Arte o affari? Vecchio tormentone. Più che mai fomentato da quando il primo mecenate è diventato addirittura il mercato stesso, operatore anonimo, senza competenza alcuna se non quella di fare cassa e per di più del tutto immischiato in quei giochi borsistici ben noti per fondarsi su valutazioni tanto effimere quanto repentinamente controvertibili, anche a costo di slargare crisi abissali laddove tutto appariva sotto controllo. Chi, al di fuori degli esclusivi ambienti specialistici, cioè quelli frequentati da riconosciuti esperti e operatori d’arte, non si è mai sentito assalito da simili dubbi? Dubbi che vengono tacitati, ma non spenti, solo per la brutta figura che si rischia di fare sollevandoli, quando la propaganda di questo o quel pittore, scultore o performer impazza, dimostrandosi anch’essa più che mai agguerrita nel difendere la merce da promuovere?
Che l’arte possa esistere, con più o meno affari, con più o meno mercato, perché ha una sua propria vita, è tesi che si fa male a non credere, ma è anche vero che nel nostro tempo sia tutta da dimostrare. Trascurare la necessità di una simile dimostrazione non può che portare laddove, grazie all’onnipresente e onnipotente comunicazione, si sprofonda in quell’indistinto che come noto può solo penalizzare il bello a profitto del brutto: per la massima soddisfazione di quei tanti che neanche più tollerano di sentire parlare di tali termini così classici da suonare quasi ingenui, ma sempre obbligatori per trovare un senso in ogni invenzione a destinazione estetica. Che la ricerca del bello e dell’arte possa ispirare tutta una vita, in modo da permetterci di creare un polo di incontro, scambio e rilancio di infinite esperienze diverse, tutto questo è quanto illustra magnificamente lo stimolante film di Manuela Teatini su Massimo Minini, famoso gallerista bresciano, di notorietà mondiale. Uscito qualche anno fa ma penalizzato dallo scatenarsi del covid e dalle sue conseguenze distanzianti, il documentario “MASSIMO MININI. The Story of a Gallerist” sarà in proiezione straordinaria a Roma all’Auditorium del MAXXI, mercoledì 8 novembre 2023 alle h.18.00 alla presenza di Francesco Stocchi, direttore artistico MAXXI, Massimo Minini gallerista, Manuela Teatini autrice e regista e Angela Vettese curatrice.
Tra i pregi di questo che è un vero e proprio ritratto filmico, va sicuramente annoverata l’assenza di ogni commento a profitto delle immagini e delle parole che hanno lo stesso Minini come protagonista, assieme ai suoi innumerevoli e celeberrimi amici artisti, tra i quali Maurizio Cattelan, Anish Kapoor, Daniel Buren, Roger Ballen e Nino Migliori, solo per fare qualche nome, a sua moglie Daniella e alla figlia Francesca, ambedue coinvolte nell’espandere e proseguire l’opera del padre, comunque sempre più che mai attivo. Gli ottant’anni dichiarati non paiono pesare affatto. Nel succedersi del racconto il tempo sembra sospendersi. A scandirlo sono solo gli incontri, le idee, le casualità che hanno reso possibile questa o quella esposizione, questa o quella installazione, questa o quella performance. Subito viene raccontata la circostanza per la quale Minini agli esordi della sua carriera come gallerista negli anni Settanta nella sua sede espositiva non disponeva neanche di un telefono, cosicché un aspirante acquirente si vide costretto a cercare sulle Pagine Gialle il bar più prossimo a tale sede per avere il contatto utile ad esaudire i suoi desideri. D’altra parte, le ben più sofisticate tecnologie comunicative oggi disponibili e la straordinaria fama nel frattempo acquisita non sembrano incidere più di tanto nella sua attività. Sempre generoso di battute sorprendenti, giunge a paragonarsi persino a un confessore nel rapporto coi suoi clienti, mentre con gli artisti si dimostra sempre legato da vincoli di amicizia intima.
Come apprendiamo dal video di Teatini, Minini stesso in gioventù, quando collaborava con Flash Art, era stato tentato di intraprendere una carriera artistica, ma poi, meditando sul rigoglio non sempre valorizzato dell’arte esistente, specialmente in Italia, aveva preferito dedicarsi alla sua promozione. Penetranti sono le sue considerazioni sull’importanza del nostro paese da questo punto di vista. Comunque in tutta la sua attività brillano i continui riferimenti alla città natia, Brescia. Caratteristica singolare del personaggio è in effetti il suo attaccamento a questo suo luogo originario, che invece di essere abbandonato per siti più glamour, come le grandi metropoli di richiamo mondiale, è stato da lui promosso come nodo della rete internazionale delle relazioni e degli eventi in campo artistico. Bellissime sono le immagini nelle quali il film testimonia del museo a cielo aperto e sparso in vari anfratti di Brescia che lo stesso Minini ha contribuito a creare riuscendo a farvi installare opere, anche imponenti e oramai famosissime, di artisti come Mimmo Paladino e Michelangelo Pistoletto.
Lungi dal limitarsi al commercio di opere, questo gallerista si è dunque sempre speso per promuoverle creando e intessendo occasioni, relazioni e incontri tra diretti interessati. Vera perla del video da segnalare è un colloquio confidenziale e ironico, tutto impegnato su primi piani ravvicinati, tra lo stesso Minini e Anish Kapoor, tra un bicchiere di vino e l’altro, in un soleggiato banchetto all’aperto, dove l’oggetto della discussione è la quasi totale casualità della collaborazione di questo artista con il francese Daniel Buren in occasione di un’esposizione alla Galleria Continua di San Giminiano. Niente di meglio per rendersi conto di quanto ispirazione e creazione possano seguire le vie più imprevedibili e sorprendenti. Da ultimo, non si può non menzionare come il film documenti anche i libri che Minini continua a concepire, scrivere e pubblicare, dando conto dell’interesse e delle questioni esteticamente rilevanti che le loro presentazioni suscitano tra i partecipanti. Ulteriore riprova che questo gallerista, caso più unico che raro, è stato ed è tutt’ora infinitamente più che un mercante.
Info:
Valerio Romitelli (nato a Bologna nel 1948) ha insegnato, fatto ricerche e tenuto conferenze in Italia e all’estero. Suoi ambiti disciplinari: Storia delle dottrine politiche, Storia dei movimenti e dei partiti politici, Metodologia delle scienze sociali. Tra le sue ultime pubblicazioni: L’amore della politica (2014), La felicità dei partigiani e la nostra (2017), L’enigma dell’Ottobre ‘17 (2017), L’emancipazione a venire. Dopo la fine della storia (2022).
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