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La Quinta Stagione. Un futuro visibile dall’alto

La Quinta Stagione. Un futuro visibile dall’alto

La Cisterna di Santa Maria di Castello a Genova respira dopo tanto tempo l’Arte Contemporanea e lo fa in modo del tutto naturale, grazie al concept La Quinta Stagione pensato dalla curatrice Benedetta Spagnuolo e grazie alla realizzazione di opere visive che lo raccontano. Lo spazio si trova all’interno di un grosso complesso conventuale costituito dalla Chiesa di Santa Maria di Castello, dal Convento e dai Chiostri, un insieme vasto di volumi che si sviluppa a ridosso della zona portuale del Molo e che occupa la sommità di un’area collinare di antichissimo insediamento. La Cisterna si trova, nello specifico, sotto il terzo chiostro e all’epoca serviva per la raccolta d’acqua piovana di cui era dotato il convento, risale al IX secolo ed è stata realizzata con materiali di recupero, come testimoniano i frammenti di colonne romane che troviamo all’interno.

La tematica sprigiona un senso di rifioritura, un ritorno alla vita in questo periodo difficile che stiamo vivendo e regala all’osservatore angoli di tempo e di spazio che vanno al di là del reale, che aprono nuovi orizzonti interiori e interiorizzati.  Il concetto di Quinta Stagione è stato utilizzato in passato anche dalla cantautrice Cristina Donà nel suo quinto album del 2007 e lo hanno fatto anche i registi Peter Brosens e Jessica Woodworth nel 2012, con il loro omonimo film in lingua originale, La Cinquième Saison a cui questo progetto sembra ispirarsi più da vicino, un piccolo capolavoro che forse non si può considerare un vero e proprio film con il suo senso di malsano che i due registi ci trasmettevano, con la forza disturbante di un certo cinema “implacabile” del grande nord, come il Dreyer di Dies Irae e Giovanna d’Arco, e il Bergman più estremo e cupo, quello del Settimo sigillo, di La vergogna e Il silenzio.

In questa esposizione si nota infatti un ritorno al passato, guardando sempre con un occhio al futuro e soprattutto vedendo una ipotetica Quinta Stagione come soluzione e risoluzione ad un presente imperfetto a cui vorremmo sfuggire. Questo gioco temporale induce a riflettere sul nostro tempo; pensare il tempo inquieta poiché indagarlo vuol dire, in fondo, indagare la vita e il suo mistero, ogni giorno lo combattiamo con diversi strumenti e non soltanto con gli orologi: la qualità della nostra vita, la conservazione della natura è particolarmente influenzata dal proprio rapporto con il tempo. In questa rassegna si è pensato di esprimere anche questa riflessione, tentando di sensibilizzare in qualche modo la nostra cultura moderna, la quale attraverso una ricerca di armonia con la vita, non riesce a ristabilire quell’idea di tempo evasivo che accorda il nostro tempo umano con gli altri ritmi.

Entrando nella sede della Cisterna notiamo subito il soffitto dalle grandi volte che contengono, come una scatola magica, opere di varia tecnica, pittura, fotografia, installazione e video.  Le opere dialogano esattamente con lo spazio, come se facessero parte della struttura stessa, e alternandosi con colori e dimensioni diverse regalano dinamicità e movimento a ogni cinerea parete.  Ci muoviamo in questi spazi circondati da suoni della natura, avvolti dai rumori del vento, delle foglie degli alberi, dell’acqua che scorre, con un’esperienza fortemente immersiva che si accosterà indelebilmente a quella visiva durante tutto il percorso espositivo.

Sulla parete a sinistra troviamo la prima artista Giovanna Sposato che con i suoi micromondi ci accoglie in modo del tutto naturale e spontaneo all’interno della sala; a seguire, l’opera dallo slancio verticale e dal grande simbolismo di Fabiana Lualdi; accanto il trittico di Sonia Andreani, un lavoro in tecnica mista dove il concetto di primitivo è evidente grazie al segno lineare e all’utilizzo di materiali come la juta; e ancora le quattro opere su tela di Chiara Trevisan, dei collage digitali pieni di elementi connessi al periodo storico che stiamo vivendo; e infine sulla prima fiancata l’opera di Lodovico Leonetti che rimanda a una pittura classica, avendo comunque delle forti componenti contemporanee.

Sulla parete frontale troviamo invece il dittico di LuluX, un lavoro legato alla propria terra, la Sicilia, dove le tele accolgono i lapilli del vulcano che si miscelano con il colore dalle tonalità calde ed accoglienti, qui La Quinta Stagione è vista come esplosione di vita; accanto scorgiamo le grandi tele di Valerio Murri, dalle tonalità fredde ma non glaciali, che cancellano nettamente le stagioni reali e ci avvicinano a stagioni del tutto idealizzate; poi le piccole fotografie dalla forte sensibilità di Beatrix Kittens, qui il rimando alla femminilità è chiaro (le rose, i rami) come se la stagione che lei volesse farci notare, fosse vista come una reazione contro la violenza; si accostano poi i tre grandi lavori ad olio su carta di Salvo Bonfiglio, legati strettamente all’idea di famiglia e anche, se pur più nascosto, a quello di ribellione, infatti dipinge anche una maschera dalle sembianze di un maiale; ultimo lavoro su parete frontale è la scultura in fil di ferro di Elena Chimenti, una testa sorretta da una mano, la mano della natura (viste le foglie verdi in stoffa applicate), e dentro la testa una chiave, l’aiuto della natura in questo caso sembra l’unico appiglio possibile  per una rinascita ad una Quinta Stagione.  

