READING

La Sagra della Lucertola | Con Simone Carraro per ...

La Sagra della Lucertola | Con Simone Carraro per Una Boccata d’Arte 2023

«Dopo il tramonto emersero dall’acqua le teste delle salamandre, relativamente grandi e moderatamente appiattite. In poco tempo giunsero a riva, avanzando con movimento oscillante, ma abbastanza elastico, servendosi delle zampe posteriori. Da sedute erano alte poco più d’un metro. Si disposero in un ampio semicerchio e cominciarono a torcere la metà superiore del corpo con caratteristico movimento, come danzassero»[1]. Questo è Karel Čapek che in La guerra delle salamandre (1936), un romanzo arguto e profetico, descrive il primo avvistamento scientifico – in una baia dei mari del Sud – delle “megasalamandre” antropomorfe, che edificano e si nascondono in città sottomarine, per emergere poi dall’acqua  solamente al tramonto e abbandonarsi selvaggiamente a un moto ondulatorio che segue il riflesso della luna sull’oceano.

Simone Carraro, Cajon a bretella con coda sonagliera in pelle, 2023. Tecnica mista, legno, sonagli, pelle, vernice acrilica, 40 x 200 x 50 cm. Installata sul Belvedere Bruno Bartolomei. Sagra della Lucertola, Pietracamela (TE), Abruzzo. Ph Andrea Fiordigiglio. Opera realizzata con il sostegno di Fondazione Elpis nell’ambito di Una Boccata d’Arte 2023

Questo è anche il primo brano a cui ho pensato osservando i performer coreografati da Simone Carraro (Treviso, 1995) inerpicarsi, nevrotici come dei rettili a primavera o come una banda durante una festa estiva, tra gli interstizi rocciosi del borgo di Pietracamela (Abruzzo), alle pendici del Gran Sasso. Per Una Boccata d’Arte – iniziativa della Fondazione Elpis di “ripopolamento” artistico di piccoli borghi italiani, che quest’anno segna la sua quarta edizione – Carraro ha adunato suoni da diverse epoche e latitudini (si parte da una coppia di sistri egiziani per arrivare al triccheballacche partenopeo), costumi dal futurismo atavico, e grafiche riferibili al muralismo e alla cultura graffitista. Nel “rito immaginario” della Sagra della Lucertola, i suoni si mischiano, gli astanti ballano e le lucertole ammaestrate schioccano i sonagli.

Simone Carraro, Vibrafono, 2023. Tecnica mista, legno, metalli, campane, vernice acrilica, 110 x 190 x 40 cm. Installato sul Belvedere Bruno Bartolomei. Sagra della Lucertola, Pietracamela (TE), Abruzzo. Ph Andrea Fiordigiglio. Opera realizzata con il sostegno di Fondazione Elpis nell’ambito di Una Boccata d’Arte 2023

Alessia Baranello: Io nasco in una regione confinante con l’Abruzzo; in un contesto di feste estive, cantine aperte e carnevali. Perciò, mi sono spesso chiesta cos’è una sagra e cosa ci succede dentro. Nel tempo, l’ho intesa come un luogo polifonico, dove linee melodiche normalmente tenute separate si uniscono, a restituire momenti inaspettati di armonia e dissonanza. Insomma, un formato imprevedibile, che modifica continuamente le sue condizioni di partenza. Perché una sagra delle lucertole? Da dove proviene la tua affezione per queste piccole realtà di festa, relegate dal sentire comune al “folklore”, ma che rappresentano sicuramente molto di più?
Simone Carraro: In generale, quello che mi affascina delle forme di creatività spontanea, come i riti agrari, i canti propiziatori e i manufatti artigianali, è il loro legame indissolubile con il territorio. Sono – o meglio erano – il frutto di una convivenza armoniosa tra il sapere pratico, multidisciplinare ed esperienziale, e la dimensione soprannaturale, arcaica e spirituale. Questo connubio è stato, però, velocemente cancellato dall’avanzamento di un pensiero tecnico e di una mentalità scientifica, che non lasciano spazio alle sinestesie dell’ignoto. Pertanto, quello che tento di fare nella mia ricerca è rispolverare queste pratiche prismatiche attualizzandole. Nell’immaginare, per Una Boccata d’Arte, questa messa in scena carnevalesca, ho lavorato su vari livelli simbolici, affrontando un tema delicato come quello dello spopolamento dei borghi, servendomi di un linguaggio ironico e immediato. Alla base del lavoro c’è sicuramente l’osservazione del contesto di Pietracamela, nel quale l’importante processo di abbandono da parte dell’uomo ha favorito la presenza di muschi, felci, rampicanti e fugaci animali come la Lucertola muraiola (Podarcis muralis). Questo piccolo sauro, come altri rettili che trascorrono l’inverno in letargo, è anticamente associato ai simboli primaverili di rinascita, e, in Sagra della Lucertola, diventa l’emblema di una rumorosa vitalità che sconfigge l’abbandono e mantiene in vita il borgo.

