In questi giorni, in Sicilia, si sta svolgendo la terza edizione di Situ Festival, un format di residenza d’arte, ideato da Nicola Tineo, che si sviluppa all’interno di spazi sacri sconsacrati e siti storici dell’Isola. Ad Acate, in provincia di Ragusa, presso il Castello dei Principi dei Biscari, l’ex Convento dei Cappuccini e lo studio dell’artista Giuseppe Stornello (anche curatore della presente edizione) è iniziata l’1 settembre la residenza di un gruppo di sette artisti, selezionati tramite open call, i quali dovranno concepire un percorso espositivo e itinerante all’interno della cittadina, capace di rendere conto delle peculiarità storico-culturali del luogo, anche nel rispetto delle problematicità del panorama contemporaneo. A conclusione della residenza, dal 9 all’11 settembre, sarà dunque fruibile nei siti sopracitati il risultato della convivenza artistica, assieme alla presenza speciale dell’installazione Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto.
All’interno del Festival vi è una sezione esclusivamente dedicata alla performance, e proprio qui, nel contesto della scorsa edizione, del 2021, il team di organizzatori di Situ Festival, che sono anche i fondatori dell’associazione culturale milanese Zona Blu, si è ritrovato a ragionare con il collettivo performativo Tempio Day Light (le cui ballerine erano state invitate alla residenza, nel 2021 tenutasi a Militello) sulla necessità di un focus specifico sulla performance. Il ragionamento verteva in particolar modo sul risolvere l’urgenza di sostenere la presenza delle performance all’interno dei circuiti artistici contemporanei italiani, soprattutto nel contesto di una metropoli quale Milano, che, sebbene si presenti come una grande piattaforma per l’arte contemporanea emergente, risulta ancora carente di un vero e proprio supporto per questo linguaggio artistico così sottovalutato.
Molto spesso accade infatti che i performer emergenti, giovani o meno giovani, vengano giudicati come artisti che non sapevano fare altro, ad esempio disegnare, dipingere o scolpire, e che dunque si siano catapultati su tale cifra artistica come ripiego per esprimere i loro concetti attraverso un medium, erroneamente giudicato più “facile”, ovvero il corpo.
Da simili pensieri si è visto nascere nei mesi successivi una proficua collaborazione tra i due collettivi, che poi è culminata con la presentazione, a fine aprile 2022, della prima edizione del festival PERFORMA24: un nuovo format che ha proposto un ventaglio di atti performativi diffusi per la città di Milano. Tutti gli eventi, inoltre, sono stati presentati all’interno di spazi indipendenti ed emergenti, spesso situati nei luoghi più periferici della città. La combinazione di un’arte performativa emergente, proposta all’interno di spazi liminali, ha pertanto avuto lo scopo di portare i cittadini e fruitori del Festival a conoscere nuovi luoghi atti alla promozione dell’arte contemporanea emergente, assieme a un vero e proprio sostegno nei confronti di tale operazione artistica tanto discussa e ignorata.
Tra il 22 e il 23 aprile 2022 a Milano si è quindi svolta, nell’arco di ventiquattro ore, una performance continua e diramata che ha coinvolto 25 artiste e artisti all’interno e all’esterno di cinque spazi diversi. A partire da Piazzale Loreto uno stuolo di persone ha seguito la prima performance Lenzuolisospesi di Silvia Capiluppi che ha condotto il corteo, divenuto nel corso del tragitto sempre più affollato, alla seconda tappa dell’evento: Tufano Studio. Qui si sono svolti di seguito, o contemporaneamente, influenzandosi e compenetrandosi, altri quattro atti, tra i quali vale la pena di citare l’installazione diffusa di Andrea Como e Andrea Colucci: Ubiquità. Un lavoro che ha accompagnato il Festival per entrambe le giornate che, in questo caso, permetteva, tramite l’installazione di due telecamere all’interno degli spazi della terza tappa, il Tempio del Futuro Perduto, la creazione di un collegamento in tempo reale con i preparativi e le prove delle performance che si sarebbero viste da lì a qualche ora. Giunti dunque alla terza tappa i fruitori sono stati accolti e immersi da altri tre momenti performativi all’interno del club milanese, tra cui un esordio del collettivo Bisogno Collettivo con il pezzo Solfatara. Il giorno seguente il Festival ha ripreso i suoi rapidi ritmi alle 9 del mattino presso Mare Culturale Urbano, dove la voce della performer Denise Valenti ha accompagnato tutto il corso della mattinata con il suo discorso sull’essere felici, però… mentre le sue compagne e colleghe le gravitano attorno svolgendo diverse attività, quali impacchettare regali, dipingere le tele presenti nello spazio, o interrompere con scherzi o pacchette sulle spalle il soliloquio della voce narrante. Con lo sfondo di questa struggente cantilena si sono svolti, all’interno delle sale del centro culturale, altre tre performance e, anche qui, ritroviamo l’installazione Ubiquità che anticipava ciò che sarebbe avvenuto nella tappa successiva: Wild Art, centro per l’arte e l’arte terapia, dove avrebbe poi avuto luogo una vivace performance di Gianluca Tramonti, assieme alla presentazione di un video e di un laboratorio. La giornata, e quindi tutto il ciclo di eventi, si è concluso presso Zona Blu dove sono state presentate le ultime due performance, tra cui Pulire, Strofinare, Dimenticare di Mattia Peruzzo e Rebecca Erroi.
