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Plastikhaare e Fabio Ricciardiello concludono l’av...

Plastikhaare e Fabio Ricciardiello concludono l’avventura di mtn | museo temporaneo navile a Bologna

Dopo quattro anni di attività si conclude a Bologna la visionaria avventura di mtn | museo temporaneo navile, progetto curatoriale degli artisti Silla Guerrini e Marcello Tedesco realizzato in collaborazione con il Quartiere Navile, area work in progress del capoluogo emiliano situata alle spalle della stazione centrale. Proprio per coadiuvare la nascente identità del quartiere ancora in cerca della propria forma ufficiale, soprattutto dal punto di vista culturale e aggregativo, i due direttori artistici avevano concordato con l’impresa di costruzione Valdadige Sistemi Urbani (inizialmente per due anni, poi rinnovati) la possibilità di adibire a spazio espositivo no profit le luminose stanze a vetri di un ambiente al piano terra di uno dei tre palazzi che costituiscono la Trilogia Navile, complesso abitativo progettato da Cino Zucchi Architetti recentemente completato nell’area del vecchio mercato Ortofrutticolo. Se il testamento spirituale del museo era stato idealmente affidato a Paura della libertà, collettiva che riuniva sotto l’egida dell’omonimo libro di Carlo Levi opere dello stesso autore, oltre che di Marion Baruch, Corrado Levi, Pinuccia Bernardoni, Pietro Coletta, Marco Pellizzola e Mili Romano, la sua “dissoluzione” nell’immateriale è stata rimessa all’energia nuova di Giulia Querin e Rachele Tinkham.

Plastikhaare. Ad una vera pia donna dei simili fili misi e annodai, 2022, performance, photo courtesy mtn | museo temporaneo navile

Le due giovanissime artiste, che compongono il duo Plastikhaare, hanno progettato per l’occasione l’installazione site-specific Ad una vera pia donna dei simili fili misi e annodai, sempre visibile attraverso le ampie vetrine del museo (la cui caratteristica è sempre stata la programmatica osmosi con l’esterno) e fisicamente attraversabile negli orari di apertura, che rimarrà in essere fino al 3 gennaio 2023, data in cui lo spazio verrà riconsegnato all’impresa costruttrice per essere adibito ad altra destinazione d’uso. L’opera, che si sviluppa sul pavimento della main room, nasce come telo cerimoniale ambientale immaginato per proteggere il museo e accompagnarlo in quest’ultima trasformazione, espandendosi dal basso come una nebbia di esalazioni colorate che costruisce nello spazio (altrimenti impersonale come ogni white cube) teneri alveoli di intimità domestica. La struttura è concepita come una sorta di colorato abito rituale ed è stata realizzata con frammenti di indumenti (più o meno attinenti alle forme e alle dimensioni del corpo umano) creati dalle artiste all’uncinetto e poi collegati tra loro da ulteriori intrecci di fili, come a voler suggerire l’esistenza di un grande corpo espanso, metamorfico e interconnesso nonostante il suo apparente smembramento.

Plastikhaare. Ad una vera pia donna dei simili fili misi e annodai, 2022, installation view, photo courtesy mtn | museo temporaneo navile

Le due artiste lavorano stabilmente da un anno come duo, dopo aver cementato il loro sodalizio durante un soggiorno Erasmus di sei mesi in Germania alla Kunstakademie di Münster, che ha fatto convergere le loro differenti formazioni, rispettivamente di pittrice e scultrice, in un’unica poetica interdisciplinare e in una linea di pensiero comune. Plastikhaare, che in tedesco significa “capelli di plastica” elabora le possibilità espressive di un linguaggio ironico in cui la componente giocosa ha la funzione di far affiorare con naturalezza la memoria di un mondo nascosto, separato da quello ufficiale e raffinatamente intriso di umori surrealisti e di una sottile crudeltà dissidente. Anche l’idea di scultura sottesa all’opera realizzata a mtn | museo temporaneo navile interpreta materiali e tecniche idealmente connessi alla sfera femminile intesa nella sua più tradizionale accezione come pratica meditativa spiazzante in cui la paziente costruzione della struttura tessile trova il suo senso ultimo proprio nell’apertura e nello scioglimento finale. La forma attualmente visibile dell’installazione, infatti, è il risultato di una cerimonia performativa realizzata il giorno dell’inaugurazione della mostra, quando le due artiste hanno dipanato in orizzontale la scultura, inizialmente concentrata come massa aggrovigliata al centro della sala, indossandone alcuni frammenti e tendendone le linee di forza secondo direttrici spaziali centrifughe.

