Incontriamo il dr. Robert Inhof, direttore della Galerija Murska Sobota, un museo supportato dal Ministero della Cultura Slovena e dai comuni di Murska Sobota e da Moravske Toplice, in veste di fondatori.
Quale è stata la sua formazione professionale?
Mi sono laureato in storia dell’arte presso la facoltà di filosofia dell’Università di Lubiana e ho ottenuto il dottorato presso la Alma Mater Europea – Institutum Studiorum Humanitatis con la tesi dal titolo La riforma di Lutero nello specchio retorico dell’immagine. Teologia, folclore, immagine. Dal 2002 sono membro della Sezione Slovena dell’AICA (Association internationele des critiques d’art).
In Slovenia è possibile trovare sponsor a favore dell’arte contemporanea?
Nel passato si è molto investito nell’arte e diverse aziende hanno costituito le proprie collezioni private mentre acquistavano opere d’arte a sostegno di diverse collezioni pubbliche. La crisi economica ha interrotto questo rapporto virtuoso tra aziende, artisti e gallerie statali, e oggi i musei e le gallerie pubbliche dipendono soprattutto dai fondi che ricevono dal Ministero della Cultura e dai Comuni fondatori.
Attualmente, in Slovenia, lei crede sia possibile una collaborazione tra gallerie private e istituzioni pubbliche?
Nell’ambito della Triennale europea della piccola scultura abbiamo spesso collaborato con gallerie private. La difficoltà di questa collaborazione è che i privati impongono condizioni in merito al prestito delle opere esposte. Tali condizioni sono spesso insostenibili dal punto di vista economico per una piccola realtà come la nostra.
Quali sono i maggiori ostacoli che incontra un giovane artista sloveno che voglia proporsi sulla scena internazionale?
Le cause sono molteplici, dal numero eccessivo di artisti all’assenza di chi dovrebbe promuoverli. La causa principale è, però, un certo disprezzo per l’arte che deprime e rende passivi gli artisti fin dall’inizio. L’epoca attuale è dominata dall’immagine: siamo bombardati costantemente da immagini accattivanti, ma prive di vero significato. E invertire la rotta non è per nulla facile.
Quali sono i suoi progetti futuri per la Galerija Murska Sobota?
L’anno 2019 è una data importante poiché celebriamo il 100° anniversario dell’adesione del Prekmurje alla madrepatria. A Prekmurje, così come in tutta la Slovenia, si terranno numerosi eventi per celebrare questo anniversario. Il nostro evento principale sarà una mostra dal titolo: Solitudes. Expressions of Anxiety in Fine Arts from Prekmurje (Sellection of Artworks from the Permanent Collection of The Gallery of Murska Sobota). La mostra sarà costruita su tre livelli: metterà in evidenza lo sviluppo e le realizzazioni dell’arte modernista, che è stata creata nel Prekmurje a partire dal 1970; il progetto sarà tematico in modo che nelle opere dei vari autori il comune denominatore sarà un’espressione di solitudine e ansia; e consisterà in opere che si trovano nella collezione permanente della Galleria Murska Sobota. Così, in questa mostra, saranno presentate non solo le opere create dai nostri migliori artisti, ma anche le opere che sono ora nella nostra collezione permanente e quindi di proprietà pubblica, come testimonianze speciali e costanti degli sforzi di maggior successo dei nostri artisti. La mostra, che sarà presentata in altri spazi istituzionali sloveni nei prossimi anni, sarà accompagnata da un insieme di schede molto analitiche e approfondite. Verranno presentate le opere dei nostri grandi pittori: Igor Banfi, Dubravko Baumgartner, Nikolaj Beer, Robert Černelč, Sandi Červek, Ladislav Danč, Marjan Gumilar, Zdenko Huzjan, Franc Mesarič, Mirko Rajnar, e le fotografie di Nataša Kos e Dušan Šarotar. Si tratta di un progetto tematico che mette insieme quelli artisti che hanno creato e continuano a creare ciò che oggi possiamo chiamare tradizione artistica. L’essenza di tutti questi autori è che sono stati apprezzati in breve tempo sia in Slovenia e sia all’estero. In questo modo, il linguaggio artistico con cui si esprimono non è più un dialetto locale, ma ha assunto una qualità universale che può essere apprezzata ovunque. Gli artisti sopra menzionati, con le loro particolari e spiccate personalità, hanno permesso di spezzare l’isolamento del Prekmurje, inscrivendo questa regione all’interno della mappa artistica della Slovenia. Ciò che è comune a tutti questi artisti è l’espressione di uno stato di ansietà che è fermamente impregnato nel profondo riflesso dell’uomo e del suo stare nel mondo: lo spirito complessivo di queste immagini è quindi lo spirito della solitudine.
Robert Inhof, photographed by Nataša Juhnov
Galerija Murska Sobota: architect Vladimir Goldinskij, 1980, photo: Irma Brodnjak
Opening of the Exhibition Drago Tršar. Portraits. 2013, photo: Tomislav Vrečič
Natalija R. Črnčec’s installation, The Color, 2010, photo: Irma Brodnjak
Un’ultima considerazione?
Murska Sobota è una piccola città di circa 15mila abitanti, eppure il suo museo è uno dei poli culturali più importanti e meglio conosciuti anche al di fuori della Slovenia, e sebbene il nostro staff sia composto da solo cinque persone, è multidisciplinare e molto efficiente. Le nostre mostre, le conferenze e i laboratori sono sempre frequentati da un pubblico giovane e molto attento. Nella nostra galleria abbiamo esposto opere di Marcel Duchamp, Josef Albers, Max Bill, Bridget Rilley, Aleksander Rodčenko e altri. Desidero inoltre ricordare la personale di Ludwig Wilding, artista tedesco, che ha partecipato alla leggendaria The Responsive Eye al MOMA di New York nel 1965. Ma, come ho detto poco prima, la cosa più importante è che, una realtà così piccola, riesca a esprimere degli artisti eccellenti.
Info:
È direttore editoriale di Juliet art magazine.
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