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Lucia Sardo, un viaggio nell’anima

Lucia Sardo, un viaggio nell’anima

Occhi scuri, sorriso fragoroso, solchi sulla pelle che accompagnano le mille espressioni del viso, capelli ondulati come tende di palcoscenico, sole di Sicilia negli occhi, mani belle, sottili e ben modellate, sguardo che accoglie, che abbraccia, da cui non puoi esimerti, una sirena che ti chiama a un viaggio straordinario, quello nella sua anima e in te stesso. Ogni poro della pelle di Lucia trasuda arte, quella vera, quella cromosomica, con lei si può avere solo un link spirituale, energetico, emozionale, le parole sono ridondanti, a volte fuorvianti, il vero dialogo con lei è quello dei silenzi, dei respiri e dei sospiri, degli occhi che si guardano, ogni altra forma di comunicazione naviga su linguaggi imitativi, filtrati, incapaci di tradurre la Verità dei sentimenti, gli orizzonti infiniti che la sua capacità di amare dispiegano all’interlocutore, in quanto l’Arte senza Amore non esiste, la Bellezza è sempre frutto di un atto di Amore, altrimenti si rimane imprigionati nell’Ego terreno, dove il talento non riesce a esprimere sé stesso, implodendo nelle paure e nelle insicurezze della mondanità, non diventando strumento per l’esperienza dell’Infinito.

Lucia Sardo è un po’ come Anna Magnani, non avrebbe potuto non fare l’attrice, la sua anima ha bisogno di mille sceneggiature per manifestarsi e per riconoscersi, sia in TV sia sul grande schermo ogni sua interpretazione lascia il segno, cattura l’attenzione dell’osservatore, che non riesce ad ignorarla, a non sintonizzarsi con lei, in un circuito quasi magnetico dove ogni espressione, ogni parola apre un nuovo scenario, quasi in un viaggio senza fine. Per dirlo con le parole di Ludwig Wittgenstein, «Sono andato per tracciare i contorni di unisola e invece ho scoperto i confini dell’oceano».

In “Picciridda – Con i piedi nella Sabbia” – film del 2019 per la regia di Paolo Licata, adattamento sul grande schermo del romanzo omonimo di Catena Fiorello –  Lucia Sardo (nomination come migliore attrice Nastri d’Argento 2020) è nonna Maria, personaggio ruvido e autoritario, cui viene affidata la cura della nipote undicenne Lucia (Marta Castiglia), rimasta sola in Sicilia in quanto i genitori insieme al fratellino sono emigrati in Francia alla ricerca di una sistemazione lavorativa. Lo scenario è quello della magnifica Favignana degli anni Sessanta, i colori, le movenze, i dialoghi sono quelli di una terra siciliana autentica e incontaminata, ancora lontana dalla globalizzazione causata dalle nuove tecnologie del terzo millennio.

Interessante il tema della cosiddetta “emigrazione passiva”, vale a dire la situazione umana e sociale che vive chi subisce il distacco dalle persone più care a causa del loro trasferimento definitivo in terre lontane alla ricerca di occupazione. Un tema poco esplorato dalla letteratura, che tuttavia trova nel romanzo di Fiorello e nel riadattamento cinematografico di Licata una narrazione suggestiva e coinvolgente, intrisa di contestualizzazioni sociali che vivificano un immaginario collettivo sempre più appannato  dai vorticosi meccanismi contemporanei della “società della trasparenza” – per dirlo con un’espressione cara al filosofo sudcoreano Byung-Chul Han – dominata da Internet e dai new media, votata al reperimento del consenso ad ogni costo “like/don’t like”, “osmotizzante” comportamenti e approcci culturali, negando quindi quell’identità territoriale portato di millenni di storia.

Lucia Sardo è magnifica nell’interpretazione, evoca un po’ il suo vissuto personale, naviga perfettamente nello stagno dei suoi ricordi infantili e adolescenziali, le scene sono quelle del suo mondo siciliano, cui non riesce a rinunciare, in quanto alfa e omega di tutta la sua emotività, una sorta di isola felice di format esistenziali contemporanei che oborto collo è costretta ad accettare, un meraviglioso rifugio nella Verità, nel mare limpido di chi agisce nel bene e nel male in buona fede, senza le manipolazioni e le sofisticazioni di una società votata all’apparenza.