Plastikhaare. Ad una vera pia donna dei simili fili misi e annodai, 2022, performance, photo courtesy mtn | museo temporaneo navile

Quello che ora vediamo è quindi una rete fluida che, nonostante l’apparente labilità, mantiene salde anche nella distanza le sue interne connessioni, configurandosi come display performativo aperto agli interventi del pubblico, sensualmente invitato ad attraversarla e modificarla slegando e annodando fili o variando la reciproca posizione dei vari elementi per far affiorare a ogni cambiamento nuove relazioni. L’intento delle artiste è riflettere su come la dimensione del rituale e della presenza fisica sia necessaria per creare uno spazio collettivo che possa essere realmente esperito e percepito da parte di una comunità. In controtendenza rispetto all’ossessione per la riconoscibilità che condiziona le ricerche formali di gran parte degli artisti, soprattutto emergenti, Plastikhaare esprime la sua devozione per il lavoro in un esercizio di libertà che sintetizza l’attività del museo in un’idea di autorialità non autoritaria e sensibile, in un puro gesto di offerta finalizzato a innescare un circolo virtuoso di cura e compartecipazione. A questo modo, il corpo immaginario evocato dai singoli pezzi, realizzati singolarmente in Germania in periodo di restrizioni pandemiche e quindi profondamente legati alla biografia emotiva delle due artiste, diventa un organismo vivente plurale di cui ogni sollecitazione esterna mette in risalto nuove interconnessioni prima invisibili.

Plastikhaare. Ad una vera pia donna dei simili fili misi e annodai e Fabio Ricciardiello. What you like to see, 2022, installation view, photo courtesy mtn | museo temporaneo navile

La cooperazione impronta anche il dialogo tra l’installazione scultorea Ad una vera pia donna dei simili fili misi e annodai e il video What you like to see di Fabio Ricciardiello collocato nella project room, il cui audio in loop (che sconfina nella main room) costituisce il perfetto tessuto sonoro per scandire l’ambiente del rito e la sacralità della performance di cui gli elementi tangibili che vediamo sono il risultato. L’opera, realizzata per la mostra, è emanazione di un progetto fotografico che l’artista porta avanti da più di dieci anni e che prevede la formazione di una collezione di statuette di porcellana di vari stili ed epoche recuperate in giro per il mondo, ciascuna delle quali viene poi fotografata e sovrapposta visivamente ad altre immagini paesaggistiche scattate dall’artista nel corso dei suoi viaggi. Nel video si susseguono queste oniriche compenetrazioni che, innestandosi gradualmente l’una nell’altra, evocano una percezione della realtà non univoca che assegna alla creatività il potere di far affiorare in superficie gli intramondi nascosti negli interstizi del suo aspetto ufficiale. Anche quest’opera riflette sulle dinamiche del desiderio valorizzato come collante per ricomporre lontano e vicino e per far convivere senza differenziazioni gerarchiche macro e micro in un’unità organica, metamorfica e libera da schemi precostituiti. E proprio la materializzazione di ciò che sembra impossibile, suggestione comune alle opere di Plastikhaare e Fabio Ricciardiello, è l’aspetto più attinente con la breve ma intensa storia del museo, a cui auguriamo di potersi ri-materializzare nuovamente sul territorio e continuare la sua ricerca.

Info:

Plastikhaare.  Ad una vera pia donna dei simili fili misi e annodai
Fabio Ricciardiello. What you like to see
03|12|2022 – 03|01|2023
mtn | museo temporaneo navile
Via John Cage, 11/a-13/a, Bologna
www.museotemporaneonavile.org


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