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Luca Campestri in Residenza Studio da Alchemilla

Luca Campestri in Residenza Studio da Alchemilla

A un certo punto ti trovi in una stanza quasi completamente buia, satura di un lieve, ma denso fumo, con un brusio in sottofondo fatto di sonorità aritmiche e, quale unica fonte di luce, quella che esce da una feritoia a pavimento, residuo di un antico modo di scaldare le case. Sensazioni forti che costringono a decidere se uscirne il più presto possibile o farsi prendere dalla curiosità per eventuali sintomi di presenze impreviste protette dall’oscurità. Ma non si tratta di un museo degli orrori, né men che meno di un carrozzone per far godere di spavento i frequentatori di un luna park.

Qui lo spettrale, il fantasmatico, la sfuggente vertigine del cupo e misterioso sono presi quanto mai sul serio. Si può vantare, infatti, non solo una legittimazione intellettuale di tutto rispetto e un contesto sontuoso, ma anche la maestria di un giovane artista di talento. La legittimazione intellettuale è quella che viene dall’ontologia spettrale (in inglese si dice hauntology) del filosofo francese Jacques Derrida: più in particolare, dalla sua vocazione a cogliere e perlustrare l’impalpabile confine tra l’essere e il non essere, tra le scie del già stato presente e i presentimenti dell’avvenire in corso. Il contesto sontuoso è quello del cinquecentesco Palazzo Vizzani, sede dell’associazione bolognese Alchemilla. Il giovane artista talentuoso, allievo di Luca Caccioni all’Accademia di Belle Arti di Bologna dove si è diplomato nel 2021, è Luca Campestri.

Ciò che ha reso possibile questo incontro è stata la seconda edizione del progetto di residenze-studio dedicate alle arti visive e performative promossa da Alchemilla a cura di Gino Gianuizzi. In effetti Luca Campestri, originario di Firenze e vincitore per due anni consecutivi del premio Art Up della Critica e dei Collezionisti promosso dalla Fondazione Zucchelli, è stato selezionato per risiedere e sperimentare le sue idee nelle suggestive, ed elegantemente fané, sale di Palazzo Vizzani. E sono i risultati di questa esperienza, che ha impegnato l’artista durante i mesi estivi, a essere presentati nell’esposizione attualmente in corso.

Oltre alla stanza di cui si è detto all’inizio, le forme nelle quali prende corpo l’ispirazione di questo giovane artista sono le più diverse. Un’ampia finestra a soffitto, ad esempio, è stata irretita da un groviglio di vitalba secca, dando l’impressione di una natura mai doma, capace di prendersi i suoi spazi in ogni luogo, ma essa stessa oramai esangue. L’immagine in bianco e nero di un nuotatore di schiena, la ritroviamo stesa a terra, con gli angoli bucati e trapassati da catene lucenti: il desiderio di movimento, di galleggiamento su una profondità comunque oscura si coniuga così con vincoli quanto mai esibiti e dall’aria al limite del crudele.

La tonalità dark è del resto ben riconoscibile anche nella serie di foto notturne, particolarmente incisive, che Campestri ha scattato passando notti in tenda tra sterpi e animali selvatici. Alberi defogliati, spettrali, presenze equivoche si stagliano biancastre su un fondo a dir poco nero inchiostro. C’è poi una rassegna di attrezzi da lavoro (o da tortura?), quali pinze e martelli, esibita accanto a pezzi di rovi con minacciose grosse spine acuminate. Per passare tra due diverse sale espositive ci si trova poi costretti a farsi largo tra una pesante cortina di catene, come a fare sentire al visitatore la consistenza materica inevitabile di ogni reale passaggio.

Che tutto porti in un’unica direzione estetica è chiaro, almeno tanto quanto è verso lo scuro che si orienta questa direzione. Ma è proprio qui che, forse, meglio si esprime il talento del nostro: nel sapere trattare l’immaginario dell’arcano, dell’assenza, ma anche della loro onnipresenza sovrastante con un’eleganza e un’intensità che non si contentano di far rabbrividire o sentire disagio, ma obbligano a pensare.

Info:

www.alchemilla43.it

Luca Campestri, terzo e ultimo artista under 30 – dopo Mattia Pajè e Bianca Zueneli – a prendere parte alla seconda edizione delle residenze-studio di Alchemilla

Luca Campestri, installation view presso Palazzo Vizzani, sede dell’associazione Alchemilla, courtesy l’artista e Alchemilla


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