Nei pressi della stazione di Bologna e poco distante dal suo centro storico si nasconde un paesaggio urbano che coniuga le atmosfere sospese della pittura metafisica con le suggestioni dell’archeologia industriale. L’area, che nel periodo rinascimentale costituiva il fulcro della vita sociale ed economica bolognese, a partire dall’Ottocento subì un progressivo e inarrestabile declino che portò al totale abbandono dopo la Seconda Guerra Mondiale. Interamente ristrutturato tra il 2003 e il 2011 su progetto di Aldo Rossi, il quartiere oggi si presenta come un polo culturale unico in Italia e tra i più importanti d’Europa per le sue dimensioni e per la qualità delle proposte offerte delle istituzioni che hanno trovato qui la loro sede: Cineteca del Comune, Università, MAMbo, il Museo d’Arte Moderna e la struttura espositiva della Salara, sede polivalente del circolo Arcigay Il Cassero.
La nuova connotazione culturale del distretto, rinominato Manifattura delle Arti per sancire l’identità dei progetti espositivi e performativi che continuamente ospita, si è negli ultimi anni rafforzata con la presenza di gallerie e spazi non profit che sono sorti o si sono trasferiti nella zona decidendo di unire le proprie forze per coinvolgere un pubblico più ampio. A differenza dei silenziosi e deserti fondali architettonici dechirichiani da cui Aldo Rossi trasse ispirazione quindi, la Manifattura si presenta oggi come cuore pulsante della creatività contemporanea, che sconfina dalle sedi deputate per espandersi in interventi site specific che interessano le strade e gli edifici del quartiere. In particolare quattro giovani gallerie – CAR drde, GALLLERIAPIÙ, LOCALEDUE e P420 – hanno deciso di fare sistema e coordinare i loro eventi in modo da amplificare l’offerta arricchendola delle rispettive diversità per rivolgersi a un pubblico internazionale prendendo a modello quanto avviene nelle grandi capitali europee. Accomunate dall’impronta sperimentale e dall’interesse per l’arte di ricerca, perseguono l’obiettivo comune di rivitalizzare il tessuto sociale della zona e di rinforzare il dialogo con le istituzioni proponendo progetti culturali di ampio respiro legati al vissuto cittadino. Il primo appuntamento che sancisce questa dichiarazione d’intenti sarà l’inaugurazione congiunta delle mostre di apertura autunnale dei quattro spazi espositivi che si terrà sabato 26 settembre, concepita come percorso-evento che riunisce e mette a confronto differenti spunti di riflessione e pratiche artistiche.
CAR drde presenta Geometrie per un canone rovesciato di David Casini, che attraverso le sue complesse e fragili strutture metalliche con inserti di porcellana analizza e reinterpreta in chiave contemporanea il Compianto su Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito all’interno della Chiesa di Santa Maria della Vita a Bologna. Le sette sculture in mostra richiamano i sette personaggi del capolavoro Quattrocentesco di cui l’artista isola i gesti e gli andamenti alla ricerca di nuovi ritmi compositivi che mantengano la stessa densità simbolica del gruppo scultoreo originale. GALLLERIAPIÙ ospita una tappa del progetto di mappatura di luoghi interessati da processi di gentrificazione del duo internazionale Felix & Mumford. In dieci giorni di residenza gli artisti hanno raccolto, classificato, selezionato e riordinato graffiti e tag presenti nel quartiere combinandoli con frasi estrapolate da un articolo accademico in cui Giorgia Aiello esamina i processi di riqualificazione del distretto Manifattura delle Arti. Ai lavori su tela presenti in galleria, che riproducono questi segni di resistenza visiva al processo urbanistico imposto dall’alto, si aggiunge una mappa che invita a esplorare la strada come museo all’aperto.
LOCALEDUE accoglierà, durante la notte, le sculture quadrupedi del duo Cuoghi Corsello che di giorno “pascoleranno” fra la gente nella piazza antistante che ricorda una collina. Quadrupede è un essere nato come fumetto nella prima metà degli anni ’90, un ente che non ha gli stessi sensi dell’uomo e che per questo riesce a suggerire per via empatica nuove modalità senzienti. Frammenti riciclati di un mondo post-eroico, queste creature trovate, composte o create si possono rinvenire ovunque, appena sotto la soglia della nostra attenzione.
P420 inaugura la prima personale italiana del fotografo tedesco Joachim Schmid, che nel 1989 dichiarò la sua intenzione di non voler fotografare più niente finché tutte le immagini esistenti –anche quindi quelle che non aspirano a essere “artistiche”– non siano state utilizzate. Nel corso di oltre trent’anni raccoglie sistematicamente qualsiasi tipo di foto che trova in strada o compra nei mercatini, componendo uno sterminato archivio d’immagini trovate che fanno emergere l’oscuro potenziale di un medium fotografico oggi utilizzato da milioni di individui.
Info:
DAVID CASINI. GEOMETRIE PER UN CANONE ROVESCIATO
dal 26 settembre al 14 novembre 2015
CAR drde – Via Azzo Gardino 14/a, Bologna
FELIX & MUMFORD. CODEX – MAPPING MANIFATTURA DELLE ARTI IN BOLOGNA
dal 26 settembre al 21 novembre 2015
GALLLERIA+ – Via del porto 48 a/b, Bologna
CUOGHI CORSELLO. QUADRUPEDI AL PASCOLO a cura di Gabriele Tosi
dal 26 settembre al 10 ottobre 2015
LOCALEDUE – Via Azzo Gardino 12c, Bologna
JOACHIM SCHMID. SOUVENIRS
dal 26 settembre al 14 novembre 2015
P420 – Piazza dei Martiri 5/2, Bologna
Cuoghi Corsello, quadrupedi al pascolo (FIAT), 2002, courtesy the artist
Un’opera di David Casini in mostra presso CAR drde
Felix & Mumford, Isn’t it terracotta reds, canary yellows and sapphire blues (particolare dell’opera)
J.Schmid, Souvenirs 1985-2008, 2010, 32 foto in b-n, cm.13×18 cad (cm.61×157 totale), Ed.3 PA
Laureata in storia dell’arte al DAMS di Bologna, città dove ha continuato a vivere e lavorare, si specializza a Siena con Enrico Crispolti. Curiosa e attenta al divenire della contemporaneità, crede nel potere dell’arte di rendere più interessante la vita e ama esplorarne le ultime tendenze attraverso il dialogo con artisti, curatori e galleristi. Considera la scrittura una forma di ragionamento e analisi che ricostruisce il collegamento tra il percorso creativo dell’artista e il contesto che lo circonda.
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