Al 6 di Burlington Gardens, la Pace Gallery di Londra presenta una sublime mostra di James Turrell che, per gli intenditori, si è lasciata annunciare dall’opera Mors Somnus, presentata per la Summer Exhibition alla Royal Academy nel 2019, in concomitanza alla mostra At the Edges of Things alla PACE Gallery, che presentava, tra le altre, opere di Mary Corse, riflettendo così sull’influenza del Light & Space Movement nel contemporaneo. Dall’11 febbraio 2020, PACE Gallery omaggia Turrell di una personale unica nel suo genere e presenta una scelta di opere tratte dalla serie Constellation che riflettono la nuova configurazione della luce proposta da Turrell, pensata in continuità con la tradizione artistica, ma al contempo distinguendosene per l’uso sofisticato della tecnologia, elemento che ha da sempre interessato l’artista già dal contribuito al programma Art & Technology, iniziato dal LACMA Museum ad LA alla fine degli anni ‘60.
In particolare, come sottolinea il direttore curatoriale Oliver Shultz, Constellations giunge al culmine di un pensiero che vuole meditare sul legame tra luce, femonomenologia, e spazio, da sempre alla base del linguaggio dell’artista, superandone la forma della proiezione e dell’illusione che caratterizzavano le prime opere, per soffermarsi sulla rivelazione della materia e della manifestazione fisica della luce stessa in analogia con la forma pittorica.
Secondo l’introduzione di Shultz, le tre opere (Sagittarius, Cassiopeia e Pegasus) sono da intendersi come portali luminosi, o delle architetture del pensiero, che consentono un incontro con la luce, attraverso un ripensamento dello spazio nello spazio, diversamente pensato da Turrell, come ‘spazio sensibile (sensing space)’. In questo senso, Turrell invita a ripensare la luce non più quale metafora della ragione e della visione, ma ne rivela la materia stessa nella sua più alta e sublime forma, configurando una fenomenologia della sensazione in relazione al contesto. Composto da materiali quali luci L.E.D, vetro smerigliato, e gli accorgimenti spaziali, il trittico di Constellation si inserisce magistralmente nel contesto della galleria, restituendoci una geometria arcana di ciò che è la fenomenologia della luce, oggi resa possibile dalle moderne tecnologie.
Senza l’uso di espedienti formali, Turrell configura una geometria della senzazione che intende superare le leggi dell’ottica, per articolarsi secondo le figure di due ellissi tra cui è incastonata una figura circolare. Nel suggerire un possibile ricongiungimento con la dimensione cosmologica, Constellation articola una poetica della distanza che guarda alla luce quale rivelazione in relazione agli eventi, il tempo, il movimento, e i luoghi. In questa stessa distanza, Turrell invita a un’esperienza conscia della luce, che possiamo percepire nelle altezze del formato verticale di Pegasus, per poi suggerire un possibile ricongiungimento con questa dimensione seguendo la forma circolare del dipinto Cassiopeia, fino a creare un allineamento con le stesse costellazioni, suggerito dall’asse orizzontale di Pegasus, in cui l’ellisse figura il limite attraverso cui la luce resiste all’esperienza e del sapere sensibile.
Nel complesso, la geometria di Turrell permea la galleria di un’atmosfera palpabile e virtuale, rivelando una nuova configurazione della luce che proviene dall’arcano. Questo pensiero si manifesta attraverso l’esperienza fisica e sensoriale dell’opera, in cui Turrell esercita ciò che definisce, una certa profondità di visione, focalizzandosi sulla manifestazione di un nimbo di luce che emana dalla superficie dei suoi dipinti, riflettendo uno spettro cromatico mai così vivido e vibrante nelle sue opere.
Con Constellations, Turrell ci consegna una nuova configurazione della luce mai completamente esauribile in un solo pensiero o sensazione. Le sue opere sono avvolte da un fascino indescrivibile che fa immediatamente leva sul nostro desiderio di conoscenza. Si voglia che il tema della luce è al fondamento delle manifestazioni artistiche e del pensiero, o che la moderna tecnologia abbia esteso gli orizzonti della conoscenza di questo fenomeno, o ancora che il contesto in cui Turrell ha meditato la sua pratica è più incline all’innovazione, le opere di Turrell ci consegnano una nuova configurazione della luce che ricongiunge i sensi e l’intelletto. Ma, in quest’innovazione formale, scorgiamo quell’elemento di semplicità e quieta grandezza che pone Turrell in linea con i pittori di luce della grande tradizione classica.
Le opere di Turrell derivano da una riflessione che continua da oltre 50 anni, come dimostra l’omaggio che PACE Gallery ha pensato per l’artista in concomitanza con Frieze LA, una mostra di opere immersive tratte dalla serie Glass works (dal 2006) progettata con il supporto della Galleria Kayne Corcoran. È questo anche il momento di celebrare il progetto non compiuto del Roden Crater, un’opera di Land Art pensata dall’artista dal 1977, con l’intento di trasformare un cono di origine vulcanica, situato nel Painted Desert del Northern Arizona, in ‘un osservatorio a occhio a nudo’. È in questa stessa cornice che viene presentato il progetto Support Light per il Roden Crater hashtag #supportlight, che richiama l’attenzione in supporto del compimento di quest’opera monumentale.
Info:
James Turrell
PACE GALLERY London
11 Febbraio – 27 Marzo 2020
http://rodencrater.com/support/
James Turrell – PACE Gallery, Burlington Gardens, London 2020 © James Turrell, Courtesy Pace Gallery
James Turrell, from Constellations series, PACE Gallery, Burlington Gardens, London 2020 L.E.D. light, etched glass e shallow space – installation view © James Turrell, Courtesy Pace Gallery
James Turrell, from Constellations series, PACE Gallery, Burlington Gardens, London 2020 L.E.D. light, etched glass e shallow space – installation view © James Turrell, Courtesy Pace Gallery
James Turrell, from Constellations series, PACE Gallery, Burlington Gardens, London 2020 L.E.D. light, etched glass e shallow space – installation view © James Turrell, Courtesy Pace Gallery
È interessata agli aspetti Visivi, Verbali e Testuali che intercorrono nelle Arti Moderne Contemporanee. Da studi storico-artistici presso l’Università Cà Foscari, Venezia, si è specializzata nella didattica e pratica curatoriale, presso lo IED, Roma, e Christie’s Londra. L’ambito della sua attività di ricerca si concentra sul tema della Luce dagli anni ’50 alle manifestazioni emergenti, considerando ontologicamente aspetti artistici, fenomenologici e d’innovazione visuale.
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