La galleria Studio G7 inaugura la sua nuova collaborazione con Letizia Cariello nella mostra Fuso orario, prima personale dell’artista a Bologna incentrata sull’indagine del tempo inteso come tramite e legame tra il corpo fisico e il corpo spirituale. La poetica di Letizia Cariello si esprime nella creazione di dispositivi artistici capaci di evocare una dimensione di ascolto e di cura, progettati per operare una funzione di ricucitura tra il tempo interiore fluido e quello esteriore che si scontra con l’aspetto materiale dell’esistenza. Le manipolazioni di Letizia Cariello su oggetti o immagini esistenti sono sempre dirette a individuare relazioni, linee di forza, solitudini, legami, emozioni e fragilità che caratterizzano la dimensione esistenziale umana, con una particolare attrazione per le cose lasciate in sospeso.
L’artista costruisce oggetti concreti procedendo per punti nevralgici, collocati come pietre angolari di un sistema invisibile in modo da districare la complessa stratificazione di livelli psicologici, fisici ed emotivi che intrecciano ogni istante della nostra vita. Per dare un corpo alla natura intangibile degli oggetti della sua ricerca, l’artista concepisce i suoi lavori come se fossero degli strumenti di mediazione tra lo spazio interno del pensiero individuale e quello esterno che abitiamo fisicamente: le relazioni energetiche sottolineate dall’ormai iconico filo rosso, gli interventi sulle fotografie e anche le sue più recenti riflessioni sul supporto inteso come solido scultoreo manifestano in modi diversi la stessa intenzione architettonica volta a creare ogni volta un differente luogo di intimità spirituale.
La mostra è strutturata dal dialogo tra due installazioni speculari realizzate con materiali e linguaggi formali diversi, entrambe ispirate alla mappa astrale che immortala l’incontro tra Giove e Saturno avvenuto lo scorso 21 dicembre con l’ingresso della Terra nell’Era dell’Acquario. Le due costellazioni di opere, che occupano interamente le due ampie pareti contrapposte della galleria, traslano in una dimensione spirituale e cosmica la riflessione sui legami che da sempre contraddistingue la poetica dell’artista attraverso una mappatura di centri energetici che, pur indicando con precisione la costellazione creatasi nell’incontro tra i due pianeti, non intendono imporre alcuna regola o struttura. Il dato astrologico che costituisce il codice sorgente di questi lavori è infatti solo lo strumento formale e poetico di cui Letizia Cariello si serve per mettere il visitatore al centro di uno spazio idealmente mobile e protetto in cui le energie dell’interno siano libere di rapportarsi all’esterno attivando un processo di sottile osmosi. Tutte le posizioni degli elementi sono state quindi pensate come stazioni visive che suggeriscono una pratica di meditazione volta a ricongiungere il tempo terrestre, nei suoi diversi fusi orari, al tempo dell’Io arcaico e del mondo etereo. Avvicinarsi alla sfera spirituale attraverso le risonanze biologiche ed emotive dei colori e delle linee significa per l’artista confrontarsi con l’inconscio e con l’incertezza di una dimensione immateriale che può solo essere percepita e intuita.
Nell’opera site-specific intitolata Sistema Sottile anche la personale ricerca di Letizia Cariello entra in una nuova era: il filo che collega i chiodi infissi direttamente nella parete evidenziando legami e correlazioni non è più solo rosso, ma compare in sette diverse cromie riconducibili alla differente natura delle energie attive nell’essere umano, mentre la vocazione ambientale (e museale) dell’installazione, che necessita di spazio reale e non solo mentale per espandersi ed essere efficace, è direttamente funzionale all’inclusione dell’osservatore nel cuore della struttura. Le direttrici energetiche generate dalle forme e dai colori vengono qui esplicitate e organizzate in una composizione che potrebbe ricordare un modello di meccanica razionale, una rappresentazione grafica usata per calcolare gli equilibri tra le forze in atto in relazione ai rispettivi snodi. Se la dinamica rotazionale studia i fenomeni in cui i corpi ruotano attorno a un punto o a un asse misurando le reciproche relazioni tra una forza e il suo punto di applicazione, gli interventi a muro dell’artista individuano momenti che incatenano il tempo in una costante tensione tra forze, esplicitata dal filo rosso senza alcun intento di cristallizzazione.
