The Store X The Vinyl Factory e la Fondation Cartier pour l’Art Contemporain presentano Other Spaces, una personale del collettivo britannico United Visual Artists, fondato nel 2003 dall’artista Matt Clark, contraddistintosi sin dai suoi esordi per la visione innovativa, volta ad esplorare le possibili contaminazioni tra arte, scienza, e tecnologie moderne. Questo approccio sperimentale li ha portati a collaborazioni di varia natura, a fianco dei musicisti Massive Attack e James Blake, del coreografo Benjamin Millepied e del fashion designer Christopher Bailey nella sfilata di Burberry nel 2018. Al 180 The Strand, la mostra Other Spaces ne celebra 15 anni di carriera artistica e conferma il ruolo pioneristico che UVA ha giocato negli anni, sapendo riconoscere il potenziale dei new media in un clima che, secondo le parole del fondatore, è caratterizzato da ‘un periodo di rapida trasformazione tecnologica ed ecologica’.
Interessati alla dimensione immersiva e multi-sensoriale dell’esperienza artistica, gli artisti di UVA concepiscono la mostra secondo tre diversi momenti immersivi in cui ripensare la configurazione dello spazio e del tempo secondo la sintesi assoluta di elementi quali la luce e il suono, da sempre cifra stilistica del collettivo. Tre installazioni multimediali, rigorosamente presentate secondo una sequenza di dark space, delineano la quintessenza di una nuova architettura del pensiero che si vuole soffermare sulla fisicità e la performatività dell’esperienza artistica, riflettendo sulle tematiche del tempo, del moto e del molteplice attraverso una serie di ambienti multimediali.
Attraversati i tunnel che ci conducono al percorso epositivo, la mostra si presenta con una citazione della ormai storica installazione Momentum, esposta alla Curve Gallery del Barbican nel 2013, qui ripensata nel contesto dell’opera Our Time, 2019. Composta da un’unica armatura scultorea e articolandosi attraverso una serie di braccia meccaniche, l’installazione proietta simultaneamente dei fasci di luce e delle ondulazioni sonore, pensate dalla sound-designer Mira Calix. In linea con la tradizione cinetica, qui rivisitata in scala immersiva, Our Time vuole fare il punto su una nuova percezione e dimensione dello spazio e del tempo contemporaneamente alle scoperte della fisica e della scienza moderne, rese evidenti dai media digitali ed elettronici che si rivelano utili a ripensare la dimensione esperienziale e immersiva dell’opera.
L’installazione Vanishing Point 3:1 (2019) elabora ulteriormente questo straniamento percettivo, ripensando le leggi prospettiche di Leon Battista Alberti, attraverso un ribaltamento del focus del disegno che non è più orientato alla rappresentazione oggettiva del mondo, ma si rivolge alla dimensione esperienziale ed immersiva. Ecco che da una superficie riflettente, il punto di fuga di UVA proietta un disegno di luce che si compone di una serie di moduli e geometrie che si ripeteno in una scala di multipli per configurare un paesaggio mobile e immersivo. In questo senso, la sofisticata tecnologia di Vanishing Point restituisce un’immagine e un’esperienza in funzione dello spettatore che abita gli ambienti delle opere, forte di un rinnovato potenziale vitalistico.
La sequenza di ambienti immersivi si conclude con l’installazione The Great Animal Orchestra, presentata in Triennale quest’anno a Milano, originariamente commissionata dalla Fondazione Cartier per l’Arte Contemporanea per una mostra omonima nel 2016 a Parigi, e qui alla sua premiere londinese. Pensata in collaborazione tra United Visual Artists e il musicista e ricercatore bioacoustico americano Bernie Krause, a cui dobbiamo il termine di bio-sfera, l’installazione si compone di una rappresentazione grafica di ambienti sonori in cui percepire il paesaggio climatico di habitat naturali rimasti a lungo invisibili, ora oggetto di nuova indagine. Sulla base di una collezione di oltre 5.000 ore di registrazioni audio di oltre 15.000 specie animali e vegetali, The Great Animal Orchestra restituisce un paesaggio immersivo attraverso la sintesi di elementi visuali ed aurali, ponendo l’accento sulla necessita’ di formulare una poetica che oltre la logica dell’uomo, rivaluti il potenziale della dimensione ecologica nel contemporaneo.
Nella sua sintesi minimalista e nella sua complessità immersiva, Other Spaces è un invito a trascendere i limiti della percezione per confrontarsi con la dimensione dell’invisibile attraverso la sintesi di elementi percettivi per scoprirci parte di un evoluzione artistica, scientifica, e tecnologica. Questo tratto stlistico lo ritroviamo nella pubblicazione del catalogo che accompagna la mostra in cui, oltre alle immagini, è presentata la versione in vinile delle registrazioni di The Great Animal Orchestra, realizzata da The Store X The Vinyl Factory e Fondation Cartier pour l’Art Contemporain.
Info:
Other Spaces by United Visual Artists
2 ottobre – 8 dicembre 2019
The Store X The Vinyl Factory e Fondation Cartier pour l’Art Contemporain
180 The Strand, London
UVA, Our Time, Store X, courtesy the artists, The Store X The Vynyl Factory, Fondation Cartier pour l’Art Contemporain
UVA, Vanishing Point, Store X, courtesy the artists, The Store X The Vynyl Factory, Fondation Cartier pour l’Art Contemporain
UVA, Vanishing Point, Store X, courtesy the artists, The Store X The Vynyl Factory, Fondation Cartier pour l’Art Contemporain
UVA, The Great Animal Orchestra, Store X, courtesy the artists, The Store X The Vynyl Factory, Fondation Cartier pour l’Art Contemporain
È interessata agli aspetti Visivi, Verbali e Testuali che intercorrono nelle Arti Moderne Contemporanee. Da studi storico-artistici presso l’Università Cà Foscari, Venezia, si è specializzata nella didattica e pratica curatoriale, presso lo IED, Roma, e Christie’s Londra. L’ambito della sua attività di ricerca si concentra sul tema della Luce dagli anni ’50 alle manifestazioni emergenti, considerando ontologicamente aspetti artistici, fenomenologici e d’innovazione visuale.
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