Tante sono le iniziative web promosse in questi giorni dalle istituzioni museali al fine di mantenere attivo il collegamento con l’arte. Tra queste, collezione di mtn | museo temporaneo navile di Bologna costituisce un’interessante novità. Partito il 10 marzo 2020 con un video-annuncio pubblicato sui canali Facebook e Instagram, il progetto sta raccogliendo numerose adesioni e prosegue con coerenza nel solco della linea che ha caratterizzato da sempre il museo: quella di rivolgersi non solo agli “addetti ai lavori”, ma all’intera comunità. Abbiamo intercettato quindi Marcello Tedesco, fondatore del museo insieme a Silla Guerrini, per farci raccontare questa stimolante esperienza.
Antongiulio Vergine: Com’è nato il progetto e con quali intenzioni? Qual è il messaggio di collezione?
Marcello Tedesco: Il progetto a cui fai riferimento è nato come immediata risposta alla crisi in corso, in accordo con l’esigenza di non interrompere bruscamente il discorso artistico, individuando in esso un valore di cui non si può in alcun modo prescindere, specialmente in momenti di profonda crisi. Tuttavia, l’idea di una collezione immateriale del museo era già qualcosa di implicito a mtn. Ovvero un museo per essere tale deve avere una collezione, la nostra è una collezione d’arte immateriale. Questo aspetto è venuto fuori esplicitamente durante l’incontro che abbiamo organizzato con Simone Menegoi e Gabriele Tosi in chiusura della mostra Sculptural Training. Anche la scelta di creare un progetto che abbia come display il web ci sembra coerente con l’idea di smaterializzare l’arte per far emergere, più che degli oggetti, una forza, una capacità, una natura in potenza. Quindi non è solo un’esigenza nata dalla crisi, ma una scelta concettualmente precisa. Con questo progetto, ma in generale con tutte le attività di mtn, stiamo lavorando e sviluppando quanto ipotizzato da Cesare Zavattini e da alcuni altri artisti, ossia la necessità di considerare opera d’arte l’essere umano stesso. In quest’ottica la nostra collezione sono gli esseri umani, le relazioni, l’idea di un lavoro collettivo e non gerarchico, fatto di cooperazione e scambio ritmico. Naturalmente allo stato attuale delle cose l’essere umano sembra essere tutt’altro che un’opera d’arte, e proprio la constatazione di ciò ci dà una proporzione dello sforzo creativo da attuare. Più che un messaggio a noi interessa sviluppare delle prassi coerenti con il periodo storico in corso, e questo non lo diciamo adesso, ma da sempre.
Come mai la scelta di non riferivi unicamente ad artisti “certificati”, ma a chiunque stia sperimentando la propria creatività? Ad esempio avete raccolto anche lavori di bambini…
La dimensione di esclusività, di élite, dal mio punto di vista è oggi una posizione piuttosto retorica, un atteggiamento anacronistico che determina una progressiva stasi, un’eccesiva rigidità che indebolisce notevolmente la spinta creativa. Come ho detto prima, il grande lavoro artistico da fare è quello di arrivare a vedere l’essere umano non come artista, bensì come opera d’arte. Tutti, nessuno escluso – “lavoro periglioso” direbbe Zavattini – ma questo è secondo me il fondamento di un lavoro creativo reale, con queste premesse non c’è nessuna differenza sostanziale tra un artista di professione, uno studente o un bambino.
Avete contattato singolarmente i partecipanti o la collezione è anche frutto di un passaparola sulla rete?
Abbiamo fatto un breve video dove invitavamo tutti a partecipare al progetto, in seguito abbiamo inoltrato ai nostri contatti, indistintamente, l’invito a partecipare. La dimensione di lavoro collettivo orizzontale è già una connotazione talmente significativa che da sola innesca una forte energia. Difatti abbiamo ricevuto moltissime adesioni, da notare che per lo più sono femminili.
