A Sheung Wan, all’Hong Kong Museum of Medical Sciences, Para Site (prestigioso centro per l’arte contemporanea) presenta una nuova collettiva “fuorisede”, curata da Kobe Ko e dal titolo «Post-Human Narratives – In the Name of Scientific Witchery». Nove artiste provenienti da Taiwan, Giappone e Hong Kong, raccontano attraverso i loro lavori pratiche considerate controverse o non ortodosse dall’establishment medico scientifico; si passa dall’ingegneria genetica allo xenotrapianto, dall’analisi dei sogni alla guarigione attraverso il suono, fino alle performance rituali, con opere di: Betty Apple, Ho Sin Tung, Mayumi Hosokura, Hui Serene Sze Lok, Florence Lam, Liv Tsim, Hou Lam Tsui, Ice Wong Kei Suet, e Bobby Yu Shuk Pui.
L’Hong Kong Museum of Medical Sciences, ambiente unico e ricco di storia, accoglie una mostra che tenta di riconfigurare delle narrazioni riflessive che gravitano intorno alla scienza, alla magia e alla stregoneria.
Parte di un progetto in corso intitolato Post-Human Narratives, questa collettiva è la terza di una serie di rassegne e iniziative sviluppate sia in situ e sia online, adottando il pensiero post-umanista come punto di partenza. Questa mostra mira a esaltare le storie del “magico” sfidando la razionalità scientifica e si concentra sulla scissione tra la natura e l’uomo, tra l’uomo e la macchina, tra il mondo empirico e il soprannaturale.
Le parole «Scientific witchery» contenute nel titolo, cioè «stregoneria scientifica», derivano da una traccia del testo di un brano di un anime fantasy, un riferimento che implica il rapporto ambiguo che intercorre appunto tra scienza, magia e stregoneria.
Gli artisti partecipanti rispondono con fluidità alle contraddizioni evocate tra passato e presente, tra sortilegi e sapienza e attraverso video, performance, suoni, installazioni e fotografia si mostrano ai visitatori liberi e senza inibizioni.
Entrando nel museo troviamo il primo lavoro dell’artista Bobby Yu Shuk Pui, dal titolo The Top Bet: un video della durata di 10 minuti e 38 secondi riprodotto in loop su monitor di vecchia generazione, e l’installazione In search of receptionists, composta da dodici fotografie a parete, stampate su porcellana, insieme a tanti e diversi elementi posizionati dentro due grandi bacheche, quali un’uniforme, un tesserino, il ready-made di alcuni oggetti e un LCD. In entrambi i lavori l’artista affronta il tema dell’ingegneria genetica umana, dichiarando di esserne da sempre attratta; racconta di esseri umani che usano questa tecnologia per nascondere i propri difetti fisici e sopprimere le ossessioni scaturite dal passare del tempo che, in taluni casi, può diventare una grande e pericolosa fonte di paura per l’essere umano.
Il video dell’installazione In search of receptionists, invece, parla di cinque receptionist che lavorano in un salone d’ingegneria genetica, chiamato Genetic Salon: una sorta di azienda di bellezza che offre modificazioni genetiche di alta qualità. La storia racconta di come queste ragazze usino segretamente i mezzi di questo salone per trasformarsi in piante, al fine di ridurre le spese quotidiane e gestire al meglio lo spreco del tempo; una di loro è sospettata di aver venduto servizi di bellezza al mercato nero, causando ai clienti un brutto effetto collaterale: la perdita della memoria. Questo video è sicuramente la visione di un ipotetico futuro malato, fatto di pratiche estreme ed esagerate che vogliono esorcizzare quello che potrebbe diventare il nostro quotidiano.
