeno nei canali digitali, i quali consentono la mobilità in spazi di libertà relazionali drasticamente ridotti dal lockdown. Così la realtà virtuale del Web ha preso il sopravvento su quella fisica, appropriandosi delle funzioni primarie delle istituzioni culturali e degli eventi di ogni genere. Contemporaneamente – al fine di trovare rapide soluzioni ai problemi emersi e di sopravvivere nella “normalità” di domani certamente più povera e rischiosa di quella di ieri – si dà la massima importanza al ruolo della scienza e all’energia creativa, alla multidisciplinarità e alla cooperazione internazionale.
Personalmente, a mezzo di “Juliet” a stampa, dall’anno scorso, coinvolgendo personalità eterogenee, ho promosso proprio “L’interazione disciplinare. Dall’arte visuale alla società globale” e ora sto sviluppando anche l’indagine complementare, intitolata “Produzione creativa e identità”, iniziata prima dell’arrivo del Coronavirus. Nel prossimo numero della rivista uscirà la seconda puntata con ampie testimonianze di Achille Bonito Oliva, Gian Ruggero Manzoni e Alfredo Pirri. Grazie alla collaborazione di quest’ultimo, è stata elaborata l’immagine della copertina qui riprodotta in anteprima con uno stralcio dell’intervista riguardante la lettura critico-esplicativa del soggetto.
Luciano Marucci: Parliamo anche dell’immagine realizzata per la copertina di “Juliet”. Inizio io premettendo che non si tratta di rendere omaggio a un micidiale essere virale classificato Covid-19. Al contrario: evidenzia il suo inarrestabile potere autogenerativo per espandersi ovunque, sfidando perfino la scienza. Ha l’aspetto di un corpo umanoide dal lato pittorico-plastico seducente e, a un tempo, malefico. Stimola l’osservatore alla ricerca della “genesi e l’evoluzione” della sua forma simbolica, che rimanda al concept della mia indagine incentrata su “Produzione creativa e identità”. Quindi, siamo di fronte a un enigmatico soggetto virtuale performativo che tende a interagire con i fruitori contaminandoli mortalmente.
Alfredo Pirri e Luciano Marucci “la bellezza salverà…” 2020, elaborazione digitale,
26,5 x 21 cm
Alfredo Pirri: Caro Luciano, innanzitutto vorrei dire più esplicitamente che questa copertina è un lavoro a quattro mani di cui siamo entrambi autori, e ti ringrazio di avermi coinvolto. Tu mi hai chiesto di lavorare con l’immagine del virus (una delle tante che circolano), io l’ho trovata interessante perché la sua “bellezza” mi aveva già colpito. Il mio contributo è stato molto semplice: trattare l’immagine in maniera un po’ casalinga, cioè usando gli strumenti che ho sottomano, a casa, in questi giorni, e poi sovrapporgli una scritta famosa, spesso citata per dare dell’arte una visione positiva e ricca di speranza…; il rapporto tra frase e immagine è misterioso…, la frase conferma la bellezza dell’immagine, ma ne afferma pure il pericolo… L’insieme è ambiguo e privo di affermazioni: due punti interrogativi che si confermano e si annullano allo stesso tempo.
Puoi descrivere brevemente come è stato costruito l’artefatto nel tuo occasionale laboratorio digitale?
Come dicevo, in modo diretto e semplice, ho lasciato che l’immagine parlasse da sé, senza che il mio intervento la trasformasse “creativamente” più di tanto. Le immagini di sintesi del virus che circolano hanno puntato molto sul colore e sull’evocazione spaziale. Forse per farci comprendere meglio come il virus sia dappertutto e i colori, probabilmente, servono agli scienziati per selezionare i settori di cui esso è composto. Il risultato di queste rappresentazioni ha qualcosa di terribilmente bello ed evoca delle figure familiari, umane o di esseri che vivono nell’acqua… Figure che ci turbano perché fanno pensare che i nostri corpi sono abitati da altre creature e che l’insieme è terribilmente seducente e anche terribilmente difficile da accettare.
Sono Luciano Marucci, nato per caso ad Arezzo e ho l’età che dimostro… Dopo un periodo in cui mi sono dedicato al giornalismo, all’ecologia applicata, all’educazione ambientale e ai viaggi nel mondo, come critico d’arte ho collaborato saltuariamente a riviste specializzate (“Flash Art”, “Arte e Critica”, “Segno”, “Hortus”, “Ali”) e a periodici di cultura varia. Dal 1991 in “Juliet Art Magazine” (a stampa e nell’edizione on line) pubblico regolarmente ampi servizi su tematiche interdisciplinari (coinvolgendo importanti personaggi), reportage di eventi internazionali, recensioni di mostre. Ho editato studi monografici su artisti contemporanei e libri-intervista. Da curatore indipendente ho attuato esposizioni individuali e collettive in spazi istituzionali e telematici. Risiedo ad Ascoli Piceno.
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