Il 25 settembre la P420 ha inaugurato le due mostre personali di Merlin James e Marie Cool Fabio Balducci, che segnano la prima collaborazione della galleria con questi artisti.
Nella prima sala sono esposte le tele – tutte di medie e piccole dimensioni – dell’artista Merlin James, gallese di nascita e scozzese d’adozione. Dall’ingresso, voltandosi a sinistra, si scorge Viewer e si ha l’impressione di essere accolti – in modo inusuale considerato che ci porge le spalle – dallo stesso artista intento a osservare qualcosa (come fanno anche i personaggi di Audience). La distanza tra figura e sfondo si annulla e quest’ultimo è libero di diventare molte cose: se lo spettatore è Merlin, allora lo spettacolo potremmo essere noi che osserviamo le sue opere.
Al di là dell’apparente semplicità di alcune immagini, quella dell’artista gallese è una pittura non immediatamente decifrabile, che richiede dunque tempo. E il tempo infatti – afferma l’artista – è anche uno dei materiali con cui egli crea. Le tele esprimono un misterioso senso di invecchiamento, dovuto al lungo processo di lavorazione caratterizzato dalle continue rivisitazioni e aggiunte.
Quelle che l’artista stesso chiama Trasparencies (telai reinventati con tele trasparenti di poliuretano o nylon cosparse di macchie, ferite, buchi, cuciture) – come House and Cloud o Buildings – convivono nello spazio con tele ad acrilico in bilico tra astrazione e figurazione, come ad esempio Coast. Sono opere in divenire, che sfuggono alla rappresentazione della realtà che ci circonda e che, libere di essere incoerenti ed eterogenee, trasportano nell’altrove dell’artista.
L’atmosfera cambia, già nella zona degli uffici e poi nella seconda sala, con i lavori di Marie Cool Fabio Balducci. Lei, francese, proviene dalla danza contemporanea, lui, italiano, dalle arti visive e dal cinema. Lavorano insieme dal 1995. Un corpo minuto e una lunghissima treccia rossa: Marie. È sempre e solo lei che svolge le azioni davanti al pubblico, con l’intento però di rappresentare la figura umana in senso lato. Per i primi due giorni di mostra le azioni sono state svolte dal vivo davanti agli occhi dei visitatori e saranno visibili in video per tutta la durata dell’esposizione.
La precisione dei gesti è quasi ipnotica: l’artista sfiora con la punta delle dita un lungo nastro adesivo che attraversa letteralmente lo spazio espositivo, con un movimento lento che produce un suono lieve, simile al battito d’ali di un insetto. Manipola poi l’elemento naturale del fuoco che, sotto forma di fiammella, consuma lentamente l’elemento artificiale del filo di cotone intriso di saliva.
La realtà dei due artisti, sotto forma di rito, invade lo spazio e ci parla di resistenza. A cosa? La risposta è negli oggetti esposti: tavoli e scrivanie da ufficio, cotone ricavato da un vestito da lavoro. Tutti materiali provenienti da fallimenti di Società o da riduzioni di organico e dunque emarginati dal frenetico e ripetitivo ciclo produttivo. Questi vengono riattivati da azioni lente (l’antitesi è fondamentale nell’opera degli artisti) che innescano una riflessione politica, sociale ed economica. L’invito è a resistere al lavoro che talvolta può imprigionare la singola individualità, trasformandosi in una gabbia da cui cercare di liberarsi, come fa l’insetto che sbatte le ali.
Le due mostre indipendenti tra loro – visitabili sino al 7 novembre – rappresentano una realtà alternativa a quella quotidiana e costruiscono una dimensione contemplativa che spinge a riflettere e a desiderare di lottare di più per la nostra libertà.
Ornella D’Agnano
Info:
Merlin James/Marie Cool Fabio Balducci
25 settembre – 7 novembre 2020
P420
Via Azzo Gardino 9 Bologna
Merlin James, installation view, 2020, P420, Bologna, Courtesy the artist & P420, Bologna (photo credit Carlo Favero)
Merlin James, House and Cloud, 2010, mixed media, 71 x 56 cm, Courtesy the artist & P420, Bologna (photo credit Carlo Favero)
Marie Cool Fabio Balducci, installation view, 2020, P420, Bologna, Courtesy the artists & P420, Bologna (photo credit Carlo Favero)
Di origine pugliese, dopo la laurea triennale in Beni Culturali presso l’Università del Salento (Lecce), approfondisce lo studio dell’arte contemporanea laureandosi in Arti Visive presso l’Università di Bologna, dove vive e lavora. Autrice del saggio critico “Museo e Neutralità”. Membro dell’Associazione Culturale Muri di Versi. Crede che l’arte sia un potente strumento in grado di suscitare riflessioni e creare relazioni.
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