A margine del Festival di aprile e della presenza, da ormai tre anni, del Festival siciliano, possiamo ora notare come affiori e si imponga l’urgenza da parte di questi artisti e dei relativi promotori di trovare terreno più fertile da parte delle istituzioni per quanto concerne la loro pratica e ciò che possono offrire di valore, a livello culturale e artistico. Se un gruppo di giovani attori e promotori culturali è stato in grado di organizzare eventi di simile portata, non significa che dall’alto siano giunti aiuti e sostegni, ma che la spinta dal basso è stata veramente forte in quanto derivante dalla grande necessità di emergere e di non restare solo a galla, ma di andare sempre più in alto. Per queste ragioni, sebbene il Festival PERFORMA24 si sia concluso con immenso successo e abbia spinto i suoi promotori a tuffarsi anche nell’organizzazione della terza edizione di Situ Festival, è inevitabile notare come sia estremamente importante sostituirsi alle istituzioni nella promozione e diffusione di eventi culturali, quando queste risultano carenti per quanto riguarda, qui nello specifico, il caso di un gruppo di performer emergenti, ma pur sempre di talento. Pertanto, possiamo dire che la performance emergente non è arte di serie B e necessita del suo spazio e della giusta attenzione.
Anita Fonsati
Info:
AA.VV., Situ Festival
edizione curata da Giuseppe Stornello
festival fondato e curato da Nicola Tineo
01/09/2022 – 11/09/2022
Acate, RG
www.zonablu.org/situ3-2022
Poly Marchantia, Quali voci, quali corpi, quali storie?, Chiesa Anime Sante del Purgatorio, Militello in Val di Catania. Nel contesto di Situ Festival, Militello in Val di Catania. Ph. Michael Lo Monaco e Gianpaolo Berretta, courtesy Situ Festival e l’artista
Bisogno Collettivo, Solfatara, Tempio del Futuro Perduto, Milano. Nel contesto di PERFORMA24, Milano. Ph. Emanuele Cristaldi e Davide Cipolat, courtesy PERFORMA24 e le artiste
Andrea Como, Andrea Colucci, Ubiquità, Mare Culturale Urbano, Milano. Nel contesto di PERFORMA24, Milano. Ph. Emanuele Cristaldi e Davide Cipolat, courtesy PERFORMA24 e gli artisti
Mattia Peruzzo, Rebecca Erroi, Pulire, Strofinare, Dimenticare, Associazione Culturale Zona Blu, Milano. Nel contesto di PERFORMA24, Milano. Ph. Emanuele Cristaldi e Davide Cipolat, courtesy PERFORMA24 e gli artisti
Curatrice e critica d’arte contemporanea, lavora a Milano. Laureata nel corso triennale di Economia e Gestione dei Beni e delle Attività Culturali presso Università Cà Foscari di Venezia e al corso di biennio di Visual Cultures e Pratiche Curatoriali presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano. È attualmente contributor per Exibart e per Juliet Magazine, di cui è anche assistente editoriale web. È inoltre co-fondatrice e tesoriere dell’associazione culturale Genealogie del Futuro. La sua ricerca curatoriale verte sulla ridefinizione del rapporto che intercorre tra arte contemporanea e società, soprattutto all’interno dello spazio pubblico.
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