Simone Carraro, Sagra della Lucertola, Pietracamela (TE), Abruzzo. Ph Andrea Fiordigiglio. Opera realizzata con il sostegno di Fondazione Elpis nell’ambito di Una Boccata d’Arte 2023

Nel romanzo di Karel Čapek – con cui abbiamo aperto quest’intervista – le “megasalamandre” sono sfortunati corpi estranei, agenti dello scompiglio comunitario, “diavoli marini” che, dai fondali, infestano e modificano le città, e di cui i locali hanno paura. Narrazioni identitarie, conflitto con il diverso, annessione del perturbante in un contesto dalla stagnante familiarità: questi sono i termini e i temi che emergono, altresì, da Una Boccata d’Arte, dall’incontro-scontro tra venti artisti residenti e altrettanti borghi effusi per l’Italia. Scriveva l’antropologo Max Gluckman che «una quantità e una varietà di conflitti, piccoli, medi o grandi» è più necessaria alla «continuità sociale», della ripetizione di enti, tradizioni e istituzioni; che le regole di convivenza collettiva vanno continuamente rimesse in gioco[2]. Molti studiosi, da ambiti diametralmente diversi, proseguono notando come l’ “infestante” è tale solo rispetto a una specie, una coltura, o una visione dominante. Come ti poni rispetto alle infestazioni (di lucertole, per esempio)? Esiste una conflittualità positiva, utile alla ricostruzione e non alla distruzione di un ecosistema?
Un ecosistema è, per definizione, l’insieme di organismi viventi e non viventi di un determinato habitat, che interagiscono tra loro costituendo un sistema aperto in equilibrio dinamico. L’introduzione di una nuova specie può avere effetti dannosi per quelle residenti, oppure accrescere la biodiversità dell’ecosistema favorendo i processi vitali. Nell’evoluzione culturale dell’uomo l’infestazione – intesa come deviazione momentanea dalla tradizionale ripetizione delle istituzioni – è un fenomeno altrettanto ambivalente. Come il tasso di sviluppo di una nuova specie deve essere attentamente misurato per non metterne in pericolo l’equilibrio ecosistemico, così l’atto di “infestazione” deve tener conto del corredo culturale della comunità nella quale si vuole momentaneamente insediare.

Simone Carraro, dettaglio di Cajon a bretella con coda sonagliera in pelle, 2023. Tecnica mista, legno, sonagli, pelle, vernice acrilica, 40 x 200 x 50 cm. Installata sul Belvedere Bruno Bartolomei. Sagra della Lucertola, Pietracamela (TE), Abruzzo. Ph Andrea Fiordigiglio. Opera realizzata con il sostegno di Fondazione Elpis nell’ambito di Una Boccata d’Arte 2023

A proposito di infestazioni “equilibrate”, online mi sono imbattuta in un tuo portfolio del 2019, dove includevi un trittico di arazzi di seta (Il Gran Banco, 2019), realizzati in occasione di Supermercato (Serra dei Giardini, Venezia, a cura di Microclima). Uno recitava: “Il gran banco globale degli svenditori del folklore”. La storia recente dei piccoli borghi italiani soggetti allo spopolamento è disseminata di stereotipizzazioni, camuffate da riaffermazioni di un’identità locale, che hanno spesso lo scopo di attirare un certo mercato del turismo “slow”. Insomma, i cosiddetti borghi-vetrina. E ancora, le industrie creative si sono appropriate a più battute di tradizioni locali, fuori dai radar delle grandi città. Come si fa a non essere dei venditori di folklore, quando si lavora a stretto contatto con una comunità estranea?
Mi spaventa questa moda dilagante di scavare nel folklore per rinchiudere rituali e tradizioni in bolle di cristallo con l’idea malsana di preservare un’identità locale totalmente anacronistica. La retorica del “guardare ma non toccare” viene troppo spesso applicata a riti e costumi che, invece, per loro natura, subivano continui mutamenti e contaminazioni, essendo essi stessi lo specchio di una popolazione che mutava gradualmente. A mio parere, quello che serve per preservare un legame storico e culturale con un territorio è semplicemente abitarlo, interiorizzarlo e rispettarlo, pretendendo quella libertà creativa che fin troppo spesso viene ostacolata dal tradizionalismo burocratico delle istituzioni. In fondo, lavorare a contatto con un territorio estraneo significa esplorarlo in punta di piedi e inerpicarsi, partendo dalla via principale, verso un nuovo sentiero nel fitto del bosco. Immagino quelle compagnie giullaresche medievali o quelle famiglie di burattinai di inizio Novecento accomunate da un imprescindibile natura errante. La loro capacità più grande era quella di adattare la propria pratica ai contesti culturali che li ospitavano, in modo che il messaggio che volevano trasmettere fosse il più digeribile possibile per quella stessa comunità e, pertanto, più efficace nella sua ricezione.  Da ultimo, penso che un’operazione artistica debba nascere dalla volontà di fabbricare un ordigno utopico capace di generare dei minimi mutamenti nel contesto culturale in cui viene catapultato. Sarà, poi, il contesto stesso a procedere o meno con l’innesco.

Simone Carraro, Sagra della Lucertola, Pietracamela (TE), Abruzzo. Ph Andrea Fiordigiglio. Opera realizzata con il sostegno di Fondazione Elpis nell’ambito di Una Boccata d’Arte 2023

[1] Karel Capek, La guerra delle salamandre, trad. di Bruno Meriggi, Utet Libri, Milano 2009, p. 105

[2]«La continuità sociale non è garantita dalla linearità e dalla ripetizione di enti e istituzioni, dalla normatività delle relazioni sociali […] ma dalla ridiscussione dei sistemi e delle relazioni, degli assetti e delle regole di convivenza collettiva, rimessi in gioco tramite una quantità e una varietà di conflitti, piccoli, medi o grandi […] una continua riconfigurazione dei rapporti e delle gerarchie». M. Gluckman, Custom and conflict in Africa, 1955, cit. in S. De Matteis, Le false libertà. Verso la postglobalizzazione, cap. II, Meltemi Editore, Roma 2017, p. 120.

Info:

Simone Carraro. Sagra della Lucertola
24.06-24.09.2023
A cura di Andrea Croce
Pietracamela (TE)
Presentato in occasione della quarta edizione di Una Boccata d’Arte
Un progetto di Fondazione Elpis, in collaborazione con Galleria Continua e con la partecipazione di Threes
www.unaboccatadarte.it


RELATED POST

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

By using this form you agree with the storage and handling of your data by this website.