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La Fondazione Magnani Rocca celebra l’arte di Felice Casorati

Le fasi della pittura di Felice Casorati (Novara 1883 – Torino 1963) sono protagoniste della mostra dal titolo “Felice Casorati. Il concerto della pittura” in corso fino al 2 luglio 2023 presso la Fondazione Magnani Rocca a Mamiano di Traversetolo. L’idea alla base del percorso espositivo è stata la musica, immaginando un dialogo tra Luigi Magnani, padre dell’omonima Fondazione, compositore, collezionista e appassionato di musica, in particolar modo di Beethoven e Felice Casorati, musicista e pittore, accomunati dalla figura del compositore Alfredo Casella, maestro di Luigi Magnani e amico di Casorati. Tra i maggiori protagonisti del Realismo Magico, Casorati nella sua vita tra musica e pittura è stato un artista in cui l’innovazione delle avanguardie ha saputo fondersi nella tradizione del Ritorno all’ordine omaggiando i grandi artisti del passato, pur caratterizzandosi per uno stile personale e colto. L’attenzione per le diverse età della donna, accompagnata da un dettagliato studio della corporeità e della contrapposizione tra il nudo e la morbidezza degli abiti, ne caratterizza gran parte dell’opera, che viene ulteriormente arricchita grazie all’analisi introspettiva dei personaggi calati in ambienti sospesi, magici e metafisici.

Felice Casorati, Silvana Cenni, (dettaglio), 1922, tempera su tela, Torino, Collezione privata © Felice Casorati, by SIAE 2023

Abile e talentuoso sia nella musica e sia nella pittura, presentò nel 1907 alla Biennale di Venezia, l’opera Ritratto della sorella Elvira (1907) che accoglie lo spettatore all’inizio dell’esposizione. Su uno sfondo scuro, spicca il bianco luminoso degli accessori che accompagnano l’abito nero, di cui Casorati ritrae i panneggi e la morbidezza del tessuto con maestria. La figura, ritratta di profilo, è illuminata da un bagliore che ne evidenzia l’incarnato e la personalità. Anche nelle opere che si susseguono, come Le vecchie (1909) e Le ereditiere (1910), quest’ultima presentata alla Biennale del 1910, si nota come Casorati abbia saputo innovare la pittura figurativa dell’Ottocento, rivestendola di una spiccata personalizzazione legata allo studio degli stati d’animo e alla diversità degli sguardi, rivelatori di differenti storie ed esperienze di vita vissuta. Ma la sperimentazione di Casorati continua e si evolve, intrisa anche dell’influenza di Klimt e delle Secessioni, con una particolare attenzione alla verticalità delle figure e alla ricchezza dei dettagli e degli elementi decorativi, come si può osservare in Notturno (1912-1913). Le signorine (1912) segna un’importante svolta nel linguaggio pittorico dell’artista, il quale ritrae quattro donne, i cui nomi sono indicati ai loro piedi, accompagnate da una ricca presenza di oggetti caratterizzanti le protagoniste e la loro condizione, fiori e libri, che ricordano i dipinti del Quattrocento. Sfondo del dipinto sono le maestose fronde del cedro del Libano, presenti alla vista dello studio di Verona, affacciato su piazza Bra.

Felice Casorati, Le signorine, 1912, tecnica mista su tela (particolare) 2022 © Archivio Fotografico – Fondazione Musei Civici di Venezia, Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro © Felice Casorati, by SIAE 2023

Con l’avvento degli anni Venti e con il Ritorno all’ordine, lo stile di Casorati muta, influenzato anche dalla tristezza derivante dal dopoguerra e dalla morte del padre. Nell’opera Maria Anna De Lisi (1919), la protagonista si trova al centro dell’opera, immersa in un contesto geometrico, ma allo stesso tempo astratto e metafisico, caratterizzato dalla presenza di cubi, cavalletti e tele, spazio che rappresenta lo studio dell’artista: un luogo di silenzio, studio, riflessione e di creazione artistica. Altra opera emblematica dell’opera di Casorati è Uova sul cassettone (1920), su cui vengono rappresentate quindici uova, bianche e perfettamente ellittiche, poste su un tavolo che sembra inclinato, come dalla lezione di Cézanne, in un equilibrio instabile. L’uovo caratterizza la poetica dell’artista, simbolo emblematico, rappresenta il futuro dischiudersi di una nuova vita, l’attesa, la fragilità, la perfezione della forma, la contrapposizione tra solidità e la precarietà, tutti concetti che sembrano incarnarsi nel motto scelto da Casorati per la sua arte: Numerus Mensura Pondus (Numero, Misura, Peso). Il percorso espositivo prosegue con altre opere tra cui Le due sorelle (Libro aperto e libro chiuso) (1921), esposta in “Arte Italiana contemporanea” alla Galleria Pesaro di Milano, caratterizzata da una costruzione in diagonale dell’immagine e dalla contrapposizione tra le due sorelle, dal volto identico, di cui una appare giovane e nuda mentre la seconda è una donna adulta e vestita, accompagnate dalla presenza di un libro aperto con le pagine bianche ancora tutte da scrivere ai piedi della giovane e un libro chiuso al lato della sorella vestita. Le figure sono solide, quasi a ricordare la linea di Sironi e lo spazio circostante è geometrico, caratterizzato dal susseguirsi di piani paralleli. Il rigore geometrico e l’omaggio all’antico sono elementi che contraddistinguono la celeberrima Rosanna Cenni (1922).

