Poetico e morale, nell’arte di Marco Nones, procedono assieme. Fatto non insolito quando al centro dell’attenzione è il rapporto Uomo Natura. Quando invece si guarda all’arte contemporanea a essere rievocate sembrano essere forme artistiche tradizionali. L’attualità della questione ecologica riconduce, però, l’artista a una riconsiderazione del concetto di bellezza collegato anche a una prospettiva etica quando solleva interrogativi sul futuro delle nuove generazioni di uomini.
L’ultima performance dell’artista trentino Marco Nones, fondatore di RespirArt, il Parco d’arte più alto al mondo, si è svolta nel contesto urbano della piazza del Duomo di Trento. Un centinaio di cervelli di ghiaccio, realizzati a partire da un modello in 3D opera del Muse di Trento, si sono sciolti al sole lasciando trasparire la parola Indifference intagliata su tavolette di legno. Indifference è anche il titolo di questo nuovo lavoro volto a risvegliare le coscienze sui cambiamenti climatici, sullo scioglimento dei ghiacciai e sulla distruzione delle foreste.
L’indifferenza, spiega l’artista, è quella che desertifica innanzitutto il paesaggio interiore di ciascun uomo e di riflesso quello esteriore. Non si può, infatti, più ammettere una concezione dualistica del rapporto uomo natura, la natura è anche dentro l’uomo, entrando a far parte di lui attraverso il respiro, il nutrimento, le sensazioni e le percezioni, contribuendo al suo sviluppo organico e spirituale. Vivere al di fuori di un pensiero eco-sostenibile volto alle generazioni future, appoggiandosi solo a logiche di profitto, significa distaccarsi dall’idea di creazione e di vita, vivendo esclusivamente di cervello. L’immagine antitetica a questo scenario è quella di Michelangelo nella volta della Sistina in cui la creazione di Adamo (e dunque dell’uomo) è ricondotta alla forma del cervello da cui fuoriesce il gesto creativo di Dio.
Il cervello rappresentato da Nones va invece verso un’altra direzione, volendo di fatto essere espressione di un’opera di denuncia. Verso la sparizione dell’intelligenza, allontanandosi da un rapporto empatico con la natura e dissolvendosi in un nulla. Le tavolette di legno sono state realizzate riutilizzando il legno dei boschi caduti nelle valli colpite dalla tempesta Vaia di ottobre del 2018.
L’importanza dei materiali che danno forma alle opere è una componente del lavoro artistico di Nones. Materiali naturali come legno, radici, ghiaccio, spesso ravvivato da pigmenti naturali, sono quasi sempre lasciati alla natura stessa che completa l’opera di trasformazione della materia avviata dall’artista. A volte le opere spariscono, si dissolvono ritornando alla natura. È il caso delle sculture di ghiaccio ispirate alle poesie di Alda Merini per la mostra ad alta quota Nel cerchio di un pensiero o dell’opera Uova d’acqua lasciata sciogliere al tramonto sulla costa calabrese.
Nella performance Indifference il contesto è invece assolutamente urbano, forse perché più che destare un senso di meraviglia tra scenari naturali mozzafiato, il richiamo va alla cittadinanza, appellandosi a un forte senso di responsabilità sociale. C’è uno scatto in più in questa performance di Nones, oltre i limiti della Land art, verso l’arte pubblica che sceglie la piazza. Del resto la piazza è lo spazio in cui si rincorrono le manifestazioni legate al tema della salvaguardia ambientale, basti pensare al caso di Greta Thunberg.
L’immagine di un dissolvimento può essere più incisiva di un grido di protesta. L’arte di Nones fortemente poetica e spirituale, riconduce l’attenzione sulla potenza dell’immagine per innescare una trasformazione a livello del pensiero e dell’agire umano.
Per tutte le immagini: Marco Nones, Indifference, performance in Piazza Duomo Trento, 27 aprile 2019. Courtesy the artist and RespirArt
Antonella Palladino, dopo la laurea in Conservazione dei Beni Culturali, ha proseguito la sua formazione presso la Fondazione Morra e il Pan. Attualmente vive a Pavia ed è docente di Storia dell’arte.
NO COMMENT