Fino al 3 settembre le Alpi si osservano attraverso la lente del fotografo giapponese Naoki Ishikawa presso l’Accademia Carrara di Bergamo. La mostra “Vette di Luce”, a cura di Filippo Maggia e Maria Cristina Rodeschini, dà omaggio allo splendido paesaggio delle Alpi Orobie con due progetti diacronicamente distanti: i pittori di paesaggio di fine Ottocento, le cui opere sono provenienti dalla collezione museale e dal CAI (Club Alpino Italiano), e il risultato di una residenza d’artista del fotografo giapponese Naoki Ishikawa, che ha documentato il rapporto ancestrale con le cime bergamasche nel corso del 2023. Due progetti che elegantemente osservano la fatale attrazione verso i picchi svettanti che gli artisti delle due culture rivelano nelle loro opere attraverso evidenti punti di vista differenti.
L’esposizione inizia con una selezione di trentacinque opere di artisti di paesaggio lombardi attivi tra l’Ottocento e il primo Novecento apprezzati per le loro vedute in Alta Quota. Enormi tele e piccole serie di olii immortalano luoghi oggi irriconoscibili. Artisti bergamaschi, come Costantino Rosa (1803-1878), Andrea Marenzi (1823-1891) o Ermenegildo Agazzi (1866-1945) hanno raccontato tutta la bellezza storico-culturale delle Alpi, diventando, anche grazie a questo, affermati pittori della zona. Tra visioni tardo romantiche e nuove forme espressive più individualiste, la mostra ripercorre l’interesse dell’epoca verso i paesaggi incontaminati. La visita decolla nel momento in cui lo spazio è invaso dai trittici, dittici o dalle grandi gigantografie di Naoki Ishikawa, fotografo e alpinista giapponese, conosciuto per essere particolarmente avventuriero e per avere già scalato e fotografato undici dei quattordici picchi da 8.000 metri raggiungibili sul pianeta. Al di là della pericolosità delle sue imprese, i suoi lavori sono acclamati per l’abilità di afferrare l’estetica del remoto e della natura inviolata.
Nato nel 1977 e appassionato di fotografia, è diventato tra i più affermati fotografi di paesaggio di tutto il mondo. Le sue opere sono legate alle tematiche del cambiamento climatico e all’impatto che esso ha proprio sulle zone meno abitate del globo. Il desiderio di scoperta e di documentazione lo porta a organizzare e intraprendere spedizioni ambiziose per immortalare paesaggi non toccati dall’avvento antropico, come l’Artico e la Groenlandia. La grande maestria di Ishikawa si manifesta anche in queste opere inedite e offre un nuovo modo di osservare le Orobie, anche per coloro a cui possono apparire quotidiane e banali. Attraverso la camera fotografica, esse non si mostrano come potenza segreta e minacciosa della forza della natura, non sono il luogo prediletto di mostri e demoni della cultura popolare. L’artista ne esalta le forme, i giochi di luce, i movimenti impercettibili che pervadono un paesaggio in perenne trasformazione e in continuo movimento. Attraverso i suoi scatti riesce a cogliere l’essenza istantanea dell’esistenza.
Trittici e dittici hanno tutto il sapore di contemporanei paraventi giapponesi, in cui abeti semi nascosti lentamente emergono da una fitta nebbia e creano spazi evocativi di un senso di armonia e tranquillità. Le fotografie invece rimandano a quelle famose “vedute” delle stampe ukiyo-e, così apprezzate in tutto il mondo grazie ai grandi maestri Utagawa Hiroshige (1797-1858) e Katsushika Hokusai (1760-1849). Così come allora, l’artista viaggiatore riesce a decantare la vita e la solitudine di questi spazi. Tra boschi, sentieri e piccole attività montane ancora attive si evocano le forme eterne della natura nei mille aspetti delle quattro stagioni. In alcune opere, in lontananza alcuni gruppi di escursionisti riposano ai piedi di un piccolo lago di montagna. In altre, l’aria rarefatta e la luce dell’alba si posano sui fianchi rocciosi della Presolana. Altre ancora permettono di percepire la brezza mattutina o l’atmosfera coinvolgente delle ultime ore del giorno.
Tutte queste opere traspirano un’attenzione verso il dettaglio, una ricerca costante nell’afferrare l’anima di qualsiasi montagna nella sua forma più sincera: un modo tutto nuovo di considerare le vette nostrane.
Sara Bortoletto
Info:
Naoki Ishikawa, Vette di Luce
a cura di Filippo Maggia e Maria Cristina Rodeschini
23/06/2023 – 03/09/2023
Accademia Carrara
Piazza Giacomo Carrara 82, 24124 Bergamo
lacarrara.it
is a contemporary art magazine since 1980
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