«La mostra parla di sbirri e macchine…di macchine e di sbirri, macchine e guerriglia da strada. PAGHERÒ DEMAIN è un memo per gli sbirri che non pagano mai. Non è chiaro nemmeno a noi ma la mostra è un calcio nei coglioni». La personale di Nøne Futbol Club – abbiamo convenuto con i ragazzi di ChezPlinio – parla per sé, motivo per cui le è stato negato qualsivoglia apparato teorico tradizionale, ma parla anche per gli altri. Chi sono questi “altri”? Una piccola fotografia 6 x 10,6 cm si confonde con lo spazio bianco-sporco di via Cortina d’Ampezzo, 14 e ritrae un poliziotto francese a gambe all’aria mentre sta prendendo fuoco (Work n°068: French Cancan, 2020). La foto è stata scattata durante le manifestazioni parigine del 2016 che, in un ciclo e riciclo storico, si sono riproposte questo aprile per il secondo ballottaggio che vedeva contrapposti i due candidati di destra Macron e Le Pen. Questa è una mostra che parla degli “altri” nelle piazze.
Dal 2008, Nøne Futbol Club affronta l’arte come un gioco per trickster, raccogliendo direttamente dalla bocca dei buffoni la saggezza dell’elemento popolare, dei nuovi patois, i detti, i proverbi, le farse goliardiche, attingendo al mondo dei motori, del calcio e della strada. Lo dimostrano le detronizzazioni burlesche di slogan contemporanei come l’ACAB scritto a lettere cubitali serigrafate, che ci accoglie in mostra come una macchia di sangue sulla scena di un crimine contro lo stato. ACAB o Work n°911: All Cars Are Beautiful, 2018, fa comparire per la prima volta un elemento ricorrente nella ricerca del duo: una Renault Clio, che viene riproposta a grandezza naturale al centro dello spazio, proiettandovi sopra il blu dei suoi girofari ancora accesi. Se leggiamo l’automobile come estensione-feticcio del corpo, notiamo come il contemporaneo vi abbia applicato gli stessi principi occidentali di chiusura e sicurezza, è pertanto diventata un modo per attraversare un mondo riottoso senza esserne catturati. Lucida e laminata, in lei ogni segno di incompiutezza, ogni sporgenza e appendice sono state eliminate nel processo di produzione. Tuttavia, nella Clio I della polizia francese (Work n°911: All Cars Are Beautiful, 2013), recuperata e trasportata a Vigentino da Nøne Futbol Club, si materializza il rovescio dell’icona seduttiva della proprietà privata: ogni pezzo di carrozzeria è stato smontato e riassemblato al contrario dagli artisti, mostrando le “interiora” della macchina. Allo stesso modo, le plastiche di una serie di penne, appartenenti ai Carabinieri e all’Aeronautica Militare italiana, sono state masticate e ricomposte in maniera scultorea sul muro a sinistra all’interno dello spazio espositivo nell’unico lavoro inedito esposto in Pagherò Demain, ovvero Work n°282: The Call of the Wild, 2022.
Tutte le opere dei Nøne sono numerate come gli oggetti di un archivio criminologico, dove il crimine è tracciare la violenza della produttività del sistema, della tensione alla velocità, delle idee di sicurezza e protezione borghesi, del poliziotto che torna a casa per cena dopo aver preso a manganellate una ragazza che manifestava per il clima. Questo corpus di opere, che va dal 2013 al 2022, trova il suo compimento nella fantomatica Clio sottosopra che ci suggerisce la presenza in mostra di un’atmosfera efferata e giocosa: quella di un mondo al rovescio. Per capire questo punto, l’invito è di tornare alle piazze e a un antecedente delle suddette manifestazioni politiche: il carnevale medievale con le azioni e i riti comici a esso collegati, che occupava per giorni le piazze e le strade europee, in particolare nei paesi di cultura romanza come la Francia. Contrapposte alle forme di culto e alle cerimonie ufficiali della Chiesa e dello stato feudale, queste occupazioni di piazza edificavano accanto al mondo ufficiale un secondo mondo, che aboliva provvisoriamente tutti i rapporti gerarchici, i privilegi, le regole, i tabù statali. Per Michail Bachtin[1], l’annullamento delle gerarchie produceva un tipo speciale di comunicazione, specifico della piazza carnevalesca e caratterizzato dall’originale logica di un mondo alla rovescia, da permutazioni continue tra l’alto e il basso, ottenute tramite parodie, travestimenti e una forma particolare di riso che detronizzava burlescamente ogni forma di potere. Durante la “festa dei folli”, la “festa dell’asino”, come anche in alcune feste agricole, quali la vendemmia, veniva messo in scena un rovescio grottesco del mondo: i rapporti sociali e quelli di potere venivano sovvertiti, ci si poteva rivolgere alle autorità con un principio di derisione. Manifestazioni, parate, barricate, così come la Clio al contrario dei Nøne Futbol Club, mantengono ancora viva in sé quella derisione rituale delle divinità che si ritrova nelle più antiche cerimonie comiche. «Capovolgere un’auto», raccontava il duo già nel 2011, «è tra i primi gesti di protesta che ci rimanda alle immagini di rivolte riottose dove le macchine vengono capovolte a testa in giù, con il tetto che poggia a terra»[2]. Qui la divinità derisa è, quindi, la schiera di poliziotti immobile di fronte ai manifestanti che avanzano, la militarizzazione di uno Stato in costante “stato d’eccezione”, che combatte le minacce che inventa.
