Intervista a Nicola Bertoglio, iPhoneografo, che presenterà al Novegro Photo Day il progetto “The QR-code exhibition: That Human Touch”, nell’ambito della sezione di iPhoneografia da lui curata. La mostra sarà visitabile all’interno della Fiera di Novegro dal 18 al 20 Ottobre 2019.
Durante il Novegro Photo Day 2019 esporrai, accanto alle tue opere, anche 27 QR code. Vuoi spiegarci il perché di questa scelta?
Quando mi è stato chiesto di curare, per la seconda volta all’interno della Fiera Novegro Photo Day, uno spazio dedicato alla “iPhoneografia”, ho pensato di dover realizzare qualcosa che, pur restando all’interno della mia personale ricerca artistica, andasse un po’ oltre, che approfondisse il rapporto tra azione e immagine. Ho pensato al gesto, ormai quotidiano, di avvicinarsi ad un codice QR con il telefono ed a ciò che può scaturire da esso, per esempio con una fotografia postata su Instagram.
Nella nostra quotidianità siamo abituati a vedere molte immagini quasi in automatico, come se ci venissero sparate contro, ma l’atto dello “scoprire” è qualcosa di raro e per conto mio prezioso.
Come hai selezionato le foto? Perché hai scelto di mischiare, anche se solo virtualmente, le tue opere a quelle di altri?
Le immagini che ho scelto per la mia installazione sono di quotidiana umanità prese dall’hashtag #photocircuito1, creato nel 2013 da me e Giuseppe Giacobino quando collaboravo con lo “Studio Raffaello Giolli” allo scopo di raccogliere la miglior fotografia d’arte da smartphone italiana.
Tra le 27 opere scelte ce ne sono un paio anche mie per sottolineare il legame profondo tra il mondo di Instagram, nel quale risiedono tutte le mie creazioni, e il mio proposito di trasporre tutto questo in una dimensione fisica e con una grammatica ben precisa che ho costruito nel tempo.
Come è stato diffuso al pubblico e agli artisti l’hashtag #photocircuito1? Come consideri i risultati raggiunti in base al tuo preciso obbiettivo? Sei soddisfatto degli oltre 1.000 post attualmente presenti su Instagram?
Quando io e Giuseppe Giacobino decidemmo di organizzare la prima mostra di “iPhoneografia” a Milano, pensammo di radunare opere e artisti usando un hashtag che fosse abbastanza complesso e insolito da essere utilizzato solo da chi ne fosse a conoscenza, così da selezionare solo chi fosse stato veramente interessato al nostro progetto.
Le foto iniziarono ad arrivare e riuscimmo a creare un gruppo di artisti che, nel tempo, ha collaborato a diverse nostre iniziative. Alcuni di loro li conosco personalmente, altri solo per i loro lavori.
Con il tempo abbiamo pensato di lasciare che l’hashtag si diffondesse indipendentemente dal nostro intento originario e devo dire che non ha mai smesso di raccogliere contributi. Per questa installazione ho potuto selezionare immagini decisamente interessanti!
Le tue opere, a differenza di quelle presentate in QR code, saranno stampate su lastre di alluminio Chromaluxe riflettente, a cui saranno affiancati altri QR code che rimanderanno a video e audio. La tua opera sarà dunque la somma dei due medium e dei loro contenuti?
In passato ho associato i QR code a certe mie opere perché mi piaceva l’idea di aggiungere altre dimensioni oltre quella puramente visiva. I suoni, i rumori, le immagini in movimento hanno lo scopo di estendere il significato di ciò che il pubblico ottiene guardando i miei lavori.
