Incontri è una mostra che si propone di offrire uno sguardo inedito sul lavoro fotografico di Paolo Roversi attraverso l’accostamento a gruppi di due o tre di alcuni dei suoi scatti più famosi. I dittici e i trittici appositamente creati per questa mostra sviluppano così un dialogo misterioso tra fotografie molto spesso lontane tra loro per soggetto e per anno di realizzazione. Cosa avranno da dirsi Lida Egorova e una mano? Perché Alicia Vikander è accanto ad Anthony Vibert e a una lampada? Dove si deve guardare per capire? Difficile rispondere a queste domande considerando il fatto che alcuni significati appartengono alle fotografie stesse, mentre altri li trascendono.
La bellezza di tali fotografie, in effetti, non dipende solo da qualità intrinseche o direttamente osservabili: come dichiara Roversi stesso in un’intervista del 2014: “la bellezza è un mistero, non cerco mai di dare definizioni razionali a quel che faccio, c’è un mondo intoccabile, imponderabile”. Incontri, allora, vuole essere questo mondo intoccabile e imponderabile, questa possibilità di allargare le soglie della percezione anche attraverso la non-comprensione. Già negli anni Ottanta, Paolo Roversi aveva rifiutato quelle tendenze, molto comuni tra i fotografi di moda, che consistevano nel mostrare una visione oggettivata del mondo e un immaginario stereotipato che assicurava il riconoscimento in identità ben precise. I suoi scatti, infatti, lontani dall’essere intrappolati in banali cliché, sono ambivalenti, delicati e sospesi tra l’apparizione e la scomparsa. In sostanza sono incatalogabili.
E così, Paolo Roversi, elegante, silenzioso e minimalista, ha totalmente rivoluzionato la fotografia di moda attraverso la raffinatezza e la sensibilità. Non più soggetti supponenti, niente occhi languidi, né pose glamour: a Roversi non interessa la rappresentazione, vuole solo scavare nella profondità delle cose. Nelle sue fotografie, la moda, che in genere è tutta apparenza, si trasforma in qualcosa di meravigliosamente intimo: quando si osservano i ritratti di Roversi non è possibile non riconoscere come quegli scatti siano addirittura a proposito di noi stessi. Noi, gli esseri più complessi, noi che per primi ci offriamo a letture differenti, ci riconosciamo nelle ambiguità delle fotografie di Roversi.
Così, in quel bianco e nero un po’ soffuso o in quei colori tremuli, in quelle ambientazioni monocromatiche dove il soggetto e lo sfondo sfumano l’uno nell’altro, si mescolano facilmente i nostri ricordi, le nostre paure, le nostre insicurezze. Molteplici storie che non si possono raccontare a parole sembrano legarci a quegli sguardi, a quelle situazioni e a quelle mani. È davvero pura magia.
In un’altra stanza, Incontri presenta per la prima volta anche una serie di ritratti incrociati di Paolo Roversi e Robert Frank realizzati in Nova Scotia nel 2001. Roversi e Frank sono due fotografi dalla personalità completamente differente: hanno in comune la passione per la fotografia di moda anche se Frank la abbandona presto e Roversi la tratterà in modo inaspettato. Quello che però emerge in questi scatti è dato sicuramente dai capolavori che solo un incontro tra due grandi fotografi può produrre.
Francesca Mattozzi
Info:
Paolo Roversi. Incontri
17 novembre – 11 febbraio 2018
Galleria Carla Sozzani
Corso Como 10 – 20154 Milano
Paolo Roversi. Incontri, installation view at Galleria Carla Sozzani, Milano 2017. © Paolo Roversi / Courtesy Fondazione Sozzani
Paolo Roversi, Ravenna, Paris 2003 © Paolo Roversi / Courtesy Fondazione Sozzani
Paolo Roversi, Robert and me, Mabou, Nova Scotia, July 2001 © Paolo Roversi / Courtesy Fondazione Sozzani
Paolo Roversi. Incontri, installation view at Galleria Carla Sozzani, Milano 2017. © Paolo Roversi / Courtesy Fondazione Sozzani
is a contemporary art magazine since 1980
NO COMMENT