Camminando tra le pareti bianche del museo, scopriamo l’installazione sonora del 2022 di Betty Apple, dal titolo Frequency purification guide. L’opera pone al centro, in una scatola di plexiglas rossa trasparente, dei vibratori a forma di proiettili, i quali simboleggiano l’estasi sessuale, la contemporaneità del vivere la nostra sessualità, il feticcio dell’oggetto e l’energia femminile; collegati a essi sui lati, sempre in scatole di plexiglas, delle casse trasmettono la frequenza dei vibratori attraverso un microfono magnetico. L’artista, come fosse una magia bianca curativa, conduce il pubblico in un viaggio di purificazione attraverso un’audioguida della durata di 15 minuti. Come disse Nikola Tesla: «Se vuoi scoprire i segreti dell’universo, pensa in termini di energia, frequenza e vibrazione».
Vicino a due finestre nella stessa sala vediamo invece l’installazione di Mayumi Hosokura dal titolo Sensui(diving), composta da un video della durata di 11 minuti, trasmesso su un monitor posizionato sul pavimento, e un dittico formato da due stampe cianotipiche cucite su cotone dal titolo Sanpo(stroll) #1, #2, posizionate una a destra e una a sinistra rispetto al monitor.
Il video è una raccolta di fotografie istantanee dell’artista, tra cui dettagli di un corpo e frammenti di rifiuti che lo stesso artista ha raccolto durante le sue passeggiate; le due fotografie sono invece la riproduzione di molteplici screenshot catturati dal video Sensui, cuciti tra loro. Si viene dunque a creare una sorta di mappa del corpo rielaborata, trasportata nel mondo digitale. Questo lavoro è anche un esperimento sulla trasformazione di oggetti in immagini (nel caso del video) e di immagini in oggetti (nel caso del dittico).
Ci imbattiamo poi nel lavoro del 2022 di Liv Tsim dal titolo Sacrifice, prescription, and implantation. L’opera è composta da varie sculture in tecnica mista che utilizzano: glicerina, polvere di chitosano, polvere di carbonato di calcio, acciaio inossidabile, pigmenti artificiali e un dispositivo elettrico.
Qui l’opera dialoga con la medicina, con il suo evolvere e con lo sviluppo dei trapianti, nello specifico con lo xenotrapianto, fenomeno dove si evidenzia il cambiamento dal passato al presente. Mentre un tempo vari organi di animali venivano riconosciuti come sacri e impiegati per espellere demoni e di conseguenza per guarire le malattie, oggi essi vengono visti come elementi di guarigione attraverso la medicina. È successo nel 2022, nello statunitense Maryland Medical Centre, dove è stato trapiantato un cuore di maiale geneticamente modificato su un paziente, determinando la sopravvivenza più lunga per un ricevente di xenotrapianto (due mesi). Un’altra opera di Liv Tsim, con la collaborazione di Ice Wong Kei Suet, è formata da una serie di quattro stampe fotografiche dai toni freddi, legati ai colori della notte, porta il titolo di Imitation to synchronise. Elaborate e create con movimenti oscillatori, le opere appaiono astratte, come fossero delle tele dipinte; concettualmente le due artiste si chiedono se la vita della gente comune e quindi della “massa” si stia evolvendo o semplicemente riavvolgendo.
Procedendo troviamo l’installazione di Ice Wong Kei Suet That night, the echoes of Lisea’s song sounded across the ocean. Su un tavolo sono posizionate tante piccole musicassette con data e orario esatto della registrazione, poggiate su piccoli cuscini, una bacheca con appunti e una radio con cuffie. Sulle finestre alcune stampe ricoprono gran parte dei vetri facendoli diventare elementi decorativi astratti che formano visivamente il movimento delle onde dell’oceano; solo la parte superiore dei vetri non è coperta, così che si possano scorgere all’esterno le varie fasi della luna. Qui l’artista ci parla concettualmente del sogno e spiega che, nonostante tantissimi studi scientifici e psicologici, ancora oggi non si comprenda appieno la successione di emozioni e sensazioni che avvengono durante il sonno.