Hai iniziato la tua ricerca artistica fotografando con lo smartphone. Hai proseguito stampando su lastre quadrate riflettenti che, da una parte, rimandano al formato tipico di Instagram e, dall’altra, all’effetto lucido del cellulare. Da qualche anno hai aggiunto i QR code arricchendo il contenuto visivo delle opere con suoni e rumori, spesso rielaborati a formare una sorta di “tappeto sonoro”. Ora la scelta di usare i QR code in un’installazione interamente dedicata, ti ha spinto un passo ancora più in là nell’uso della tecnologia. Non temi che il gap tecnologico possa risultare criptico e allontanare a priori una certa fascia di pubblico, distante dalla tecnologia sia per età che per attitudini personali?
Non credo ci sia un limite anagrafico alla voglia di apprendere il nuovo e il bello che la contemporaneità ci offre, anche se mi aspetto che le persone abbiano un po’ di difficoltà nello svelare le immagini dietro quei codici. Sarà forse più facile che il pubblico fotografi l’intera installazione piuttosto che fare lo sforzo di capire cosa ci sia nascosto all’interno di essa. Questa installazione può essere considerata come una sorta di performance collettiva nella quale, per accedere alle immagini, si dovrà compiere un’azione, un gesto e una scelta. Ma può essere vista come una provocazione, per denunciare una certa voglia di “automatismo” nell’approccio al mondo e ai problemi che ci circondano.
L’arte non deve per forza essere “facile”, non deve dire tutto a chi vi si approccia, non deve dare risposte come fossero slogan. L’arte è meditazione, silenzio, attesa, concentrazione e poi, forse, svelamento e meraviglia. L’arte è di tutti, ma non necessariamente per tutti. L’arte è un dono che ci concediamo per avere in cambio altri doni, sotto forma di nuove domande.
Lo accennavi prima: uno dei tuoi timori è che l’installazione di QR code venga vista e fotografata per sé stessa, come pura opera da fruire passivamente, e non “attivata” dagli spettatori. Consideri questa possibilità un insuccesso o una delle modalità lecite di utilizzo libero della tua arte da parte dello spettatore?
Se nessuno dei fruitori provasse a scoprire le immagini nascoste nei codici ne sarei certamente dispiaciuto, ma non lo considererei un insuccesso: solo la dimostrazione che le persone oggi vogliono risposte facili e immediate. Ad ogni modo i codici sono prima di tutto segni e forme a prescindere dal loro “contenuto” celato. Quindi posso accettare che vengano considerati opere essi stessi. Dopotutto l’artista crea a prescindere da come vengano usate le proprie creazioni. L’arte resta un’urgenza che non necessita per forza comprensione, ma solo accettazione.
Erika Lacava
Info:
Novegro Photo Day
18 – 19 – 20 ottobre 2019
pad. A – Parco Esposizioni Novegro
Via Novegro, 20090, Segrate (MI)
Apertura al pubblico:
venerdì, sabato e domenica
ore 10.00 – 19.00
Ingresso: 8€
Nicola Bertoglio, Calcio Sacro – Versetto n. 125, 60×60 cm, stampa su lastre di acciaio Chromaluxe, 2017
Nicola Bertoglio, Corpo Libero, Il gioco del pedone, stampa su lastre di acciaio Chromaluxe, 2017
Nicola Bertoglio, Capendo Adamo – Lotta perpetua, 30×60 cm, stampa su lastre di acciaio Chromaluxe, 2014
Nicola Bertoglio, Capendo Adamo – Corpo estraneo, 30×90 cm, stampa su lastre di acciaio Chromaluxe, 2014
Nicola Bertoglio, Capendo Adamo – Sulla Apertura, 30×90 cm, stampa su lastre di acciaio Chromaluxe, 2014
Laurea in Filosofia Estetica in Statale a Milano con specializzazione in Visual cultures e Pratiche curatoriali all’Accademia di Brera. Dal 2014 al 2017 con l’esperienza di Zoia – Galleria d’arte contemporanea entra a diretto contatto con le dinamiche dello scouting e del mercato dell’arte. Curatrice indipendente, collaboratrice per riviste d’arte cartacee e online, nel 2019 fonda la start up di comunicazione e servizi per l’arte M2F Communication.
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