Fino a martedì 20 dicembre, la Fondazione Brodbeck di Catania ospita la mostra conclusiva del progetto di residenza d’artista avvenuto tra Italia e Svizzera, “1698/t-t”, ideato da Valeria Caflisch e curato da Valentina Barbagallo e Philippe Clerc.
La Fondazione Brodbeck nasce nel 2007 grazie alla volontà di Paolo Brodbeck e prende vita in una realtà difficile per la città di Catania, quella del quartiere di San Cristoforo. Fin dai suoi albori l’idea alla base della Fondazione è stata quella di credere e aver fiducia nel valore sociale dell’arte e nella capacità che essa ha nel modificare e migliorare la qualità di vita del territorio sul quale essa prende vita. La Fondazione, situata all’interno di un complesso postindustriale, si sviluppa su un’area di circa seimila metri quadri, in una struttura di fine Ottocento, che nel corso degli anni è stata adibita a diverse funzioni: produzione di liquirizia, lavorazione della frutta secca, presidio militare durante la Seconda Guerra Mondiale e, infine, consorzio agrario e falegnameria. Oggi, dello spazio a disposizione, sono circa seicento metri quadri quelli ristrutturati e destinati a spazi per mostre temporanee, residenze d’artista e laboratori progettuali. Grazie a queste possibilità gli artisti che vengono coinvolti dalla Fondazione possono produrre ed esporre i lavori alla fine del periodo di residenza; inoltre, attraverso progetti site specific, viene creato un programma di attività volto a coinvolgere la realtà sociale, culturale e artistica catanese e siciliana.
“1698/t-t” è un progetto organizzato in due moduli residenziali, che coinvolge quattro artisti di nazionalità svizzera – Isabelle Pilloud, Christiane Hamacher, Ivo Vonlanthen e Primula – assieme all’Italia con gli artisti Francesco Balsamo, Marcella Barone, Gianluca Lombardo e Alessandra Schilirò. Gli otto artisti coinvolti nel progetto si sono, quindi, trovati a lavorare in coppie di nazionalità mista, in remoto e in presenza, per tre anni. Oltre al lavoro delle varie coppie, il programma ha previsto anche il coinvolgimento e la collaborazione di figure esterne, che hanno permesso una continua mutazione del progetto, fino ad arrivare alla sua conclusione. Parte fondamentale sono stati i momenti legati alle residenze d’artista: alla fine di ognuna di esse è stata organizzata una flash expo nella città ospitante, che ha visto il confronto fra gli “attori” del progetto: artisti, ideatore e curatori, istituzioni e cittadini, che hanno ricevuto il progetto, permettendo agli artisti di capire quali erano le impressioni esterne di chi osserva e non vive l’esperienza in prima persona.
Valeria Caflish, l’ideatrice del progetto, che si divide tra Catania, città dove è nata e cresciuta, e Friburgo, città svizzera che l’ha adottata da adulta, spiega questo progetto partendo dalla sua esperienza, da quella che è la ricerca della sua stessa identità, da come poter creare una relazione fra le sue due “patrie”, partendo dai 1690 km che separano l’Italia dalla Svizzera. Caflish, con “1698/t-t”, ha provato a coinvolgere gli artisti facendo loro svolgere esperienze incrociate attraverso la loro collaborazione. Gli otto artisti partecipanti, poi diventati quattro binomi, si sono dovuti aprire l’uno verso l’altro, prendendosi la responsabilità del proprio partner e fidandosi di questo. Il primo approccio fra gli otto è avvenuto grazie a Matchingplattform, una forma di art-tinder, grazie a cui l’ideatrice ha potuto svolgere “il ruolo di un algoritmo che vede, regola e collega tutto”. Dopo questo primo incontro, formate le coppie, esse hanno iniziato a lavorare in autonomia senza doversi più relazionare alla piattaforma o al restante gruppo.
Il progetto ha previsto, inoltre, un incontro dalle finalità didattiche, presentato il 26 ottobre presso l’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti di Catania. Moderato dalla curatrice della mostra, Valentina Barbagallo, il focus del meeting girava attorno al tema della residenza d’artista e all’importanza dello scambio culturale che consente di collegare centro e periferia, al quale ha preso parte anche il Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Catania, Gianni Latino; oltre a Valeria Caflisch; il direttore artistico della Fondazione Brodbeck, Gianluca Collica; la ricercatrice, curatrice e autrice freelance, docente di teoria dell’arte per l’Università delle Arti di Zurigo, di Costanza e di Berna, Sibylle Omlin; il sociologo e docente di sociologia presso l’Università degli Studi di Catania, Guido Nicolosi; la progettista grafica del catalogo Sofia Di Grazia; assieme agli otto artisti protagonisti del progetto.
Info:
AA.VV., 1698/t-t
Progetto artistico a cura di Valeria Caflisch
Mostra finale a cura di Valentina Barbagallo
in collaborazione con Fondazione Brodbeck
22/10/2022 – 20/12/2022
Fondazione Brodbeck
Via Gramignani 93, Catania
www.fondazionebrodbeck.it
Laureata in Comunicazione e valorizzazione del patrimonio storico artistico e specializzata in Progettazione artistica per l’impresa, lavora a stretto contatto con l’arte contemporanea, facendo di questa la chiave di lettura per ogni approccio lavorativo verso la quale si muove. Art is life il motto attorno cui la sua esperienza lavorativa/artistica ruota.
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