L’opera è ispirata proprio a uno dei suoi sogni, la cui narrazione viene registrata dall’artista appena sveglia, nella speranza di avere da parte dello spettatore una spiegazione concreta sul loro significato.
Si prosegue con il lavoro dell’artista Florence Lam dal titolo Berth, ventisei immagini di piccolo formato protette da cornici in plexiglas posizionate a piramide. Le stampe in bianco e nero e una fotoincisione dai colori caldi in cima a tutte raffigurano l’ecografia dell’utero dell’artista.
Negli anni Cinquanta il medico e astrologo Eugen Jonas trovò in alcuni scritti cuneiformi assiri, degli indizi che suggerivano che la fertilità femminile è influenzata dall’energia generata dal ciclo lunare e spiegherebbero così perché alcune donne concepiscano anche in momenti scientificamente insoliti, come ad esempio durante le mestruazioni.
Il 16 maggio 2022, durante la luna piena nel “periodo della fioritura primaverile” noto anche come «Flower moon» o «Mother’s moon», l’artista ha fatto un’ecografia del suo utero e l’ha stampata come fosse un’incisione; l’immagine è stata catturata durante il periodo di mestruazioni, dove il flusso allude alle onde del mare. Florence Lam vede l’utero come un organo magico, l’anima di una creatura all’interno del grembo materno rappresenta la vita prima di entrare in contatto con il mondo e quindi, inevitabilmente, con la morte.
Un altro lavoro della stessa artista è Zirka (incandescence), una performance della durata di circa un’ora. L’idea nasce quando, durante un processo di meditazione passando dall’inconscio al conscio, vede sé stessa indossare un’armatura dalle forme femminili; a tal proposito realizza una copia di quest’armatura per usarla durante l’esecuzione di rituali artistici e, come riti magici contro le congiure, esegue le sue azioni di preghiera.
«Zirka» significa in ucraino «piccola stella» e nel contesto artistico il fenomeno naturale dell’incandescenza viene visto come una preghiera per una piccola stella lontana.
In un’altra parte del museo si può osservare l’eleganza e la potenza di molteplici lavori di Ho Sin Tung. Tra questi emergono le fotografie dal titolo More than two, due stampe 70 x 50 cm e una di 30 x 21 cm, le quali nascono da un aneddoto dell’artista in cui un indovino le disse: «Una donna non dovrebbe avere più di tre fiori in testa, dal momento che il carattere cinese della parola “Fiore” ne ha solo due in cima».
L’artista si è ispirata a questo concetto, ha cercando dei fiori in casa e li ha posizionati sulla sua testa, creando così un set perfetto per la realizzazione delle sue opere.
Arriviamo ai magici lavori di Hou Lam Tsui che ci riportano all’infanzia e all’adolescenza. Le sculture di sapone, personalizzate con un processo a caldo dal titolo Magic soap, costituiscono tante piccole bacchette magiche del genere mahō shōjo (‘ragazza magica’) posizionate in cassetti, dentro un lavandino o in una credenza. Magic soap offusca il confine tra ciò che è classificato come scienza e ciò che non lo è, miscela il concetto di magia – instabile e minacciosa – con la scienza, dai caratteri stabile e gestibile. Qui il genere mahō shōjo ha un significato fluido, fatto di immagini positive, fantastiche e spensierate. Ad accompagnare le bacchette magiche ci sono altri due lavori: un video e un diario stampato. Il video, della durata di 2 minuti e 22 secondi, dal titolo Crystal foam, è posizionato all’interno di un cassetto e riproduce in sequenza vari clip di spot pubblicitari di anime e soap opera del genere mahō shōjo, mostrando la mercificazione del corpo femminile attraverso il consumismo nei mass media.
Nel video, agitare una bacchetta e fare una doccia sono azioni che, se ripetute, diventano inquietanti mentre lo strumento di trasformazione (la bacchetta magica) e il sapone, diventano un importante anello di congiunzione tra le due identità della ragazza magica, quella della persona comune e quella della guerriera.
