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Né confini disciplinari né geografici negli spazi ...

Né confini disciplinari né geografici negli spazi di Palazzo Collicola a Spoleto

Ancora una volta Palazzo Collicola dimostra la propria vocazione contemporanea e internazionale con una programmazione stagionale, inaugurata l’11 novembre 2023, che propone due personali e un’installazione di artisti provenienti da diverse aree del globo. Si tratta di Calixto Ramírez, Petra Feriancová, Francis Offman, rispettivamente originari del Messico, della Slovacchia e del Ruanda. Tre eventi progettati in stretto legame con l’identità del museo e della cittadina umbra, che perciò ben si integrano con la selezione di disegni dello scultore spoletino Leoncillo, che completa l’offerta espositiva. Pur nelle diversità stilistiche e concettuali, i lavori di Ramírez, Feriancová e Offman, ruotano intorno all’essere umano, ora “misura di tutte le cose”, ora essere transitorio, ora nella sua dimensione storica.

Calixto Ramírez, “Da Monterrey a Monteluco”. Veduta della mostra a Palazzo Collicola, Spoleto, 2023. Fotografia di Giuliano Vaccai. Courtesy l’artista e Galleria Alessandra Bonomo, Roma

Al piano terra, “Da Monterrey a Monteluco” è la mostra di Calixto Ramírez, a cura di Saverio Verini e promossa dalla Galleria Alessandra Bonomo, che vede al centro l’esperienza dell’artista, sia perché il progetto espositivo è partito da una residenza da lui compiuta vicino a Spoleto, in un eremo di Monteluco, sia perché la presenza fisica di Ramírez è parte dei suoi lavori video e fotografici. Le sue azioni in ambiente naturale aperto, dove il corpo è unità di misura, si manifestano nel tentativo di divenire un tutt’uno con il paesaggio, simulando la forma degli elementi vegetali del bosco di Monteluco, in un’ottica eco-centrica. L’unione con la natura è presente anche in molti lavori installativi ed è ispirata dal modo di vivere degli eremiti. Proprio l’eremitismo, infatti, è indagato in diverse opere in mostra.

Petra Feriancová, “Eternity, her responsive body and others stories. Algae”, 2023. Tre acquari in vetro e ferro contenenti acqua, dimensioni ambientali. Fotografia di Giuliano Vaccai. Courtesy l’artista e Galleria Gilda Lavia, Roma

Al Piano Nobile, Petra Feriancová si relaziona con le caratteristiche di un ambiente settecentesco, instaurandovi una forte sinergia, fatta di dialoghi e rotture, attraverso opere scultoree e installative. La mostra “Eternity, her responsive body and other stories”, curata da Tiago de Abreu Pinto e Davide Silvioli, con il supporto dello Slovak Arts Council e della Galleria Gilda Lavia, si configura come un’articolata narrazione intorno ai temi del tempo e della caducità, tra eternità e vanitas. L’artista, così, incarna quel sentimento europeo, tipicamente barocco, dell’angoscia scaturita dalla transitorietà della vita tramite il rinvio al genere della natura morta e all’utilizzo di materiali emblematici, quali teschi, fiori d’amaranto, iscrizioni marmoree. Proprio una di queste, riecheggiando i contenuti della mostra, recita che un domani dell’uomo resteranno solo rovine e che il mondo andrà avanti comunque, sottendendo un approccio critico all’antropocentrismo.

Francis Offman, “Senza titolo”, 2022. Acrilico, fondi di caffè, gesso di Bologna su cotone, cm. 385 x 220 cm; 25 libri con fondi di caffè sulla copertina, 1 Bibbia, 1 manuale di grammatica francese, 81 calibri, installazione, dimensioni variabili. Veduta dell’installazione a Palazzo Collicola, Spoleto, 2023. Fotografia di Giuliano Vaccai. Courtesy l’artista e P420, Bologna

La riflessione sulla memoria è altresì sostanziale nell’intervento “Senza titolo” (2022) di Francis Offman, realizzato in collaborazione con la galleria P420 e situato di fronte alla Biblioteca Carandente, con cui il lavoro costruisce una relazione metaforica. L’opera, riformulando una serie di oggetti ascritti al passato coloniale del Ruanda, è costituita da una serie di libri costretti da calibri e rivestiti con polvere di caffè. Questa ne avvolge le copertine, fatta eccezione per due testi: una Bibbia tradotta in kinyarwanda e un manuale di grammatica francese, ossia la lingua autoctona del Paese e quella imposta dal colonialismo belga. Se è vero – citando Harold Pinter – che “la tragedia dell’umanità è non riuscire a capire il linguaggio dell’altro e imporre con la violenza il linguaggio del più forte”, Offman con il suo intervento ricerca una riconciliazione con una memoria collettiva e individuale lacerata dalla Storia, in vista di un futuro fatto di libri ancora da scrivere.

Leoncillo Leonardi, Disegni dalla collezione. Veduta della mostra a Palazzo Collicola, Spoleto, 2023. Fotografia di Giuliano Vaccai

Di Leoncillo, infine, si può apprezzare come l’artista, nonostante la bidimensionalità del supporto, riuscisse a rendere l’entità materica della scultura, percepibile in elementi per lui iconici quali l’albero e il San Sebastiano. Tutte le mostre sono aperte al pubblico fino al prossimo 11 marzo.

Valeria De Siero

Info:

Petra Feriancová. Eternity, her responsive body and other stories
Calixto Ramìrez. Da Monterrey a Monteluco
Francis Offman. Senza titolo
Leoncillo. Disegni dall collezione
11/11/2023 – 11/04/2024
Palazzo Collicola
Piazza Collicola 1, Spoleto (PG)
www.palazzocollicola.it


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