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La Terra Trema alla Thomas Dane Gallery di Napoli

La Terra Trema alla Thomas Dane Gallery di Napoli

Alla Thomas Dane Gallery si danno appuntamento sei artiste brasiliane di generazioni differenti in Terra Trema, mostra collettiva realizzata dalla galleria partenopea in collaborazione con la Mendes Wood Gallery di Sāo Paulo. Il titolo rievoca l’omonimo film in cui Luchino Visconti nel 1948 sceneggiava per il grande schermo la novella I Malavoglia (1881) di Giovanni Verga. Proseguendo idealmente questo grande affresco epocale in senso matriarcale e ambientandolo in America Latina, la mostra esplora un periodo che va dal 1968 ai giorni nostri attraverso le opere di Paloma Bosquê, Anna Bella Geiger, Sonia Gomes, Patricia Leite, Solange Pessoa e Leticia Ramos, che si inseriscono naturalmente nello scenario multiculturale napoletano.

Il lavoro di Leticia Ramos (Santo Antônio da Patrulha, 1976) è incentrato su una ricerca dei principi dell’immagine fotografica. L’artista ha viaggiato nei luoghi più lontani, come il Circolo Polare, per catturare paesaggi di sogno che incoraggiano il pubblico a interrogarsi sulla veridicità dell’immagine fotografica. Le sue visioni primordiali evocano un futuro distopico e resistono all’ansiosa velocità della cultura visiva contemporanea. Realizzate con mezzi semplici, esplorano i limiti della fotografia analogica sperimentando differenti tecniche per catturare la luce senza macchina fotografica, impressionando direttamente la carta fotosensibile. La fotografia è interpretata come una forma di magia meccanica e chimica: catturando la traiettoria della luce sulla gelatina d’argento, l’artista crea “paesaggi senza il paesaggio”, la cui estetica potente e volutamente ambigua indaga l’illusione e la malleabilità del reale. Il suo metodo include l’utilizzo di tecniche di documentazione manipolate in modo da ottenere visioni spettrali e semi astratte. Il filmato in mostra, Não é dificil para um investigador da natureza simular os fenômenos (2018), documenta una sequenza di eruzioni vulcaniche simulate in cui non è quasi possibile distinguere realtà e finzione.

Sonia Gomes (Caetanópolis, 1948) per decenni ha lavorato in relativo isolamento nella città brasiliana di Belo Horizonte. Le sue sculture sono realizzate con tessuto, fili e oggetti leggeri trovati o donati che giocano con il potenziale spirituale della loro combinazione. Le composizioni derivano da una pratica spontanea e casuale di decostruzione e ri-assemblaggio di questi incontri quotidiani fortuiti, in cui convergono le vestigia di indefinibili esistenze precedenti e la fisicità del presente. Nelle pieghe meticolose di questi tessuti scultorei convergono artigianalità tradizionale e un gesto erudito e preciso, ready made e autorialià. Le precarie sculture tessili di Gomes mescolano memorie biografiche e storiche con materializzazioni intuitive per ridistribuire la complessità dell’esistenza in nuove forme organiche e visioni pulsanti di vita. In Maria dos Anjos, (2017-2018) l’artista rielabora un enorme abito da sposa ricevuto in dono in occasione di un soggiorno veneziano. Trasformare abiti usati in scultura implica per lei un’assunzione di responsabilità verso le storie delle persone a cui sono appartenuti, è una sorta di rituale che continua la pratica magica con cui sua madre, di origini africane, benediva le persone con un ramo di una pianta chiamata Arruda.

Le sculture in pietra ollare di Solange Pessoa (Ferros, 1961) assomigliano a grandi cimeli o a resti archeologici che richiamano le origini primordiali e la vita preistorica e suscitano una sensazione catastrofica in relazione al passare del tempo e al suo impatto. Sua principale fonte di ispirazione sono le memorie personali legate a Minas Gerais, lo stato brasiliano in cui è nata e vive, al quale la lega un profondo legame di amore e disillusione. Il Paese è infatti molto ospitale per i viaggiatori stranieri, ma ogni anno centinaia di persone vengono uccise e altrettante donne violentate. I teschi in steatite realizzati dall’artista assomigliano a ciottoli levigati dal mare le cui estremità arrotondate siano state pazientemente smussate dalle onde. l loro volumi cavi sono accoglienti e minacciosi al tempo stesso, affascinanti e dolorosi e la loro presenza vuole riattivare le tradizioni della terra d’origine dell’artista senza rinforzarne gli stereotipi di isolamento.