Il lavoro Glitter Ash è invece un diario dell’artista, costituito da appunti, disegni e piccole stelline d’oro adesive legate alla stregoneria, alla magia e a tutto il concept delle sue opere.
Al termine del percorso ci attendono le opere di Hui Serene Sze Lok, una trilogia di parole scritte ed evocate di canzoni femminili e voci, dal titolo Scold, gossip and siren.
Video, performance e lettere si confondono per esaltare il lavoro autobiografico dell’artista, dove la sottile linea tra pubblico e privato si rompe e la voce di lei viene donata al pubblico, come una sirena dona il suo canto. Tutto il suo complesso progetto propone l’esaltazione e il potere dei linguaggi magici come elementi di rifugio e salvezza.
«Post-Human Narratives – In the Name of Scientific Witchery» più che una mostra, è un racconto fatto di magia, superstizione e legami con il soprannaturale, dove l’atmosfera risulta positiva e la speranza di realizzare i propri sogni, grazie alla magia, diventa realtà.
Benedetta Spagnuolo
Info:
AA. VV., Post-Human Narratives – In the Name of Scientific Witchery
30/07 – 28/08/2022
Hong Kong Museum of Medical Sciences
2 Caine Lane, Sheung Wan
Bobby Yu Shuk Pui, The Top Bet, 2022, video 10’38’’, photo credit Wong Pak Hang @Studio Lights On, courtesy Para Site
Betty Apple, Frequency purification guide, 2022 installation guide, variable dimension, photo credit Wong Pak Hang @Studio Lights On, courtesy Para Site
Liv Tsim, Sacrifice, prescription and implantation, 2022. Mixed media, glycerine, chitosan powder, sodium alginate, pine resin, calcium carbonate powder, pancreatin, collagen protein powder, artificial pigment, stainless and electrical device , photo credit Wong Pak Hang @Studio Lights On, courtesy Para Site
Ice Wong Kei Suet, That night, the echoes of Lisea’s song sounded across the ocean, 2022. Mixed media installation, variable dimension, photo credit Wong Pak Hang @Studio Lights On, courtesy Para Site
Florence Lam, Berth, 2022, photo etching, photo credit Wong Pak Hang @Studio Lights On, courtesy Para Site
Ho Sin Tung, More than two, 2022, photograph, a set of 3 Edition of 5, 2 70 x 50 cm, 1 30 x 21 cm, photo credit Wong Pak Hang @Studio Lights On, courtesy Para Site
Hou Lam Tsui, Glitter Ash, 2022, printed matter, 19 x 21 cm, photo credit Wong Pak Hang @Studio Lights On, courtesy Para Site
Hui Serene Sze Lok, Scold, gossip and siren, 2022, two-cannel video in colour, with audio, on loop. 11’44’’ and 13’32’’, photo credit Wong Pak Hang @Studio Lights On, courtesy Para Site
AA. VV., Post-Human Narratives – In the Name of Scientific Witchery, installation view at Hong Kong Museum of Medical Sciences, photo credit Wong Pak Hang @Studio Lights On, courtesy Para Site
AA. VV., Post-Human Narratives – In the Name of Scientific Witchery, installation view at Hong Kong Museum of Medical Sciences, photo credit Wong Pak Hang @Studio Lights On, courtesy Para Site
Laureata all’Accademia di belle arti di Catania. Durante il suo percorso di vita, unisce elementi come la scultura, il teatro, la danza e la fotografia, ed è proprio quest’ultima che rappresenta per lei la base per un innovativo ed eclettico percorso artistico. Dal 2010 si avvicina al mondo curatoriale ed inizia così anche a scrivere recensioni e pezzi critici; successivamente fonda “Artisti Italiani – arti visive e promozione”, organizzazione che si occupa di tutti gli aspetti promozionali dell’arte contemporanea.
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