Felice Casorati, Le uova sul cassettone, 1920, tempera grassa su tavola, collezione privata © Felice Casorati, by SIAE 2023

La lezione del Ritorno all’ordine è stata assimilata da Casorati, che omaggiando Piero della Francesca, incastona la ieratica protagonista al centro della scena, seduta su un’imponente e geometrica sedia i cui braccioli sono decorati da un drappo a disegni floreali, ai cui piedi pone diversi volumi di cui uno aperto. La verticalità della figura, come quella della posa delle mani, conferisce un senso ascensionale all’opera che accompagna lo spettatore alle spalle della protagonista, oltre la finestra, su un paesaggio collinare, in cui viene rappresentata un’architettura cara all’artista, rivisitata secondo forti richiami al Rinascimento. L’opera risulta in perfetto equilibrio compositivo; la luminosità dell’abito della donna si contrappone ai colori più scuri che delineano l’ambiente circostante in un’atmosfera sospesa tra realtà e magia, senza netta distinzione, delineando così il Realismo Magico che in quegli anni caratterizzava la produzione di molti artisti, tra cui Casorati. In Concerto (1924), la stessa modella è rappresentata in diverse posizioni, come in un balletto, riecheggiando quasi l’opera La Danza (1909) di Matisse, con le calde campiture di colore scelte dall’artista. La volumetria armoniosa dei corpi si muove nello spazio dalle prospettive geometriche, dove sono presenti intervalli di luci e ombre. L’elemento della musica è presente non solo grazie all’armonia della composizione, da cui sembra emanare un brano musicale, ma anche grazie alla presenza dello strumento, che evoca la chitarra del Suonatore di liuto (1595-1597) di Caravaggio. Conversazione platonica (1925) rappresenta un dialogo tra un uomo e una donna distesa, in una posa che richiama come la Venere di Tiziano e dal busto che sembra evocare l’Afrodite di Cirene, di cui l’artista conservava il gesso nel suo studio. Il volto dell’uomo viene nascosto dal cappello, mentre posa lo sguardo sulla donna che sta davanti a lui. La composizione si snoda sulle diagonali della donna e dell’uomo che si incontrano al centro della tela, ove avviene la conversazione silenziosa tra i due, in un ambiente astratto, universale e metafisico.

Felice Casorati, Beethoven, 1928, Rovereto, MART, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto © Felice Casorati, by SIAE 2023

Beethoven (1928) pone il legame tra Casorati e Magnani dato dalla musica e dalla stima verso il compositore tedesco. La protagonista del dipinto, una bambina dalla candida veste, si erge al centro della scena e, con sguardo malinconico, guarda lo spettatore catturandolo nell’opera, in cui sono presenti diversi piani che si susseguono e oggetti, quali lo specchio che la ritrae di spalle e una chitarra, visibili in modo parziale, muri con aperture laterali che ampliano lo spazio pittorico, espandendo le volumetrie. I riflessi delle figure o la presenza degli specchi sono elementi ricorrenti nell’arte di Casorati, i quali espandono i piani prospettici dell’opera ed esaltano alcuni particolari, dimostrando la maestria dell’artista nel ricorrere a tali mezzi figurativi ed espressivi. Si prosegue con dei disegni a matita fino ad arrivare alle nature morte degli anni Trenta, che Casorati dipinge con “naturalezza cosciente” come indicato dall’artista stesso, passando poi a Sorelle Pontorno (1937), Uova su fondo rosso (1953) e agli schizzi per opere teatrali del Teatro alla Scala di Milano a cui si era dedicato in qualità di scenografo sfruttando la sua notevole abilità nel disegno. “Felice Casorati. Il concerto della pittura” grazie alla ricchezza e all’importanza delle opere presenti, consente di calarsi nel Realismo Magico di uno dei maggiori artisti del Novecento italiano e di apprezzarne la raffinatezza stilistica, l’attenzione per le diverse età della vita, l’equilibrio della composizione e l’erudizione dei contenuti, che ne arricchiscono ancor più i significati legati alle opere.

Info:

Felice Casorati, Il concerto della pittura
17/03/2023 – 02/07/2023
Fondazione Magnani Rocca
Traversetolo (PR)


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