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Manifesta 12 Palermo. La Biennale Nomade Europea

Manifesta 12 Palermo. La Biennale Nomade Europea

Il primo luogo ideale per Manifesta 12 –Il Giardino Planetario/Coltivare la Coesistenza-, la Biennale Nomade Europea che fino all’inizio di novembre porterà l’arte contemporanea in ogni angolo di Palermo, è l’Orto Botanico, nato per coltivare, studiare, sperimentare, mescolare e raccogliere specie diverse.

Qui le opere dialogano perfettamente col contesto come nel caso del video di Zheng Bo Pteridophilia in cui vediamo dei giovani nella foresta di Taiwan che instaurano un rapporto talmente intimo con la natura, ne sentono il profumo, la fragranza, la morbidezza che fanno l’amore con le piante stesse.

Ma anche i palazzi storici offrono sfondi suggestivi con i loro affreschi, i soffitti squarciati, le opere fondamentali della storia dell’arte come i teatrini in stucco di Giacomo Serpotta nell’oratorio di San Lorenzo con l’opera di Nora Turato.

I lavori degli artisti vertono in gran parte sul problema della migrazione.  Grande prevalenza di video. In alcuni si parla molto, in altri, vedi Unendig Lightning di Cristina Lucas alla Casa del Mutilato, bastano le immagini delle migliaia di bombardamenti sulla cartina del mondo e le immagini delle loro conseguenze per inchiodare lo spettatore alla proiezione. E tante opere con tecniche diverse.  Con approcci differenti.

A Palazzo Butera, su carta da parati, il collettivo Fallen Fruit illustra con Theatre of the Sun, a vivaci colori, i frutti provenienti da tante parti del mondo con annessa Public Fruit Map di Palermo.

E sempre a Palazzo Butera Maria Theresa Alves presenta una composizione di piastrelle che riportano l’immagine di un giardino con pappagalli brasiliani, fichi d’India, alberi di Jacaranda, simboli di libertà di movimento di semi e animali anche a Palermo con Una proposta di sincretismo (questa volta senza genocidio).

A Palazzo Ajutamicristo Filippo Minelli nell’azione Across the Border (2010) ha chiesto a persone di Paesi che hanno a che fare col problema della migrazione di cucire e interpretare liberamente 30 bandiere.

Chimirenga, rivista e piattaforma per lo sviluppo di attività editoriali, un progetto fondato nel 2002 a Città del Capo, si installa vicino al teatro Verdi e lavora al prossimo numero speciale mettendosi in relazione con gli astanti.

Al Palazzo Forcella de Seta Patricia Kaersenhout con The Soul of Salt presenta una montagna di sale rifacendosi alla leggenda per cui gli schiavi africani non mangiavano sale per essere abbastanza leggeri da poter tornare in Africa volando. Chi vuole può portare via una manciata di sale per sciogliere nell’acqua sale e dolori.

Alla bellissima Chiesa di S. Maria dello Spasimo, senza tetto, per cui entrando si pensa a un bombardamento, mentre ci si informa che non è mai stata finita, il collettivo inglese Cooking Sections predispone un’installazione di mattoni che proteggono in modo naturale la crescita di piante da frutto.

A palazzo Costantino i Masbedo piazzano Videomobile, un vecchio furgone che dopo aver percorso i luoghi del cinema in Sicilia diventa una installazione con monitor e schermi per un pubblico interessatissimo all’evento e all’Archivio di Stato un celebratissimo video Protocol no. 90/6 con un pupo simbolo dell’artista ispirato a De Seta. (fig 8a)

Marinella Senatore organizza, dalla chiesa dei SS. Euno e Giuliano, una Processione per coinvolgere la popolazione invitando tutti a incontrarsi e interagire, dilettanti e professionisti. Palermo Procession, è una performance urbana e una installazione multimediale con tanto di banda musicale, majorette di Capaci, i bambini del  quartiere Ballarò e stendardi.

Ma anche Matilde Cassani invade il centro storico con cannoni che sparano foglietti coloratissimi. (fig 10)

Al Teatro Massimo Bintou Were, a Sahel Opera, realizzata in Africa e cantata, danzata, urlata e vissuta da artisti africani racconta di giovani che vogliono tentare, con l’aiuto di uno Smuggler (un contrabbandier) di superare il confine tra Nord Africa e Melilla, Spagna.

Tra i Collateral Events, sempre al Teatro Massimo, il collettivo russo AES+F con Mare Mediterraneum, affronta ironicamente il problema con delle composizioni di statuette in porcellana nello stile rococò caro alle classi borghesi di non molto tempo fa in cui giovanetti aitanti della buona borghesia accolgono sui loro natanti dei ragazzi e ragazze dalla pelle nera. Un tema drammatico trattato con la nonchalance tipica degli inconsapevoli.

Si integra perfettamente nello splendido archivio comunale l’opera di ricerca archivistica di Eva Frapiccini ” il pensiero che non diventa azione  avvelena l’anima” a cura di Connecting Cultures e Isole. “Ideato nel 2014, nell’ambito di un progetto espositivo sul tema della legalità, presso il Tribunale di Palermo, il lavoro di Frapiccini prosegue oggi con una seconda residenza nel capoluogo siciliano per portare a termine la sua indagine sulle vittime e i protagonisti delle guerre di mafia”.

E ancora, alla Zisa due eventi importanti: allo ZAC Zona Arti Contemporanee la mostra Resignifications con circa centocinquanta opere di quarantaquattro artisti contemporanei internazionali, fotografie, sculture, dipinti e video e sei opere d’arte antica, sculture policrome raffiguranti Mori, provenienti dalla collezione Acton di Villa La Pietra a Firenze.

E al Centro Internazionale di fotografia diretto da Letizia Battaglia gli artisti di Alterazioni Video presentano Incompiuto: La nascita di uno Stile, Atlante fotografico delle opere incompiute insieme al collettivo di ricerca e progettazione architettonica Fosbury Architetture.

Ma i luoghi e gli eventi sono talmente tanti, infiniti che sarebbe un elenco lunghissimo. Di sicuro vale la pena visitare Palermo in questi mesi sia per i luoghi storici canonici che per tutti i palazzi, le chiese, le opere aperte per l’occasione.

Emanuele Magri

Zheng Bo, Pteridophilia, 2016-ongoing, video

Nora Turato, i’m happy to own my implicit biases (malo mrkva, malo batina), 2018 Performance, tecnica mista

Cristina Lucas, Unending Lightning, 2015-ongoing, video installation

Filippo Minelli, Across the Border, 2010-ongoing, mixed media, performance

Masbedo, Videomobile, 2018, multimedia installation

Matilde Cassani, Tutto, 2018, mixed media installation, performance

AES+F, Mare Mediterraneum, 2018, hand painted porcelain


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