D’altronde il focus semiotico del film “Picciridda – Con i piedi nella Sabbia” è, mutatis mutandis, lo stesso di “I cento passi”, film del 2000 diretto da Marco Tullio Giordana dedicato alla vita e all’omicidio di Peppino Impastato. Felicia, moglie di Peppino, è come nonna Maria, entrambe devono vivere un distacco umano straziante, entrambe devono gestire l’eredità pesante di qualcuno che non è più presente, in tutti e due i casi c’è una grande ingiustizia da metabolizzare, anche se le intensità e i moventi sono differenti: ingiustizia e incapacità sociali in Picciridda, efferatezza umana e ingiustizia ancestrale in Impastato. Ma sempre di distacco si parla, la frantumazione esistenziale conseguente al danno umano è il leitmotiv delle interpretazioni di Lucia Sardo, che portano lo spettatore a rivivere i propri “abbandoni”, a riaccendere la Speranza che ha consentito di superarli, sono una iniezione di Amore che sana ogni situazione, che non può non dispiegarsi dalla sofferenza.

Attualmente Lucia è alle prese con “Sulla giostra”, il film in fase di produzione per la regia di Giorgia Cecere, che la vede al fianco di Claudia Gerini. Ambientata in un paesino del Salento è la storia di due donne che partono e che ritornano. Irene (Gerini), dopo essersi trasferita a Roma per gli studi e per una brillante carriera lavorativa, è costretta a tornare nel luogo natìo a causa di difficoltà economiche, Ada (Sardo), anziana governante della villa di famiglia di Irene, non si è mai spostata fisicamente, ma la sua “partenza” è stata tutta interiore, fissando la sua esistenza nella casa dove ha trascorso l’intera vita, dimenticando l’Amore che ha caratterizzato dall’inizio il suo ruolo di servizio per Irene e per la sua famiglia, allontanandosi nel suo cuore da quella affettività che in realtà rappresenta il suo essere più autentico.

È un film non ancora uscito nelle sale cinematografiche, ma certamente tutto da vedere, con anche la partecipazione degli attori Alessio Vassallo e Paolo Sassanelli, i cui ruoli narrativi stemperano il dramma dell’incontro/scontro tra le due donne, facendo declinare il racconto in una visione ironica e disincantata della vita, una “giostra” appunto, su cui ognuno di noi deve salire. Il personaggio della Sardo è diverso da quelli precedentemente interpretati in Impastato e Picciridda, considerando il suo excursus artistico si atteggia a ruolo più maturo, sicuramente riuscirà a coinvolgerci e sorprenderci come sempre. Lucia è una grande stella del cinema, che ultimamente ha catalizzato l’attenzione e l’ammirazione di grandi registri hollywoodiani del calibro di Oliver Stone, una importante risorsa creativa e artistica siciliana e italiana, un gioiello del made in Italy tutto da valorizzare.

Lucia SardoFotoritratto di Lucia Sardo, ph: Andrea Ciccalè

Lucia Sardo interpreta Felicia Impastato nel film “I cento passi” sulla vita di Peppino Impastato

Picciridda – Con i piedi nella sabbia. Regia di Paolo Licata. Un film con Lucia Sardo, Ileana Rigano, Marta Castiglia, Katia Greco, Tania Bambaci, 2019, durata 95 minuti (frame)

Picciridda – Con i piedi nella sabbia. Regia di Paolo Licata. Un film con Lucia Sardo, Ileana Rigano, Marta Castiglia, Katia Greco, Tania Bambaci, 2019, durata 95 minuti (frame)

Picciridda – Con i piedi nella sabbia. Regia di Paolo Licata. Un film con Lucia Sardo, Ileana Rigano, Marta Castiglia, Katia Greco, Tania Bambaci, 2019, durata 95 minuti (frame)


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