Dalla sua apertura, nel 1994, il MAMCO (Museo di arte moderna e contemporanea di Ginevra) ha sviluppato una sua particolare innovativa modalità museografica: lavorando principalmente sull’arte dagli anni Sessanta, il MAMCO ha basato la sua azione sul principio del museo come “mostra globale”. In questo modo, alle mostre temporanee si sovrappongono non solo le presentazioni rinnovate delle sue collezioni permanenti, ma anche la gestione di una “collezione di spazi d’artista” (Groupe ECART, Sarkis, Claude Rutault e un Concrete Poetry Cabinet), assieme a una continua presa in esame della scena ginevrina e svizzera.
In definitiva, il museo vuole offrire percorsi storici attraverso diverse mostre strutturate attorno a un progetto principale, e che si rinnova tre volte l’anno. Installati in una fabbrica abbandonata, acquisita dalla Città di Ginevra, gli spazi del MAMCO si estendono su 3.500 mq, rendendolo, ad oggi, il più grande museo di arte contemporanea della Svizzera, edificio in cui viene ospitato anche il Centro d’Arte Contemporanea e altri spazi che sviluppano i propri autonomi programmi espositivi. Il MAMCO basa il proprio lavoro su una raccolta di oltre 3mila opere e, a supporto della propria attività scientifica, sviluppa un centro specializzato di documentazione e archivio accessibile su prenotazione, nonché diverse pratiche didattiche destinate ad adulti e bambini.
Il perdurare dell’epidemia di Covid-19 e le misure adottate per contrastare la circolazione del virus, hanno profondamente modificato il funzionamento del MAMCO dal marzo del 2020, costretto, ancora oggi, a riorganizzare e riprogrammare incessantemente le proprie attività, tanto che i progetti previsti per il 2020 sono stati spalmati sugli anni 2021 e 2022.
Con un museo chiuso al pubblico, a causa del lockdown di questi mesi travagliati, allo staff è stato possibile procedere con l’inventario delle opere in collezione, tanto che da luglio 2020, quasi la metà della collezione è diventata disponibile per consultazione sul sito Web, e da gennaio all’estate 2021, il museo (dopo che avrà riaperto i battenti al pubblico) invita a riscoprire questa collezione, come parte di un “inventario” fisico a cui hanno partecipato tutti i curatori del museo. Il progetto espositivo si articola su presentazioni collettive e storiche, scandite anche da singole sale monografiche. In definitiva, il progetto afferma il ruolo che MAMCO gioca nella costituzione di un patrimonio collettivo in Svizzera e di come offra un viaggio attraverso i movimenti artistici della seconda metà del 20° secolo, offrendo nuove intuizioni e interpretazione su dati di fatto che talvolta si danno troppo per scontati.
L’indagine attuale parla dell’arte minimale e concettuale, del Fluxus, della Body Art, dell’appropriazionismo degli anni ‘70 e ‘80, dall’eredità dell’astrazione e del ritorno alla figurazione negli ultimi decenni, il tutto con modalità e scenari educativi differenziati, al fine di creare uno spazio di confronto, ascolto e gioco attorno alle opere esposte.
Roberto Grisancich
Info:
Inventory
a cura di Paul Bernard, Lionel Bovier, Sophie Costes, Julien Fronsacq e Françoise Ninghetto
26.01 – 20.06.2021
MAMCO
Museum of Modern and Contemporary Art
10, rue des Vieux Grenadiers
1205 Genève
info@mamco.ch
Tutte le immagini fanno riferimento al progetto Inventory, ph courtesy MAMCO; Genève
is a contemporary art magazine since 1980
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