Stagliati sulla parete a destra troviamo i lavori di Annamaria Gagliardi, due grandi tecniche miste dai colori tenui che ricordano l’allontanarsi della stagione estiva per arrivare a una stagione nuova; a seguire le due tele di Giovanni Ignazzi dall’atmosfera sospesa raccontano solitudini senza tempo; e l’installazione di Silvia Ottobrini, fatta da un manichino centrale e due sculture a parete laterali (rispettivamente due mani), piena di simbolismi è legata alla memoria e al concetto di donna, dove la Quinta Stagione  è rappresentata da un periodo passato più che futuro; dopo Federico Pisciotta con le sue tele legate a “elementi e allegorie che rivelano, con ironia, la precarietà dell’esistenza umana consumata dalle abitudini quotidiane”, come dice la curatrice stessa; in fondo le tre opere di Antonella Santonocito che vedono all’orizzonte una stagione nuova grazie all’esperienza e al ricordo di momenti passati.

Sull’ultima parete della Cisterna le fotografie di Matteo Dei raccontano la speranza e i sogni attraverso immagini che cristallizzano “le semplici cose” dei nostri gesti quotidiani; e poi l’opera di Massimiliano Manenti, dal titolo Uscita dal Terzo Millennio descrive esattamente il pensiero della mostra, una corsa per andare fuori da questo brutto momento storico; infine due tecniche miste di Giovanna Licciardello, una delle due dal titolo Earth from space, offre all’osservatore un modo nuovo di percepire le stagioni fuori da questo mondo, dove la vista dall’alto sembra l’unica vera speranza.

Chiude la mostra il video installato su monitor di Alessandra Zorzi, dal titolo Il sogno della ragione, qui il titolo parafrasa Goya: “Il sonno della ragione genera mostri.” Si tratta di un’animazione sull’assurdità, sulla guerra, sull’intolleranza, sul fanatismo e anche sull’incomprensione; qui la nuova stagione viene probabilmente vista come invito a rinnovare un nuovo punto di vista oltre l’assuefazione di immagini crude.

Dopo aver visitato e vissuto la mostra, ritorniamo al “nostro tempo” con la sensazione di un rinnovamento del pensiero, forse più speranzosi di una rinascita concreta e non solo immaginaria, dove la Quinta Stagione non è più solo uno spazio mentale dell’artista, ma finalmente qualcosa che diventa reale.

Francesco Arena
19 Novembre 2021

Info:

LA QUINTA STAGIONE
Collettiva d’Arte Contemporanea
A cura di Benedetta Spagnuolo
11 – 20 Novembre 2021
Cisterna di Santa Maria di Castello – Via Santa Maria di Castello, n. 27 – Genova
Tutti i giorni H. 15:00 – 18:00
Ingresso libero
Organizzazione: ARTISTI ITALIANI – arti visive e promozione
Patrocini: Regione Liguria e Comune di Genova
Mediapartner: GOA Magazine

ARTISTI ITALIANI – ARTI VISIVE E PROMOZIONE

+39 320 4868376
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La Quinta Stagione, Cisterna di S.M. di Castello, GE – Installation view. Photo Credits Francesco Arena. Courtesy Artisti Italiani-arti visive e promozione

Artwork by Alessandra Zorzi, La Quinta Stagione, Cisterna di S.M. di Castello – GE. Photo Credits Francesco Arena. Courtesy Artisti Italiani-arti visive e promozione

Chiara TrevisanArtwork by Chiara Trevisan, La Quinta Stagione, Cisterna di S.M. di Castello – GE. Photo Credits Francesco Arena. Courtesy Artisti Italiani-arti visive e promozione

Artwork by Giovanna Sposato, La Quinta Stagione, Cisterna di S.M. di Castello – GE. Photo Credits Francesco Arena. Courtesy Artisti Italiani-arti visive e promozione

Artwork by Silvia Ottobrini, La Quinta Stagione, Cisterna di S.M. di Castello – GE. Photo Credits Francesco Arena. Courtesy Artisti Italiani-arti visive e promozione

Artwork by Sonia Andreani, La Quinta Stagione, Cisterna di S.M. di Castello - GE. Photo Credits Francesco Arena. Courtesy Artisti Italiani-arti visive e promozioneArtwork by Sonia Andreani, La Quinta Stagione, Cisterna di S.M. di Castello – GE. Photo Credits Francesco Arena. Courtesy Artisti Italiani-arti visive e promozione

La Quinta Stagione, Cisterna di S.M. di Castello, GE – Installation view. Photo Credits Francesco Arena. Courtesy Artisti Italiani-arti visive e promozione


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