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La Commedia Umana – Memento Mori: come Ai We...

La Commedia Umana – Memento Mori: come Ai Weiwei è diventato Pop

Ci sono due tipologie di critici: quelli che sono a favore di Ai Weiwei qualsiasi cosa faccia e dica, e poi quelli che sono sempre in disaccordo. Io mi posizione nel mezzo, ma con molte domande. Guardando la sua ultima personale a Venezia, La Commedia Umana – Memento Mori, mi sono chiesto: “che sia l’artista pop definitivo?”

Piove, piove e piove. Venezia quando piove ha quella luce soffusa che ti culla, pronta a farti addormentare sul vaporetto che ti porta in giro per la laguna; quasi quasi mi stavo addormentando, ma, per fortuna, sono sceso in tempo all’isola di San Giorgio. “Cosa ci faccio qui?”, mi chiedo guardando l’immenso poster che ci introduce alla grande mostra a Venezia di Ai Weiwei. La risposta è: “siccome l’artista cinese dissidente e attivista mi ha sempre lasciato qualche dubbio, sono qui per capirne qualcosa di più, per non sembrare sempre il bastian contrario sull’argomento”.

Entro quindi nell’abbazia di San Giorgio Maggiore, insieme a me ci sono dei gruppi turistici che all’unisono esclamano: “whoa”; e io invece sono lì a cercare di capire come gli è venuto in mente di realizzare un’opera così complessa in vetro di Murano e piazzarla a mezz’aria. Ha qualcosa di scenografico e, allo stesso tempo, favoloso.

Procedendo si giunge in alcune stanze dell’abbazia dove si entra nel vivo della mostra; la prima sulla sinistra mi accoglie con un enorme pesce, grasso, bello. Poco più avanti ci sono opere che ricordano le confezioni di cibo cinese con tanto di bacchette, tutto realizzato in vetro. Mentre ritorno sui miei passi nel grande corridoio, trovo le opere con i lego che tanto sono state acclamate e, in effetti, hanno un qualcosa di entusiasmante, quell’entusiasmo che si ha fin da piccoli nel vedere i mattoncini danesi. Vi sono diverse opere a tema lego sparse per tutta la mostra, quasi tutte ripropongono grandi opere dell’arte moderna o contemporanea, fino a quando non è il medesimo lavoro di Ai Weiwei che prende vita in formato mattoncino.

La mostra è piacevole, vi sono sezioni con grandi opere e spazi più piccoli, come quello che ospita lo zodiaco cinese. Queste stanze sembrano più intime e si dividono il palco con opere in vetro in un’alternanza divertente.

Mentre osservo le opere mi avvicino all’immenso albero all’interno di una stanza dietro all’abbazia, e me ne rimango lì per qualche minuto a riflettere. La personale, curata da Ai Weiwei stesso, con Adriano Berengo e Carmelo A. Grasso, direttore dell’Abbazia di San Giorgio Maggiore – Benedicti Claustra Onlus, ha un qualcosa della mostra antologica e, allo stesso tempo, del solo show; ho come la sensazione che l’artista cinese si stia spostando dall’immagine che si è creato negli ultimi anni, per posizionarsi su qualcosa di totale. Per tutta la mostra ho percepito l’immensa conoscenza dell’arte occidentale da parte di Ai Weiwei e la sopraffina arte degli artigiani di Berengo Studio nella realizzazione delle opere in vetro, che sono divine tanto sono perfette. Tuttavia, fin dall’inizio mi sono chiesto: “Dove sta andando?”

In generale è una mostra piacevole, come dicevo, ma è altrettanto pop. Pop nel senso più enciclopedico del termine, non c’è un’opera che lo spettatore non possa non riconoscere, a prescindere dalla conoscenza, o meno, dell’artista. Per qualche minuto ho pensato a quelle mostre della Pop Art, quelle blockbuster per intenderci, e mi sono reso conto che mi ci ritrovavo dentro, sì, una mostra pop. Dannatamente pop e altrettanto meravigliosa.

Non sono un fan di Ai Weiwei, ma senza alcun dubbio a Venezia ha dimostrato a quelli come me, che alla fine lui è un artista e come tale può fare e disfare quando gli pare e piace. Forse la sua arte è impegnata per la maggior parte delle volte, ma qui in laguna l’ha resa leggera e accattivante come una melodia distante che ci chiede attenzione. Bravo Ai Weiwei, non avrei mai pensato che saresti riuscito a piacermi così tanto.

Francesco Liggieri

Info:

Ai Weiwei, La Commedia Umana – Memento Mori
a cura di Ai Weiwei, Adriano Berengo e Carmelo A. Grasso
28/08 – 27/11/2022
Fondazione Berengo
Abbazia di San Giorgio Maggiore, Isola di San Giorgio Maggiore, 30124, Venezia
www.fondazioneberengo.org

Ai Weiwei, Tang Horse with a Broken Leg, 2022, dettaglio. Vetro di murano. Ph. Francesco Allegretto, courtesy Fondazione Berengo e l’artista

Ai Weiwei, Untitled (fish), 2022. Vetro di murano. Ph. Francesco Allegretto, courtesy Fondazione Berengo e l’artista

Ai Weiwei, La Commedia Umana – Memento Mori, 2022, installation view. Ph. Francesco Allegretto, courtesy Fondazione Berengo e l’artista

Ai Weiwei, La Commedia Umana – Memento Mori, 2022, installation view. Ph. Savino Cancellara, courtesy Fondazione Berengo e l’artista


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