Gioco di ruolo, seduzione. Il rapporto dell’artista Ohm Panphiroj con gli oggetti, con gli spazi è un rapporto senza soluzione di continuità: la pelle si fa cosa e la cosa si fa carne nuda, esposta e spogliata da tabù e pregiudizi. You will be there, progetto che il Festival Grenze ospitò qualche anno fa, è a Bologna allo spazio Parsec di via del Porto 48 C/D. L’iniziativa nasce nell’ambito della collaborazione tra il Festival di fotografia veronese e PerAspera, un cartellone multidisciplinare ed eclettico disegnato dalla lungimiranza di Maria Donnoli ed Ennio Ruffolo.
Da qualche anno PerAspera ospita nella riflessione dedicata all’identità e al ruolo di genere, un progetto fotografico calzante. La scelta della direzione artistica bolognese quest’anno è caduta su un fotografo e regista pluripremiato a livello internazionale. Ex direttore presso la rivista Esquire e Qr, Ohm è conosciuto come fotografo di moda e regista. Ma l’eccentrico artista, che ha collezionato oltre cento mostre in giro per il mondo, è anche professore a contratto di fotografia in Giamaica presso la Edna Manley School of Visual and Performing Arts di Kingston. Ha sei lauree e attualmente sta lavorando a una trilogia di cortometraggi: The Space Between Us, The Deaf Boy’s Disease e The Last Summer.
Il suo You Will Be There è un progetto che risale a dieci anni fa ed è una perlustrazione, un sopralluogo epidermico sulla soglia della classicità. Apollinee le forme ma dionisiaco il ribollire delle questioni che si aprono sotto la pelle. Una seduzione del visibile e come tale teatralizzata nel gioco della visione che sta tra pubblico e privato, intimo e condiviso.
“Fotografandomi e mostrandomi nudo, tento di affrontare la mia stessa insicurezza e vulnerabilità, attraverso indagini personali che mi portano ad accettare il mio corpo e il suo potere. Ogni immagine nasce da un’idea di me stesso e del mondo”, dichiara l’artista. “Fare questi ritratti è un’esperienza personale, un viaggio in uno strato complesso in cui l’identità è vista, giudicata, ma raramente discussa. Rivela il mio desiderio personale di apertura e ricerca per capire non solo chi e cosa sono, ma come il mondo mi capisce, mi guarda e mi giudica”.
Un giudizio che si filtra, che si distilla negli oggetti che reificano sentimenti, alterazioni dell’io, vibrazioni d’anima. Ecco, allora una lampada, un pianoforte che come il Surrealismo scrisse, diventano finestre di una paranoia critica, allusioni, forse metafore. L’immagine diventa quindi una possibilità, una buccia “in levare” dall’ego cristallizzato nella storia personale. Queste composizioni ferree entro cui il tempo si sospende, sono cornice, acquari in cui si dibatte un’anima candida nella ricerca di “un luogo di appartenenza”.
La mostra – in collaborazione con il Patto di collaborazione LGBT+ del Comune di Bologna – è visitabile dal 22 al 25 settembre 2021 con questo orario: 11.00 –13.00 e 17.00 – 20.00.
Simone Azzoni
Info:
Ohm Pamphiroi, You Will Be There, 2015, courtesy the artist
Ohm Pamphiroi, You Will Be There, 2015, courtesy the artist
Ohm Pamphiroi, You Will Be There, 2015, courtesy the artist
È critico d’arte e docente di Storia dell’arte contemporanea presso lo IUSVE. Insegna inoltre Lettura critica dell’immagine presso l’Istituto di Design Palladio di Verona e Arte contemporanea presso il Master di Editoria dell’Università degli Studi di Verona. Ha curato numerose mostre di arte contemporanea in luoghi non convenzionali. È direttore artistico del festival di Fotografia Grenze. È critico teatrale per riviste e quotidiani nazionali. Organizza rassegne teatrali di ricerca e sperimentazione. Tra le pubblicazioni recenti Frame – Videoarte e dintorni per Libreria Universitaria, Lo Sguardo della Gallina per Lazy Dog Edizioni e per Mimemsis Smagliature nel 2018 e nel 2021 per la stessa casa editrice, Teatro e fotografia.
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