Il narcisismo occidentale celebra la dimensione del viaggio e della partenza come punto d’inizio per una catarsi non solo fisica, ma soprattutto esistenziale che muta l’individuo accrescendo la cognizione di sé e del mondo. Nella cultura occidentale il viaggio è un mezzo per confrontarsi con l’ignoto e con le paure (provocando spesso una trasformazione), la tradizione letteraria è ricolma di esempi che hanno plasmato il nostro sapere e la nostra percezione. Ma è necessario rendersi conto di quanto la tematica del “viaggio” in tempi odierni sia legata alla dimensione dei flussi migratori, argomento sempre attuale e discusso, che l’arte deve affrontare in modo diretto per far emergere così le difficoltà. Questa stessa cultura, però, come si pone nei confronti dei fenomeni di migrazione? La visione romantica del viaggio considera le aspre condizioni e la dura realtà della migrazione forzata?
Questi sono i quesiti e gli obiettivi della pratica artistica di Mosa One (Roma, 1997), che con la mostra “Departures / مغادرون” porta avanti la sua esplorazione sulla transitorietà, sull’esilio e sulla trasformazione attraverso il macro-recipiente quale il viaggio. A cura di spazioSERRA, si inserisce nel palinsesto di suMISURA, il programma espositivo che vede la realizzazione di progetti site-specific da parte di artisti selezionati che analizzano le caratteristiche dell’edicola della stazione Lancetti a Milano. La personale rivela in che modo il movimento e la permanenza si intrecciano, sollevando riflessioni sullo spazio pubblico, sulla trasformazione e sulle barriere.
L’esposizione si integra con lo spazio e l’architettura; il flusso costante di persone – di viaggiatori -presso la stazione del passante ferroviario offre all’installazione la possibilità di espandere la tematica all’habitat e al pubblico circostante. L’artista ha realizzato una serie di tele in tessuti differenti (raffiguranti corpi e persone contornati da frasi e simboli legati all’uso visivo dei viaggi) che sono state appese al soffitto dell’edicola, creando in questo modo un percorso interno che spazia tra volti e sentenze. Durante la serata di inaugurazione Mosa One ha svolto una performance, vicina a pratiche di street art e di murales, in cui ha decorato le pareti di una scatola trasparente al centro dello spazio con motivi calligrafici e simboli pop su uno sfondo blu.
L’artista espone e tratta le prospettive dei rifugiati e della mobilità forzata, costringendo chiunque al confronto con una visione del viaggio slegata dall’ideale dello stesso; crea un cortocircuito nella rappresentazione tipica dell’individuo in cerca di un’autorealizzazione e una scoperta di sé, racconta invece esperienze di vulnerabilità e di lotta contro il tempo e contro la burocrazia. Il suo progetto parla anche di identità e di come questa sia sempre a rischio nelle migrazioni contemporanee; abbattere le diversità al fine di promuovere l’inclusione e la mescolanza. L’artista invita al dialogo e alla scoperta sempre nuova e libera. L’accento in “Departures / مغادرون” sta sull’assurdità delle leggi e dei confini come principali cause delle disuguaglianze e ingiustizie umane. Fortemente intrisa delle dinamiche geo-politiche contemporanee, la mostra è un manifesto contro l’insensatezza dei confini costruiti dall’umano per delimitare un territorio e che isolano e rinchiudono.
Attraverso il simbolismo, Mosa One racconta le storie di coloro che non riescono a partire e a fuggire alla ricerca di opportunità per cavilli amministrativi e politici; ogni opera esposta è una metafora sia degli ostacoli che si incontrano nelle migrazioni sia delle logore aspettative. “Departures / مغادرون” sposta l’attenzione su ogni individuo che insegue le proprie speranze e sulla testimonianza di chi in fuga offrendo una contro-narrazione e una prospettiva sfaccettata, tridimensionale e critica del diritto – e libertà – di spostamento.
Irene Follador
Info:
Mosa One, “Departures / مغادرون”
a cura di spazioSERRA
Riflessione di Zakaria Aït aka Marocchino
21/11 – 20/12/2024
SpazioSERRA
Stazione Ferroviaria Milano Lancetti
via Maloja 1, Milano
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is a contemporary art magazine since 1980
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