Helmut Newton (1920-2004) inizia la sua carriera nell’editoria, trampolino di lancio per i suoi concetti visivi e creativi: le riviste e i libri a cui ha collaborato e le mostre delle sue fotografie gli hanno permesso di raggiungere un pubblico vastissimo, che ha decretato all’unanimità il successo delle sue opere.
È con lui che la GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino ha aperto il nuovo anno inaugurando la retrospettiva “Helmut Newton. Works” visitabile fino al 3 marzo. La mostra è promossa dalla Fondazione Torino Musei, prodotta da Civita Mostre e Musei con la collaborazione della Helmut Newton Foundation di Berlino; il progetto espositivo è a cura di Matthias Harder, direttore della fondazione tedesca, il quale ha selezionato 68 fotografie che presentano una panoramica della lunga carriera del grande fotografo.
Helmut Newton ha realizzato, in più di cinquant’anni di carriera, un corpus fotografico che ha portato eleganza, stile e voyeurismo nella fotografia di moda, attraverso la quale ha raccontato con le immagini storie emozionanti e sorprendenti.
Il percorso della mostra, formato da quattro sezioni, parte dagli anni Settanta e Ottanta, durante i quali, grazie al suo soggiorno parigino, Newton ha affinato il suo stile inimitabile, giocando spesso con le convenzioni e sfidando i tabù dell’epoca con le numerose copertine di Vogue, fino all’opera più tarda, il ritratto di Leni Riefenstahl del 2000.
Il suo impeccabile senso estetico pervade tutti gli ambiti della sua opera che, oltre alla moda, spazia anche dai ritratti ai nudi; al centro di tutto sono le donne, la cui interazione con gli uomini è un altro motivo frequente della sua opera.
Nel suo corpus ritrattistico vi sono personaggi famosi del Novecento del calibro di Andy Warhol (1974), Gianni Agnelli (1997), Paloma Picasso (1983), Catherine Deneuve (1976), Anita Ekberg (1988), Claudia Schiffer (1992) e Gianfranco Ferré (1996). Tra le sue importanti campagne fotografiche di moda sono esposti alcuni servizi realizzati per Mario Valentino e per Thierry Mugler nel 1998 a Montecarlo e dintorni, dove ha vissuto dal 1981 in poi, oltre a una serie di importanti fotografie, ormai diventate iconiche, per le più importanti riviste internazionali di settore.
“Helmut è un gran manipolatore. Sa esattamente quello che vuole ed è implacabile nel cercare di ottenerlo sulla pellicola. Gli piace la teatralità della fotografia. Le modelle diventano le sue creature, i suoi personaggi” (June Newton). La vita esclusiva ed eccentrica del bel mondo e del jet set è un tema ricorrente nella fotografia di Newton, che ha messo in discussione i cliché visivi, ha abbattuto e trasgredito i confini e combinato moda e nudità con un senso di eleganza senza tempo, rendendo il suo lavoro sia una documentazione sia un commento del ruolo mutevole della donna nella società occidentale.
Nel 2003 Helmut Newton ha deciso di creare una fondazione nella sua città natale, Berlino, costituendo una partnership pubblico-privata con la Prussian Cultural Heritage Foundation, dando vita a uno spazio museale in cui l’austerità prussiana si mescola con l’eleganza moderna. La Helmut Newton Foundation è dedicata alla conservazione, all’esame e alla presentazione dell’opera fotografica del suo fondatore e di sua moglie, June Newton, che dal 1970 ha creato un corpus di lavori sotto lo pseudonimo di Alice Springs. L’istituzione è anche una sede espositiva a disposizione di altri fotografi (David LaChapelle, David Lynch, James Nachtwey, Ralph Gibson) che hanno interagito di volta in volta con le immagini provocatorie e ironiche del suo fondatore.
Giulia De Sanctis
Info:
Helmut Newton. Works
30 gennaio – 3 maggio 2020
GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino
via Magenta 31 Torino
Helmut Newton, Elsa Peretti as a Bunny, New York, 1975
Helmut Newton, Leni Riefenstahl, Poecking, 2000
is a contemporary art magazine since 1980
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