Sin dagli anni ’60 Anna Bella Geiger esplora la relazione tra corpo, spazio e territorio nazionale estendendo il linguaggio delle mappe e delle cartografie cosmogoniche alla geografia del corpo umano, definendo questa confluenza anthropo-morphic-cartography. L’artista appartiene a una generazione che ha sperimentato dittatura brasiliana e la crisi economica, eventi che hanno influenzato in modo decisivo l’aspetto poetico e fortemente politico del suo lavoro. La sua ricerca verte sull’indagine delle rappresentazioni cartografiche e sul loro implicito controllo strutturale e sfocia in lavori che inevitabilmente vanno a rafforzare il valore di un punto di vista marginale. I suoi film sono un’istigazione alla trasgressione: Mapas Elementares No.3 (1976), ad esempio, è un poema visivo che allude alle condizioni e ai miti attribuiti alle culture latino americane, mentre il video Passagens II (1974) mostra l’artista intenta a salire reiteratamente le scale – da quelle domestiche a quelle monumentali di grandi edifici pubblici – . La performance racchiude una chiara allusione alla ripetitività delle occupazioni femminili facendo intuire una possibile trasgressione con il progressivo avvicinamento ai centri del potere.

La ricerca di Paloma Bosquê (Garça, 1982) si basa in gran parte sulla sua pratica quotidiana in studio. In questo ambiente, gestisce e associa liberamente materiali che non sono tipici della scultura, creando composizioni di diversi formati e scale. Alla costante ricerca di un possibile e consensuale equilibrio tra gli elementi selezionati, l’artista spesso sviluppa metodi specifici per combinare, giustapporre e unire i materiali senza mai forzarli a un’interazione definitiva. La presenza di manufatti e prodotti artigianali allude alla relazione delle sue sculture con il corpo, mentre i materiali organici e le forme geometriche collegano caratteri del movimento neo-concreto brasiliano con sensibilità postminimaliste. L’artista privilegia la presenza fisica degli oggetti che usa rispetto al loro potenziale valore simbolico: sperimentando con la trama, il peso e l’equilibrio dei materiali, crea un paesaggio visivo estremamente delicato che intriga scoraggiando ogni puntuale tentativo di interpretazione e ricordandoci la fragilità delle sicurezze che sostengono tutto ciò che consideriamo permanente o definitivo.

Nei dipinti di Patricia Leite (Belo Horizonte, 1955), che includono nuovi lavori su legno creati appositamente per la mostra, le raffigurazioni bucoliche minimali mostrano una prospettiva deviata che rende quasi naïve le vedute di viaggi e video fugaci; queste fonti rivelano esperienze personali e sensazioni tattili.

Info:

Terra Trema
Una collaborazione con Mendes Wood DM
24 Settembre – 30 Novembre 2019
Thomas Dane Gallery
Via Francesco Crispi, 69 Napoli

Leticia Ramos, Não é difícil para um investigador da natureza simular os fenômenos, 2018, 16mm transferred to film 2K, audio 7 minutes Credit: © The artist. Courtesy of Mendes Wood DM São Paulo, Brussels, New York and Thomas Dane Gallery. Photo by Bruno Leão

Terra TremaSonia Gomes, Maria dos Anjos, 2017-2018, stitching, bindings, various fabrics, bindings variable dimensions Credit: © The artist. Courtesy of Mendes Wood DM São Paulo, Brussels, New York and Thomas Dane Gallery. Photo by Bruno Leão

Solange Pessoa, Sem título, 2013 soapstone, 64.5 x 53 x 103 cm. Credit: © The artist. Courtesy of Mendes Wood DM São Paulo, Brussels, New York and Thomas Dane Gallery. Photo by Bruno Leão

Anna Bella Geiger, Passagens II, 1974 video 5’50” edition 3 of 5 Credit: © The artist. Courtesy of Mendes Wood DM São Paulo, Brussels, New York and Thomas Dane Gallery. Photo by Bruno Leão

Paloma Bosquê, Arranjo cego – Ovo com torre | Blind Arrangement – Egg with tower, 2018, wood, beeswax with rosin
Credit: © The artist. Courtesy of Mendes Wood DM São Paulo, Brussels, New York and Thomas Dane Gallery. Photo by Bruno Leão


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