In occasione della 17esima Biennale Internazionale d’Architettura di Venezia, How we will live together, l’artista svizzero Not Vital torna in laguna con un nuovo progetto espositivo incentrato sulla sua celebre serie House to Watch the Sunset. La mostra, ospitata dal 21 maggio nell’Abbazia palladiana dell’isola di San Giorgio Maggiore, si iscrive all’interno dell’ampio programma di Eventi Collaterali organizzati parallelamente alla Biennale e dislocati in diversi spazi della città. La personale è stata curata e promossa dalla Fondazione Benediciti Claustra Onlus, impegnata dal 2013 nella promozione e valorizzazione del patrimonio culturale storico e contemporaneo.
Nel corso degli ultimi decenni Not Vital, classe 1948, si è contraddistinto nella scena artistica internazionale per il suo nomadismo e la passione per l’antropologia che, da circa una cinquantina d’anni, lo conducono a un’incessante esplorazione di luoghi sperduti, di culture lontane e tradizioni artigianali.
Prendendo ispirazione dalle civiltà che incontra, senza tuttavia dimenticare le sue origini, l’artista sviluppa un linguaggio poliedrico di forme in cui l’astratto e il figurativo si mescolano per creare atmosfere suggestive, provocando nell’osservatore un profondo senso di smarrimento.
Durante questo continuo vagabondaggio dalla Francia al Cile, dall’Amazzonia all’Indonesia fino al deserto del Sahara, Not Vital oltrepassa ogni confine, sfonda le barriere dell’abituale spazio museale, portando le sue opere in regioni sperdute e talvolta irraggiungibili. Queste, grazie a un attento studio dei materiali e all’intervento delle manifatture locali, si immergono completamente nell’ambiente circostante arrivando a diventare un tutt’uno con esso.
L’interesse di Not Vital per la percezione dello spazio, per dove e come viviamo, è diventato nel tempo una vera ossessione, che ha portato, nel 2005, alla realizzazione di un progetto su scala globale, ancora in corso: House to Watch the Sunset.
Nato dalla ricerca dell’artista di riuscire a fondere la scultura e l’architettura per creare qualcosa di nuovo, il progetto prevede la costruzione di cinque installazioni, una per continente, a forma di torre. Queste, realizzate tutte site-specific con la collaborazione degli artigiani del luogo, sono alte circa tredici metri, tripartite in piani scollegati tra di loro e accessibili solamente da una porta e apposite scale esterne. Ciascun piano è provvisto di semplici finestre rettangolari, senza vetri o ante, che permettono di affacciarsi e ammirare il mondo.
Sebbene la forma e la struttura rimangano invariate, ogni House to Watch the Sunset è costruita con materiali diversi che provengono e riflettono la cultura locale in cui si trovano: realizzate con un miscuglio di fango, paglia e sterco in Nigeria, con angelim vermelho, un legno tropicale della giungla amazzonica, in Brasile e ancora in cemento e sabbia di fiume in Svizzera. Nonostante l’aspetto architettonico, le House to Watch the Sunset non sono studiate per essere abitate, non hanno acqua corrente o elettricità, ma al contrario svolgono una funzione puramente evocativa e trascendentale quale la contemplazione del tramonto.
Infatti, per Not Vital “quando costruisci una casa per guardare il tramonto, allora hai uno scopo. Vivere lì è secondario. Ti svegli e prendi l’acqua dal pozzo e vai dietro un albero a fare pipì ed è molto bello. Non c’è spreco e quello che hai lo restituisci alle piante. Che ho scoperto essere un lusso”. Per definire questa particolare natura ambivalente, ibrida, che contraddistingue House to Watch the Sunset, Not Vital ha coniato nel 2009 il termine Scarch, un neologismo nato dalla fusione delle parole “architettura” e “scultura”.
È l’ultima e quinta monumentale versione di House to Watch the Sunset a essere al centro della mostra SCARCH nell’Abbazia di San Giorgio Maggiore. In accordo con i monaci benedettini l’installazione, realizzata in alluminio da artigiani italiani, è stata collocata sul fondo della navata principale orientata a est, verso cui, tradizionalmente, le chiese sono rivolte. Dopo la conclusione della Biennale la torre sarà trasferita nell’isola di Fangasito nel Pacifico meridionale, dove riuscirà a resistere ai forti venti dell’arcipelago di Tonga grazie alla sua particolare struttura.
Grazie alla sua superfice leggermente riflettente, la torre si inserisce senza contrasto nell’architettura rinascimentale, testimoniando la possibile coesistenza di passato e presente. Si tratta dello stesso scopo della Fondazione, che si propone di risvegliare la sensibilità dei fedeli e dei visitatori, favorendo un dialogo sulla maggiore inclusività e apertura delle chiese finora adibite esclusivamente alla liturgia.
A tale scopo la mostra comprende altre sei opere che, dislocate in diversi spazi, permettono allo spettatore di addentrarsi alla scoperta dell’abbazia. Passando dal corridoio adiacente a una cappella laterale, si passa al presbiterio e al coro, accedendo infine alla sacrestia. Gli altri lavori esposti, a differenza di House to Watch the Sunset, sono di dimensioni ridotte e spaziano dalla pittura alla scultura fino al neon, evidenziando la versatilità materiale dell’artista in continua evoluzione.
Mariavittoria Pirera
Info:
Not Vital. SCARCH
Abbazia di San Giorgio Maggiore, Isola di San Giorgio Maggiore
orario 10 – 18, chiuso lunedì
Istituzione organizzatrice: Abbazia di San Giorgio Maggiore – Benedicti Claustra Onlus
www.labiennale.org/it/architettura/2021
Not Vital, Pope Francesco, 2020. Photo by Eric Powell, courtesy Thaddaeus Ropac London Paris Salzburg Seoul
Not Vital, House to Watch the Sunset, 2021. Photo by Eric Powell, Courtesy Thaddaeus Ropac Gallery, courtesy Thaddaeus Ropac London Paris Salzburg Seoul
Not Vital, House to Watch the Sunset, 2021. Photo by Eric Powell, courtesy Thaddaeus Ropac London Paris Salzburg Seoul
Mariavittoria Pirera, classe 1995, ha una formazione storico-artistica conseguita con una laurea triennale in Storia dei Beni Culturali, profilo storico artistico, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, e con una laurea magistrale in Storia e Conservazione dei beni artistici, storia dell’arte contemporanea, all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Vive e lavora a Milano.
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