Pensate di prolungare il progetto una volta terminato questo particolare periodo? O magari di trasformarlo in una o più mostre fruibili fisicamente?
mtn | Collezione rimarrà un progetto d’arte immateriale, esperibile nella dimensione relazionale e sociale che questo progetto presuppone. Sul sito del museo e sui nostri social rimarrà una sorta di documentazione dell’operazione – è possibile anche che nel tempo faremo una pubblicazione dove verranno approfonditi alcuni aspetti che ci caratterizzano come museo d’arte. Vorrei fare un accenno anche alla prossima mostra che speriamo di inaugurare quanto prima: si tratta di un grande dispositivo apotropaico che l’artista Adi Haxhiaj ha pensato appositamente per mtn. Lo spazio del museo verrà letteralmente ricoperto da pitture che fungeranno come dei veri e propri incantesimi-amuleti a protezione dell’arte e del museo stesso. Adi ha iniziato a lavorare a questo progetto molti mesi fa, e credo che sarà una mostra significativa, in particolare in questo determinato periodo.
Cosa pensi a proposito di questa deriva “social” intrapresa dal mondo dell’arte? Potrebbe, secondo te, essere uno dei format del futuro per quando riguarda la fruizione?
Non credo, l’arte ha bisogno di essere vissuta dal vivo, le opere si attivano quando hanno degli esseri umani di fronte e viceversa. Inoltre stiamo capendo che importanza abbia la dimensione relazionale tra le persone. Tuttavia, se guardiamo il fenomeno dal punto di vista della necessità di non interrompere la ricerca artistica e tutto ciò che ruota intorno a essa, è un fenomeno che potrebbe aiutare la nascita di qualche nuova idea di prassi artistica, di comunicazione dell’arte. La risposta che i musei e le gallerie hanno dato penso sia davvero importante, dimostrando un grande senso di responsabilità e anche di generosità rispetto al proprio pubblico e alla società.
Ultima domanda, ma non meno importante: pensi che l’arte o il “sistema” che ruota attorno ad essa subirà dei cambiamenti dopo questa vicenda?
L’arte e il sistema dell’arte non sono entità separate dal resto del mondo, sono portato a considerare gli ostacoli come una reale possibilità di sviluppare una maggiore forza: gli ostacoli sono un fattore di dinamismo. Quindi sicuramente ci saranno dei cambiamenti, la differenza è come questi cambiamenti verranno gestiti. Tutto quello che sta succedendo potrebbe anche aiutarci a ritrovare finalmente un senso di collettività, superando le sovrastrutture retoriche che inibiscono la nascita di nuove e indispensabili idee.
Antongiulio Vergine
Info:
progetto collezione
mtn | museotemporaneo navile, via John Cage 11/A-13/A, Bologna
www.museotemporaneonavile.org/progetto-collezione-mtn/
@mtn_museo_temporaneo_navile
www.facebook.cm/museotemporaneonavile
Silla Guerrini e Marcello Tedesco, mtn – museo temporaneo navile, Bologna, Photo by Emanuela Pepe
Xia Shafei, Vivo, 2020
Federica (5 anni), Uomo nel bosco, 2019
La pagina Instagram di @mtn_museo_temporaneo_navile
Veduta di alcune opere, @mtn_museo_temporaneo_navile
Nato a Campi Salentina (LE). Dopo la facoltà triennale di Tecnologie per la Conservazione e il Restauro dei Beni Culturali presso l’Università del Salento, frequento il Corso di Laurea Magistrale in Arti Visive presso l’Università di Bologna. Ho collaborato con la Galleria d’Arte Maggiore g.a.m. di Bologna e con il MUMA – Museo del Mare Antico di Nardò (LE). Mi interessano le vicende riguardanti l’arte contemporanea, in particolare quelle legate alle pratiche video-fotografiche e performative. Scrivo per ATPdiary e Juliet Art Magazine.
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