Promosso dall’Ambasciata d’Italia a Skopje, in collaborazione con con il Ministero della Cultura della Macedonia del Nord e con il Macedonian Contemporary Art Museum di Skopje, North Macedonia Project: Art as Nature, a cura di Bojana Janeva e Davide Silvioli, vede Ghezzi e Massarutto – entrambi autori di una ricerca in cui il contatto con l’ambiente naturale è determinante – misurare le rispettive pratiche, durante due periodi di residenza distinti, con le caratteristiche uniche del Parco Nazionale di Shar Planina, per poi realizzare un mostra nel museo della Capitale con i lavori eseguiti in loco. Scopriamo ora dalle loro parole alcuni aspetti di questa iniziativa e del lavoro che andranno a svolgere.
DS: Come è nato North Macedonia Project: art as nature?
AM: Io e Roberto lavoriamo insieme da mesi: la scorsa estate abbiamo condiviso spazi espositivi comuni, oltre a condividere lo stesso laboratorio e studio; cosa non facile per due artisti. In tutto ciò, riusciamo comunque a trovare un dialogo costante e costruttivo per entrambi. L’idea di questa mostra nasce dalla nostra prima doppia personale insieme, a Cortona. L’ambasciatore italiano in Macedonia del Nord, Andrea Silvestri, dopo aver visto le nostre opere, ci ha contattati e, con nostra sorpresa e piacere, ci ha proposto questo progetto.
DS: Quale è il peso e il valore del dialogo con l’ambiente naturale nei limiti delle vostre sperimentazioni?
RG: Il nostro lavoro è fondato sul dialogo con l’ambiente dove operiamo, senza il quale nulla sarebbe possibile. Le mie opere, in particolare le Naturografie© (tessuti preparati con vari reagenti in grado di “catalizzare” l’essenza dei luoghi dove vengono installate), nascono dal paesaggio e si plasmano al suo interno e grazie a esso. Credo che il solo modo di restituire un’autentica e sincera visione del luogo, sia dar voce al luogo stesso, rendendolo protagonista dell’opera.
AM: l’ambiente e il paesaggio sono tutto! Nel mio lavoro, parto dalla selezione minuziosa di materiale organico trovato nel bosco. Rami, tronchi, radici ma anche pietre, sono gli elementi da cui riscopro forme anatomiche nuove e da lì nascono nuove opere. È il paesaggio che mi indica il percorso artistico da seguire. Preferisco lavorare d’istinto, creando un dialogo con quello che mi circonda, respirando odori, guardando con occhi di bambino, toccando i materiali su cui andrò a lavorare.
DS: Cosa è emerso, di significativo rispetto al lavoro che lì andrete a svolgere, durante la prima residenza macedone di aprile?
AM: Senza esagerare, è stata un’esperienza che mi ha cambiato profondamente, da un punto di vista artistico. Fino a pochi giorni prima, ero legato ancora ai miei animali figurativi. Ero partito da casa con quell’idea, realizzare sei lupi con materiali vegetali trovati sul posto. Poi una volta lì, ho avuto una specie di blocco, cosa che a me non era mai capitata. Dopo due giorni, per fortuna, sono ripartito con nuovi linguaggi, nuove forme. Ho praticamente “distrutto me stesso” e ho ricostruito qualcosa di completamente nuovo. Posso dire, dunque, che per me è stata un’esperienza necessaria e fondamentale nel mio percorso professionale.
RG: La Macedonia del Nord è una terra che può essere facilmente sottovalutata se paragonata ad altre realtà estere più rinomate o dichiaratamente “selvagge”. Tuttavia, possiede un fascino incredibile, fatto di contraddizioni ambientali molto forti: ci sono boschi millenari accanto a discariche a cielo aperto. Ho sentito e sento che il mio lavoro, che si sta creando in quei luoghi da aprile (ho lasciato le mie installazioni “in custodia” a terzi), parlerà di tutto questo e porterà su di sé anche la cura e il coinvolgimento di alcune persone splendide, che abitano là da generazioni e amano immensamente la loro terra e le loro radici.
