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La galleria Francesca Minini presenta “The Zone”, mostra personale di Ambra Castagnetti

La mostra di Ambra Castagnetti (Genova, 1993) appare come il ritrovamento di un’archeologia after party, dopo un Sabba, dopo una grande festa spirituale in una radura boschiva. Quello che rimane compone la sua prima mostra personale per la galleria Francesca Minini, The Zone, il cui titolo è un esplicito richiamo al film Stalker (1979) di Andrej Tarkovskij. Ci accoglie una testa, con le ciglia fatte di piume, assopita sul muschio a farle da cuscino, Ipnagota (2023). Continuando notiamo la presenza di corpi nudi ibridi in sinergia spirituale e materiale con l’ambiente circostante. A confermare questo scenario l’opera Postumi di una sbornia (2023), una scultura in alluminio di due gambe longilinee con delle scarpe che fasciano i piedi (ricordano tra l’altro delle Nike Uptempo o delle Buffalo). Riposano sul muschio anche le teste canine, in alluminio, della serie Ponycore (2023). In questo scenario selvaggio l’argomento principale è il senso del corpo qui rappresentato in sembianze ibride con il regno animale, vegetale e umano.

Ambra Castagnetti, The Zone, installation view at Francesca Minini, Milan, photo Andrea Rossetti, Courtesy Francesca Minini, Milan

Scorpia (2023) è una creatura fatta di alluminio, plastica, resina e borchie che costellano la coda e il pungiglione della metà scorpione; Boschiva (2023), invece, appare come la Dafne delle Metamorfosi di Ovidio, fatta di alluminio, muschio, stelo, plastica, resina, cavi elettrici e cristalli di vetro, in trasformazione e in totale fusione con il suo piedistallo ricavato da un tronco d’albero. I riferimenti alla mitologia classica sembrano continuare con Ragazza del carro armato (2023) armata – come Atena – di alluminio sull’addome e di fiori e foglie sul petto. La stampa fotografica Aeterna (2023) è ciò che rende reale questa visione: un corpo tatuato in cui i peli pubici sono diventati muschio, una fusione panica con la Terra.

Ambra Castagnetti, The Zone, installation view at Francesca Minini, Milan, photo Andrea Rossetti, Courtesy Francesca Minini, Milan

In fondo alla galleria è ricreato un ambiente in cui l’opera Città delle Mura (2023), in totale estetica cyber punk, convive con il suono di una piccola fontana da cui sgorga l’acqua. Si presenta come una sorta di fonte, di brodo primordiale, un pozzo accerchiato dal muschio in cui si riflettono all’infinito, tramite un gioco di specchi, le schede madre che la compongono all’interno. Come negli anime giapponesi Akira e Evangelion, avviene un’ibridazione filosofico-tecnologica tra la grande metropoli e il soggetto che incorpora il paesaggio suburbano. Questa mostra è un processo immaginifico che avviene attraverso meditazione profonda, che porta verso un sogno lucido e racconta di un organismo che si propone come fluido, che manifesta l’urgenza di ibridazione antispecista e antibinarista. Prendendo le mosse dal Manifesto Xenofemminista (2015) del collettivo Laboria Cuboniks, il corpo qui mostrato è una dichiarazione di ribaltamento semantico e ci interroga sul significato dell’identità e sul legame tra il corpo esterno e il paesaggio interiore.

Ambra Castagnetti, The Zone, installation view at Francesca Minini, Milan, photo Andrea Rossetti, Courtesy Francesca Minini, Milan

Caso vuole che in questo stesso periodo Milano abbia visto la presenza di Paul B. Preciado (Burgos, 1970) che, in occasione della presentazione del suo libro Disphoria Mundi, ha messo in luce come questa sia la più grande rivoluzione epistemologica dal 1492, quando si sono creati dei valori e degli immaginari legati al sesso, al corpo, all’identità di genere come parte di strutture sociali che adesso risultano essere completamente in collasso. Secondo Preciado la cellula rivoluzionaria di questo cambiamento siamo noi stessi, è necessario quindi mettere in discussione i parametri riferiti ad una tradizione che ha più di 500 anni. Le opere di Castagnetti agiscono in questo senso rappresentando urgenze della generazione contemporanea, eredi di un pensiero che ha le sue radici nel Post-human, un discorso aperto da trent’anni.

Angelica Lucia Raho

Info:

The Zone, Ambra Castagnetti
Galleria Francesca Minini
via Massimiano 25, Milano
18/05 – 28/07/2023
www.francescaminini.it


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