Laurina Paperina è nata a Rovereto, nel 1980. La sua formazione è iniziata all’Istituto d’arte di Rovereto, dove nel 1999 ha conseguito il diploma in grafica artistica e fotografia, per proseguire poi all’Accademia di Belle Arti di Verona, dove si è diplomata, nel 2005, in pittura.
Il suo pseudonimo ci dà un ritratto ben preciso del personaggio e della sua espressione artistica: se nel nome è già messa in evidenza una ironica presa di posizione nei confronti del mondo, è altrettanto evidente che il linguaggio espressivo e i contenuti non possono che essere conseguenti. Nei fumetti di Walt Disney, versione italiana, Paperina è l’eterna fidanzata di Paperino (a tratti importunata da Gastone) e come nei cartoons ne succedono di tutti i colori, così nelle rappresentazioni che Laurina ci dà del mondo fantasioso e immaginato ne succedono ancora di più. E le cose che prendono corpo e si sviluppano nelle sue opere toccano non solo personaggi e situazioni di quel mondo autoreferenziale dell’arte ma anche temi molto attuali e che sentiamo vicini a noi, come quello dell’inquinamento.
Il suo sguardo sul sistema dell’arte è sempre molto caustico e ogni sua immagine ci fa sorridere e ci mette di buonumore. Ricordiamo ormai, come dei classici, i suoi piccoli video sulle diverse modalità di uccidere gli artisti, da Christo a Cindy Sherman, da Mario Merz a Mike Kelley e così via. Il tutto molto in linea con le opere degli artisti stessi. Come dire: l’artista va ucciso con le sue stesse “armi”, così da far sembrare l’assassinio un suicidio o per dirla in altro modo un delitto perfetto (per esempio vien da pensare anche a spunti filmici, come “Dial M for Murder” di Hitchcock, o alla serie televisiva “How to Get Away with Murder”, trasmessa dalla ABC dal 25 set 2014 al 14 maggio, per un totale di sei stagioni e novanta episodi).
Insomma, un mondo del fumetto (disegno caricaturale, colorazione sempre vivace e contrasti molto forti, balloon testuali messi in grande evidenza) trasportato nell’età adulta.
Riportiamo quanto scrisse Klaus Wolbert sull’opera “The Amazing Art World”: “Quelli che si possono riconoscere al primo sguardo sono i soggetti di Marc Chagall, Frida Kahlo e Edvard Munch, di cui si vede L’urlo al bordo sinistro del quadro, poi la capra di Robert Rauschenberg, Andy Warhol nella forma di una banana, il pisciatoio di Marcel Duchamp, Pablo Picasso con i suoi pennelli (antiquati!) disteso nella bara, la rana di Martin Kippenberger, Marina Abramović seduta su un ammasso di teschi che ricorda una delle sue performance più famose, Shirin Neshat con il vaiolo al posto dei caratteri, il topo di Banksy, il gallerista infastidito di Maurizio Cattelan, Keith Haring e il suo cane, la merda artistica di Piero Manzoni, l’elefante di Douglas Gordon, il coyote e il cappello di Joseph Beuys, una bambola dei fratelli Chapman e personaggi di Yoshitomo Nara e Takashi Murakami”.
Come dire: un ragionamento, quello fatto da Paperina, che si svolge a trecentosessanta gradi e che non risparmia nessuno e che soprattutto tocca icone che si possono riconoscere con una certa facilità. In questo modo immergersi in un suo quadro diviene la delizia dello spettatore che ne rimane avvinghiato e che ne cerca la decifrazione, guardando al dettaglio o cercando le connessioni tra titolo e immagine, tra segno e parola.
Ora, la mostra allo Studio d’Arte Raffaelli di Trento, a cura di Virginia Raffaelli, ci riporta, col titolo, all’età di Goya: “Il sonno della ragione genera mostri”, ma l’icona che fa da segno distintivo della mostra ci dice anche: il “fumo” può aprire lo sguardo sull’abisso e dalla profondità possono scaturire tutti i pensieri può torbidi e mostruosi. Sapremo controllarli? L’aspetto innovativo delle opere proposte all’interno di questa mostra (terzo appuntamento allo Studio Raffaelli di Trento, dopo “New Pollution” nel 2012 e “Dommsday” nel 2016) è l’impiego della realtà aumentata che permette ai dipinti di incarnarsi in più vite e di raccontare più storie, tanto che disegno, pittura e animazione si fondono e confondono in queste opere uniche e sorprendenti. Alle opere pittoriche sono peraltro accostate delle sculture inedite e una sezione di merchandising in edizione limitata e in AR. La mostra è accompagnata da un catalogo con testo di Nicolas Ballario.
Bruno Purek
Info:
Laurina Paperina, Il sonno della ragione genera mostri
30/09/2021 – 11/12/2021
Studio d’Arte Raffaelli
Palazzo Wolkenstein
via Marchetti 17, Trento
info@studioraffaelli.com
Laurina Paperina, Shot the Duck, 2021, acrylic on canvas, 70 x 80 cm. Ph courtesy Studio d’Arte Raffaelli, Trento
Laurina Paperina, Shot the Duck, 2021, acrylic on canvas, 70 x 80 cm. Ph courtesy Studio d’Arte Raffaelli, Trento
Laurina Paperina, Sleep of Reason, 2021, acrylic on canvas, 80 x 100 cm. Ph courtesy Studio d’Arte Raffaelli, Trento
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