Il secondo lavoro inedito presente in mostra è l’installazione composta da sette sculture della serie dei Volumi (solidi rovesciati in legno con alcune sfaccettature dipinte) collocate a diverse altezze sulla parete in modo da formare uno schema relazionale dall’andamento simile a quello dell’opera precedente e sormontate ciascuna da un diverso elemento della serie dei Calendari (dischi di marmo policromo su cui l’artista incide sequenze circolari di numeri e lettere collegati allo scorrere del tempo). A prima vista si è quasi sorpresi dalla spiazzante compatibilità tra due oggetti con caratteri materici e stilistici così differenti, l’uno modernista e razionale, l’altro naturale e arcaico, ma poi si comprende come il punto forte di connessione all’interno di ogni coppia sia il fatto che i colori degli elementi abbinati riportino ai medesimi campi energetici potenziandosi a vicenda. I numeri e le lettere incisi nel marmo rappresentano le iniziali delle date a partire dal giorno in cui l’artista si prefigge un obbiettivo e comincia il suo esercizio performativo di scrittura e concentrazione mentale sul tempo a venire. Come in Sistema Sottile l’istante – momento viene identificato in un punto da cui parte la misurazione – astrazione tramite la quale Letizia Cariello si estrania dalla società dell’attimo per visualizzare i diversi gradienti di energia che disegnano l’andamento delle interazioni del corpo e della mente con il mondo esterno.
La riflessione sul tempo e sulla complessità dei livelli sui cui si sviluppa l’essere umano orienta l’artista nell’elaborazione di un linguaggio concepito come ricerca della strategia più diretta per rilevare le componenti emotive, cognitive e spirituali dell’uomo e come strumento di sintesi dei momenti che regolano il ritmo delle loro mutevoli intensità. Le opere di Letizia Cariello suggeriscono un’idea di spazio-tempo da visualizzare come campo di possibilità attraversato da balzi energetici che si convertono in colori e costellato da volumi che marcano le distanze, dove il concetto di tempo, inteso come coercizione sull’esistenza, si annienta in un positivo abbandono alla risonanza energetica delle vibrazioni cromatiche e all’impossibile computazione del futuro.
Info:
Letizia Cariello. Fuso orario
a cura di Leonardo Regano
9/04 – 5/06/2021
Galleria Studio G7
Via Val D’Aposa 4A, 40123, Bologna
Letizia Cariello, Shlomit, 2021, filo di lana rosso, chiodi con testa quadrata, dimensione variabile. Foto Alessandro Fiamingo, courtesy l’artista e Galleria Studio G7, Bologna
Letizia Cariello, Fuso orario, exhibition view. Foto Alessandro Fiamingo, courtesy l’artista e Galleria Studio G7, Bologna
Letizia Cariello, Fuso orario, exhibition view. Foto Alessandro Fiamingo, courtesy l’artista e Galleria Studio G7, Bologna
Letizia Cariello, Fuso orario #5(I), 2021, volume in legno dipinto a mano, disco di marmo inciso, volume cm 52x34x25, marmo Ø cm 35. Foto Alessandro Fiamingo, courtesy l’artista e Galleria Studio G7, Bologna
Laureata in storia dell’arte al DAMS di Bologna, città dove ha continuato a vivere e lavorare, si specializza a Siena con Enrico Crispolti. Curiosa e attenta al divenire della contemporaneità, crede nel potere dell’arte di rendere più interessante la vita e ama esplorarne le ultime tendenze attraverso il dialogo con artisti, curatori e galleristi. Considera la scrittura una forma di ragionamento e analisi che ricostruisce il collegamento tra il percorso creativo dell’artista e il contesto che lo circonda.
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