DS: Quali sono, in generale, le caratteristiche naturali del parco Shar Planina che trovate più interessanti, in funzione della vostra rispettiva ricerca artistica?
RG: Il Parco ha una grande varietà di ambienti, che sembrano non molto diversi da quelli che possiamo incontrare nelle nostre Prealpi. In realtà vi è una fauna e una flora molto speciale; ad esempio, in questi monti vivono molti orsi, linci, aquile, nei fiumi nuota una specie endemica di trota e mediamente gli alberi sono più grandi e le foreste più rigogliose rispetto alle nostre. Diciamo che l’interesse di affrontare la ricerca artistica in un ambiente simile è innegabile, anche al fine di portare alla luce le differenze che si celano in queste terre solo apparentemente simili alle nostre.
DS: In previsione del vostro ritorno in Macedonia del Nord, a ottobre, per la seconda parte della residenza, quali saranno, invece, le operazioni che andrete a condurre in loco, in vista della mostra conclusiva al Macedonian Museum of Contemporary Art di Skopje?
AM: Roberto nella prima fase ha installato le sue tele all’interno del Parco Shar Planina, io ho raccolto il materiale e ho cominciato la costruzione di nuove forme scultoree. In ottobre si passerà alla fase finale, in cui le tele di Roberto e le mie opere terminate dovranno necessariamente trovare un dialogo all’interno dei meravigliosi spazi del Museo d’Arte contemporanea di Skopje. La mostra durerà quasi un mese. Sarà senza dubbio una bella sfida!
DS: Data l’impostazione interdisciplinare dell’intero progetto, che si rispecchia anche nei vostri lavori, è in programmazione il coinvolgimento di attori esterni al mondo strettamente artistico?
RG: Come normale, un tipo di ricerca come la nostra, così a stretto contatto con il mondo naturale, si alimenta di connessioni e alimenta essa stessa proficue contaminazioni con settori di ricerca del mondo della scienza e della salvaguardia ambientale. Nel progetto, è stata attivamente coinvolta tutta l’amministrazione del Parco Shar Planina, che ha gentilmente offerto non solo disponibilità e aiuti materiali, ma ha anche inviato una troupe per riprese video, interviste e foto. È stata poi coinvolta anche l’Accademia di Belle Arti di Tetovo, con la quale abbiamo già effettuato una giornata di incontro e presentazione del nostro lavoro. Ma, in tutta sincerità, la collaborazione maggiore è stata con gli abitanti di Vratnica, che hanno offerto gratuitamente e con entusiasmo la loro attiva partecipazione al progetto, in qualità di guide e custodi delle opere. Vorrei citare su tutti Dragisa, Maya, Dusko e Jovan. Credo sia questa la vera essenza di una residenza artistica.
Antonio Massarutto e Roberto Ghezzi, courtesy gli artisti
Gli artisti al lavoro durante la residenza di aprile, nel Parco Nazionale Macedone di Shar Planina, courtesy gli artisti
Gli artisti al lavoro durante la residenza di aprile, nel Parco Nazionale Macedone di Shar Planina, courtesy gli artisti
Gli artisti al lavoro durante la residenza di aprile, nel Parco Nazionale Macedone di Shar Planina, courtesy gli artisti
Roberto Ghezzi e Antonio Massarutto, North Macedonia Project: art as nature, studio installation view, courtesy gli artisti
Critico d’arte contemporanea e curatore, ha curato mostre in gallerie, spazi indipendenti e istituzionali. Ha tenuto conferenze in Italia e all’estero. Suoi testi e ricerche sono pubblicati su cataloghi, magazines di settore, edizioni di gallerie e monografie. È curatore di archivi d’artista, contributor di riviste e uffici stampa specializzati. Collabora con fondazioni, musei pubblici, case editrici e università a progetti di ricerca e curatoriali.
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