Tornando alla fotografia che ha aperto questo testo: il poliziotto qui sembra performare una simpatica danza, che ricorda il cancan francese. Il cancan stesso è stato, infatti, in epoca vittoriana, una protesta sotto forma di coreografia sociale, che voleva scoprire e far guardare sotto le gonne, girandole all’incontrario e, così, liberare le donne da una serie di costrizioni sociali e di costume. Il “sottosopra” è, quindi, il leitmotiv che accompagna Pagherò Demain, a detta degli artisti stessi è «il modo di rivelare e comprendere un oggetto, una situazione», di «indurre un nuovo significato alle nostre percezioni», grazie al quale ci sentiamo «ingannati, messi in discussione»[3]. Così, quelli che ci appaiono come dei veri pneumatici ammassati in una nicchia sulla destra dello spazio di ChezPlinio si rivelano pezzi di acero carbonizzato (Work n°144: Hot wheels, 2017), giocando ancora sull’inganno e lo straniamento del punto di vista. Un’analisi di quest’ultima opera, pubblicata di recente su ATP Diary, rivela come la scritta, impressa su uno dei quattro pneumatici, richiami uno dei modelli di ruote considerati tra i più sicuri sul mercato, le Pirelli P Zero[4]. Emerge nuovamente il tema della “sicurezza”, strettamente legato, come abbiamo visto, al corpo-auto, ma anche alla presenza costante delle forze di polizia sulle strade e nelle nostre città. Jonathan Simon, in un famoso testo del 2008[5], traccia la triangolazione paura-sicurezza-controllo sociale, illustrando come il modello neoliberale imponga di governare insistendo sul rischio e sulla sua prevenzione, sul pervasivo sentimento di paura di una classe media ormai impoverita, per mantenere un margine di controllo sulla cittadinanza. Il “calcio nei coglioni” che auspichiamo di sentire conclusa la visita da ChezPlinio per me è arrivato proprio da queste due domande: a quanta libertà siamo stati disposti a rinunciare come corpo sociale in nome della “sicurezza” e, soprattutto, chi è che stiamo davvero proteggendo? Forse, gli sbirri che non pagano mai. Le opere-rovescio dei Nøne Futbol Club, applicando gli antichi principi del realismo grottesco all’imagerie contemporaneo e considerando la possibilità di un secondo mondo “sottosopra”, ci mettono di fronte al potere immaginativo e generativo della mancata sicurezza nelle piazze, nelle auto, sulle strade.
Alessia Baranello
[1] Michail Bachtin, L’opera di Rabelais e la cultura popolare, 1965.
[2] https://nonefutbolclub.com/Work-n-206-1984-2011.
[3] Dall’intervista a Nøne Futbol Club contenuta nel foglio di sala.
[4] Melania Andronic, Pagherò Demain – Nøne Futbol Club | @ChezPlinio, Milano, «ATP Diary», 13 novembre 2022.
[5] Jonathan Simon, Il governo della paura. Guerra alla criminalità e democrazia in America, Raffaello Cortina, Milano, 2008.
Info:
Nøne Futbol Club, Pagherò Demain
28/10/2022 – 1/12/2022
ChezPlinio
via Cortina d’Ampezzo 14, 20139 Milano
chezplinio.com
Alessia Baranello (Campobasso, 1998) è una curatrice indipendente. La sua ricerca si concentra sul legame tra arti visive e questioni storiche, sociali ed economiche, con un’attenzione verso pratiche espositive sperimentali. Scrive di arte contemporanea, cultural e memory studies. È stata co-curatrice della residenza per artisti Uva Programme (Nizza Monferrato, luglio 2022) ed è co-fondatrice del duo curatoriale Scania Trasporti.
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