Il Migros Museum für Gegenwartskunst di Zurigo propone, fino al 21 febbraio 2021, la mostra Potential Worlds 2: Eco-Fictions. Il progetto, realizzato in collaborazione con YARAT Contemporary Art Space, è firmato da Heike Munder e Suad Garayeva-Maleki. In effetti, questa mostra collettiva è la seconda puntata di una indagine sui rapporti tra l’uomo e la natura e segue quella sulle “memorie planetarie” (Potential Worlds 1: Planetary Memories).
Le conseguenze della distruzione che l’uomo nei secoli ha operato in maniera indiscriminata sulla natura indicano la necessità di guardare agli esseri umani come una parte e non come centro del mondo. Come dire, l’uomo come centro dell’universo (secondo l’accezione teorizzata dagli umanisti e poi nel Rinascimento) può sì aver aiutato a spostare (positivamente e in accezione laica) l’attenzione da Dio all’uomo, ma il senso di potenza e l’orgoglio e l’arroganza di tanti esseri umani hanno poi (purtroppo) portato con sé dei grossi problemi e delle conseguenze disastrose. E non si sta a parlare di hybris o di Superuomo, ma solo di uno scellerato e ingordo desiderio di possesso che condiziona la vita di tutti gli altri esseri viventi (siano questi vegetali o animali).
La prima parte della mostra, Potential Worlds 1: Planetary Memories, ha fatto luce su come le persone si sono appropriate dell’ambiente per ottenere potere e risorse e quali conseguenze ciò ha prodotto sull’ambiente e i vari contesti sociali. In effetti un turbo-capitalismo senza controllo e una dilatazione esponenziale della popolazione mondiale hanno rotto quell’equilibrio che i popoli primitivi avevano instaurato con il mondo che gli ospitava. Ne sono un esempio perfetto i nativi americani che sono stati praticamente sterminati dall’invasore bianco proveniente dall’occidente e che per il fine di uno sfruttamento delle materie prime non si è mai preoccupato di tutto ciò che le sue azioni potevano provocare: inquinamento, distruzione di valori paesaggistici, impoverimento delle più varie forme di vita.
A seguito di queste premesse, Potential Worlds 2: Eco-Fictions si interroga su quali potenziali mondi possono sorgere da un coacervo di rovine artificiali e lo fa con tutta una serie di quesiti: come si possono trattare i rifiuti del presente e le tracce provocate da una dissennata distruzione? in considerazione dell’attuale precaria situazione globale, come cercare nuove forme di vita? che ruolo può assumere l’arte come esperimento tecnologico, scientifico e sociale?
Gli artisti raccolti in questa mostra creano visioni per mondi potenziali e chiariscono che sono necessarie visioni del futuro in modo che possano sorgere forme di vita alternative. Certo, non possiamo dire che queste proposte possono essere soluzioni concrete, ma intanto quello che conta è soffermarsi sul problema, indicarlo e far sì che anche altre persone ci possano fare un ragionamento.
Questi gli autori in mostra: Korakrit Arunanondchai, Anca Benera e Arnold Estefán, Dora Budor, Burton Nitta (Michael Burton e Michiko Nitta), Cao Fei, Julian Charrière, Carl Cheng, Jimmie Durham, Peter Fend, Fai greenfort, Joana Hadjithomas e Khalil Joreige, Helen Mayer e Newton Harrison, Louis Henderson, Mary Maggic, Mileece*, MOON Kyungwon e JEON Joonho, Adrián Villar Rojas, Pinar Yoldas, Bo Zheng.
Soffermiamoci, in conclusione, sull’opera di Jimmie Durham (Alpine Substance on Wolfsburg Construction, 2007) che un po’ illustra l’idea centrale dell’intero progetto. La scultura è costituita da un Maggiolino VW rosso, il cui tetto è stato completamente ammaccato dal peso di un masso. Sembra che l’automobile sia stata investita da una frana nel bel mezzo del viaggio. L’opera provoca disagio e pone degli interrogativi: può essere questa una reazione della natura ai cambiamenti climatici? Quale conto ci presenterà? L’epidemia di Covid-19 che stiamo sperimentando da mesi sulla nostra pelle è parte di una reazione che potrebbe diventare sempre più pesante? Con questo semplice assemblaggio, Durham suggerisce l’immagine di una natura viva che è essa stessa attiva contro i fattori inquinanti e non resta più solo vittima del cambiamento climatico. In tal modo, critica la prospettiva antropocentrica e ci dice che la natura ha il potenziale per reagire.
Allora, in definitiva, non ci resta che un auspicio: che questa mostra così bene articolata e che questa opera di Durham siano l’abbrivio per una inversione di rotta riguardo al futuro del pianeta Terra.
Info:
24 ott 2020 – 21 feb 2021
“Potential Worlds 2: Eco-Fictions”
Museo Migros für Gegenwartskunst
Limmatstr. 270, Zurigo
info@migrosmuseum.ch
Jimmie Durham, Alpine Substance on Wolfsburg Construction, 2007, ph Lorenzo Pusterla, courtesy Sammlung Migros Museum für Gegenwartskunst
Peter Fend, RAPID Methane Gas Station, 2000, ph Lorenzo Pusterla, courtesy Sammlung Migros Museum für Gegenwartskunst
Merry Maggic, Plants of the Future, 2013-2020, commissioned by Migros Museum für Gegenwartskunst and YARAT Contemporary Art Space. Ph Lorenzo Pusterla, courtesy the artist
is a contemporary art magazine since 1980
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