Nella schiettezza dell’inquietudine vive l’essere umano. Immagini e pensieri si producono e si consumano. Sentire e sentimento vacillano nella realtà. Accettazione e ideazione sono chiavi arrugginite di una volta carnale. Impotenza e nostalgia, l’arte del sublime, romanticismo puro e sociale.
Lucas Memmola (Bari, 1994) accoglie emozioni contrastanti nel suo fare, lasciando alle sue mani l’esecuzione di un pensiero ragionato, di un pensiero recondito, silente quanto assordante. È un artista dalla plurima firma: le opere che realizza sono concentrati di elementi come agglomerati di vibrazioni. Se l’essere umano è animale dotato di intelletto, Memmola ne sviscera l’intima sfumatura, quella non visibile, quella intuibile dai gesti. Gesti che riversa nell’arte, partendo da opere più costruite, come sculture e installazioni, fino a recuperare una pratica pittorica tradizionale, iconografica e classica. Concentrandosi sulla pittura, la figurazione è il campo di ricerca dal fascino più sentito, perché conducente di metafore e allusioni alla realtà nuda e cruda. Una realtà fatta di sogni, di illusioni, di piaceri, di staticità e dinamismo, conditi con quella luce spirituale e artificiale che illumina il superfluo e oscura l’essenziale.
La Galleria Tiziana di Caro inaugura a Napoli la prima mostra personale del giovane artista con il titolo Melancolia, denominazione che racchiude una ricerca sensibile, razionale, umana. Il termine indica uno stato di profonda sfiducia, di un pessimismo latente, che induce a turbare la coscienza e chiudersi in una sorta di safe zone tutt’altro che confortevole. Con un numero esiguo di opere esposte – solo cinque quadri – Lucas Memmola offre una lettura estetica duale: il sentire romantico e doloroso si scontra con l’effige di immagini contrarie. C’è polarità di intenti nelle pitture.
Un sole, un paesaggio urbano, un’orchidea, un cavallo e una pornostar. Cinque soggetti che riconducono a una sfera reale, ognuno col suo rapporto intimo ed estroflesso, scollegati tra loro, ma allo stesso tempo relegati alla stessa universalità. Un sole che riscalda e genera vita può distruggere e distruggersi, è un’energia cosmica quanto atomica, rimembranza di quegli artefatti nati per vincere e morti per sopperire. Un paesaggio urbano, visto nella notte più buia, genera una tensione acuta quanto il tempo della sua impermanenza, domandarsi cosa ne sarà del domani equivale al tempo di quelle luci artificiali accese, al loro controllo, al loro destino. Un’orchidea allude alla genesi del piacere, impollinazione fugace di quella natura accogliente e talvolta drammatica, deflorazione di pensieri sconcertanti. Un cavallo corre libero verso lo spettatore, energico, stacanovista, di un bianco pulito quasi idealizzato, speranzoso. Una pornostar acefala è chiastica nella postura, statuaria nelle membra, dalle caratteristiche e dettagli contemporanei, oggetto di desideri e illusioni, pulsioni e mutevolezze.
Con le cinque pitture, Lucas Memmola tende a identificare l’oggetto con l’altro, l’altro con un’emozione reale che non può esser rinnegata. Nostalgica e sociale, la melancolia della sua arte è soggetto di una perpetua storiografia che non solo va nella figurazione, ma si lega fortemente alle riflessioni e relazioni con l’altro. La libertà nel provare questi sentimenti provoca una sorta di sicurezza nei gesti e nel segno, che dall’arte e la sua estetica formalità si toccano con l’altro.
Info:
Lucas Memmola. Melancolia
06/04 – 25/05 2024
Galleria Tiziana di Caro
Piazzetta Nilo 7, Napoli
https://www.tizianadicaro.it/
Art Curator e Art Advisor, laureato in Arti Visive e Mediazione Culturale, con Master in Pratiche Curatoriali, classe ’95, vive a Napoli. Collabora con Gallerie e Spazi Indipendenti, la sua ricerca è incentrata principalmente sulla Pittura Emergente, con uno sguardo attento e propenso anche su altre forme di linguaggio estetico.
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